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INDICE

DE' VOCABOLI, NOMI, AVVENIMENTI STORICI

E ALLUSIONI

RIFERITI CON DICHIARAZIONI A VERSI DEL TESTO.

Per compiacere anzi all' altrui disegno che al mio, ho adottato gl' indici della Cominiana, affinchè non foss' altro giovino di Vocabolario Dantesco a' forastieri che studiano la Lingua Italiana. Dovendo io non arrogarmi di farla da correttore delle altrui fatiche, e insieme provvedere che l'ordine e le dichiarazioni degli indici rispondano a questa edizione, ho preservato puntualmente ogni parola del Volpi; bensì ho disposto l'ordine alfabetico in guisa che i tre indici stiano tutti in un solo. Così al lettore, senza ch'ei sia rimandato a ogni poco dall' uno all' altro indice, le voci in maiuscolo indicheranno nella pagina stessa i nomi, gli avvenimenti e allusioni di Storia; e le voci in corsivo i vocaboli e significati di lingua. Le opinioni d' altri o mie, le quali tendono a diradare in parte gli errori imputabili meno al Volpi che a' tempi suoi stanno soggiunte fra due asterischi.

INDICE

Ab antico. Anticamente, lunghissimi tempi avanti. In. XV, 62. ABATE DI SAN ZENO. Io fui abate in san Zeno a Verona. Purg. XVIII, 118. V. Alberto.

ABATI O degli abati, famiglia nobile Fiorentina. In. XXXII, 106. vedi Bocca, accennata, secondo alcuni spositori, per quei che son disfatti per lor superbia. Par. XVI, 109.

Abbaglia. Di fuor dorate son, si ch' egli abbaglia; cioè abbagliano. In. XXIII, 64. Il verbo singolare invece del plurale ; quando non fosse una ellissi, che si dovesse supplir così: quella doratura, o quel color d'oro abbaglia.

ABBAGLIATO (1), sanese, uomo goloso che consumò il suo in crapule. In XXIX, 152.

Abbajare, per dimostrar gridando. In. VII, 45.

Abbandonare, per lasciare una impresa difficile : Par. XVIII, 9. Abbandonarsi a che che sia, per darsi in preda. Purg. XVII, 136. Abbandonarsi di che che sia, ritirarsi, diffidarsi. Inf. II, 34. Abbandonarsi in mare, per cacciarsi nel più profondo di esso. Par. XXXI, 75.

Abbarbaglio, abbagliamento. Par. XXVI, 20.

Abbarbicarsi, radicarsi, appigliarsi. In. XXV. 58.

Abbellare, piacere. Par. XXVI, 132. Di questa voce vedi il Varchi nell' Ercolano, pag. 63. e il dottissimo abate Antonmaria Salvini, a carte 155. della seconda centuria de' suoi discorsi accademici.

Abbellire, per divenir bello. Par. XXXII, 107.

Abbicarsi, ammucchiarsi. In. IX, 78.

Abbo, per ho; in rima. In. XXXII, 5. Fuor di rima, Inf. XV, 86. Abborrare, e aborrare, errare, smarrirsi, deviare dal dritto sentiero, o discorso. In. XXV, 144. XXXI, 24.

Abborrire, per paventare. Par. XXVI, 75.

Abbujarsi, divenir notte. Purg. XVII, 62. e per oscurarsi semplicemente. Par. IX, 71.

ABELE, patriarca, figliuolo d' Abramo, accetto a Dio per la sua

innocenza, ucciso da Caino suo fratello per invidia. Vedi la sacra Genesi. In. IV, 56.

ABIDO, castello sull' Ellesponto, dalla parte dell' Asia; uno de' due Dardanelli, patria di Leandro, giovane amoroso, celebre nelle antiche favole. Purg. XXVIII, 74.

Abituati col primajo stuolo, cioè vestiti alla stessa foggia, e del color medesimo, che i primi. Purg. XXIX, 147. Così Par. XXXI, 60. Vestito con le genti gloriose.

ABRAAM, patriarca, personaggio notissimo nelle sacre scritture. In. IV, 58.

A brano, a brano, a pezzo a pezzo. In. XIII, 128.

ABSALONE, figliuolo del re Davidde, giovane bellissimo, ma ribelle al padre, la cui morte è notissima per le sacre scritture. In. XXVIII, 137.

ACAM, soldato Ebreo, il quale dopo la espugnazione di Gerico, contra il comandamento di Giosuè, lasciatosi vincere all' avarizia, furò una parte della preda la quale Iddio non voleva che fosse tocca, e nascosela sotterra nel suo padiglione; il che inteso, Giosuè il fece lapidare. Purg. XX, 109.

Accaffare, toglier per forza. In. XXI, 54.

Accapricciarsi, sbigottirsi. In XXII, 31.

Accarnare, lo'ntendimento, ben penetrare l' intenzione di chi che sia. Purg. XIV, 22.

Accasciarsi, aggravarsi delle membra, divenir pigro. In. XXIV, 54.

Accattare, per acquistare. In. XI, 84.

Accedere, accostarsi voce latina. Purg. XXX, 74.

Acceffare, prender col ceffo; e dicesi delle bestie. In. XXIII, 18. Accendere. Ch' un' anima sovr' altra in noi s'accenda, cioè nasca, e cominci a vivere. Purg. IV, 6.

Accidente, termine de' Loici; e significa ciò che vien retto dalla sostanza, e per sè stesso non può stare. Par. XXXIII, 88.

Accismare, fendere, tagliare in due parti. In. XXVIII, 37. Accline, piegate, ed inchinate. Par. Ì, 109. Qui è metafora. Accoccaria, far qualche beffa, o dispiacere a chi che sia. In. XXI, 102.

Accogliere, per condurre, o cogliere. In. XXX, 146. Accogliersi a chi che sia, per raccogliersi, ristringersi. Par. XXII, 99. Per accostarsi bene. In. XXIX, 100.

Accoglitore, raccoglitore. In. IV, 159.

Accolo, per accoglilo, accogli lui. Purg. XIV, 6. Così il Burchiello nel 5. Sonetto della 2. parte disse Tolo per toglilo. V. il Varchi nell' Ercolano, a carte 176.

Accompagne, per accompagni, in rima. Purg. VI, 114.

Accorare, e accuorare, cagionar doglia eccessiva, e di cuore. In. XIII, 84; e per incoraggire, dare animo. Par. VIII, 73. Accorgimento, giudizio, astuzia, acutezza d'ingegno. In. XXVII, 76, Par. IV, 70,

ACCORSO (d'), Francesco. In. XV, 110. V. Francesco.

Accorto, per pratico, esperto. Purg. IX, 88.

Accosciarsi, In. XVIII, 152. V. raccosciarsi.

Accostarsi con che che sia, cioè a che che sia. Par. XXIX, 93. Accrescere, per aggiungere. Par. VIII, 47.

Acerbo, per colui che non possede ancora la grazia confirmante. Par. XIX, 48. Per oscuro, e difficile da intendersi. Par. XXX, 79.

Acerbo a conversione, cioè duro al convertirsi, ritroso. Par. XI, 103.

A che, a quale indizio. In. V, 119. A che, da cui. Purg. XV, 25.

ACHERONTE, uno de' fiumi dello inferno; così chiamato con greco nome, dalla privazione d'ogni allegrezza. In. III, 78. XIV, 116. Purg. II, 105. E perciò ben disse Dante, trista riviera d' A

cheronte.

ACHILLE, figliuolo di Peleo, e di Teti dea marina, uomo sopra tutti i Greci che andarono a Troja, fortissimo. Egli è l' Eroe d' Omero nella Iliade. In. V, 65. Dice Dante: Che con amore al fine combattèo. Io intendo che si ridusse finalmente a combattere, e ad ajutare i suoi nazionali oppressi da' Trojani, mosso dall' amore ch' ei portava al suo compagno Patroclo, che gli era stato ucciso da Ettore.

ACHILLE, nudrito da Chirone centauro. In. XII, 71.

ACHILLE, ama e poi abbandona Deidamia, figliuola di Licomede di Sciro. V. Deidamia. In. XXVI, 62.

ACHILLE. La lancia d' Achille, ch' egli aveva ricevuta in eredità da Peleo suo padre, era di tal virtù, che la sua ruggine applicata in forma d'empiastro alle ferite con essa fatte, le risanava; come appunto avvenne a Telefo figliuolo d' Ercole; del quale vedi le favole. In. XXXI, 5.

ACHILLE, tolto dalla madre Teti a Chirone centauro suo precettore, e trasportato, mentr' egli dormiva, nell' Isola di Sciro, dove dimorò alquanto tempo in casa del Re Licomede, vestito da donzella, sino che fu scoperto per astuzia d' Ulisse, e condotto alla guerra di Troja. Purg. IX, 34.

ACHILLE, azioni di questo Eroe, materia d' un poema di Stazio, intitolato Achilleide, lasciato dall'autore imperfetto. Purg. XXI, 92. ACHITOFELE, fu colui che mise discordia tra Absalone, e il Re Davidde suo padre; come si ha nella scrittura sacra. In. XXVIII, 157.

A ciancia, a beffe. Par. V. 64.

A ciò, s' accorse, di ciò. In. XXIII, 114.

ACONE, piviere sul Fiorentino. Par. XVI, 65.

Acqua, per lagrime. Purg. XXX, 98. Cosi Properzio, nobil. poeta latino, nella 4, elegia del 3 libro:

Siccine eam incomptis vidisti flere capillis?

Illius ex oculis multa cadebat aqua?

Il medesimo chiamò pure il sudore con questo nome, nella

DANTE. 4.

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