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42.

Pria che Beatrice discendesse al mondo
Fummo ordinate a lei per sue ancelle.
Menremti agli occhi suoi: ma nel giocondo
Lume ch'è dentro aguzzeran li tuoi
Le tre di là che miran più profondo.
Così cantando cominciaro: e poi
Al petto del grifon seco menârmi
Ove Beatrice vôlta stava a noi.

Disser: fa che le viste non rispiarmi.
Posto t' avem dinanzi agli smeraldi
Ond' amor già ti trasse le sue armi.

Mille disiri più che fiamma caldi
Strinsermi gli occhi agli occhi rilucenti
Che pur sovra 'l grifone stavan saldi.

Come in lo specchio il sol, non altrimenti
La doppia fiera dentro vi raggiava
Or con uni or con altri reggimenti.

Pensa, lettor, s' io mi maravigliava
Quando vedea la cosa in sè star queta
E nell' idolo suo si trasmutava.

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là in fine. PRIA. Prima che la rivelazione venisse, le virtù naturali erano ancelle mandate a prepararle la via, tenevano il luogo delle virtù teologali. Sapient. (VII, 29): Est... haec speciosior sole, et super omnem disposi tionem stellarum, luci comparata invenitur prior. Nato G. C., le dette virtù condussero gli uomini dall' idolatria a contemplare i nuovi misteri. Intendi ancora che le quattro virtù veramente furono ancelle alla vera Beatrice, amata da Dante.

TRE. Teologali, a destra del carro (XXIX, 41).

MENARMI. Gli atti di virtù menano alla cognizione della verità rivelata. VOLTA. Guardava al grifone (t. 27).

39. RISPIARMI. Aguzza l'ingegno e l'affetto.

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SMERALDI. Plin.: Nullius coloris adspectus jucundior est. Disse sopra: Giocondo lume. O perchè gli occhi di lei erano d'un azzurro chiaro. Ott.: Li uccelli grifoni li materiali smeraldi guatano. Ismeraldo ...rende immagine a modo di specchio. — ARMI. Dante (Rime): Lo fin piacer di quell' adorno viso Compose il dardo che gli occhi lanciaro Dentro dello mio cor. Altrove: Degli occhi suoi Escono spirti d'amore infiammati Che foran gli occhi a quel che allor gli guati E passan sì che 'l cor ciascun ritrova,

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SPECCHIO. Sap. (VII, 26): Speculum sine macula Dei majestatis, et imago bonitatis illius. ALTRI. G. C. è veduto dalla teologia, or Dio, or uomo e Dio. REGGIMENTI. Conv.: Gli atti, che reggimenti e portamenti soglion essere chiamati. Sap. (VII, 24): Omnibus ... mobilibus mobilior est sapientia. IDOLO. Negli occhi dov'era l'imagine di G. C. varie si facevano le forme di Tomo II. 32

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Mentre che piena di stupore e lieta
L'anima mia gustava di quel cibo
Che, saziando di sè, di sè asseta,

Sè dimostrando del più alto tribo
Negli atti, l'altre tre si fero avanti
Danzando al loro angelico caribo.

Volgi, Beatrice, volgi gli occhi santi,
Era la sua canzone, al tuo fedele
Che per vederti ha mossi passi tanti.
Per grazia fa noi grazia che disvele
A lui la bocca tua, sì che discerna
La seconda bellezza che tu cele.

O isplendor di viva luce eterna,
Chi pallido si fece sotto l'ombra
Sì di Parnaso o bevve in sua cisterna

Che non paresse aver la mente ingombra
Tentando a render te qual tu paresti

lui; perchè vario per debolezza è l'umano ingegno: e non può tutta in uno sguardo comprender la verità di cosa nessuna; e perchè in G. C. si può considerare ora la divina ora l'umana natura. Ott.: Se noi ponemo uno specchio dal destro della cosa specchiata, l' idolo parrà in altro modo che chi lo ponesse dal sinistro. Idolo è detto da Edos forma.

43. ASSETA. Gregor. (Hom. XVI), de' beni dello spirito: Saturitas appetitum parit.

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· DANZANDO. AcCARIBO. Grazia,

TRIBO. Per tribù. L'usa l'Ott. più volte. Qui vale grado. compagnavano colla danza il loro angelico leggiadro canto. garbo. Da xapis, A Genova, dicon tuttora gaibo, e garibo per garbo; e da garibo garbo, come da carico carco. Bocc. (Amet., 43): Operato sia degno caribo (ringraziamento) A così alti effetti. Benvenuto spiega: canto.

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VOLGI. Tasso: Volgi, dicea, deh volgi, il cavaliero, A me quegli occhi onde beata bei. FEDELE (Inf., II). Fedele d'amore e di desiderio, se non d'opera.

GRAZIA. Non aveva Dante alcun merito. BOCCA. Per viso, come os ai Latini. Poi, gli occhi e' li vedeva già: non restava che il viso. La seconda bellezza è la bocca, e dice nel Conv. che gli occhi e la bocca la natura massimamente adorna. - CELE. Ott.: Li integumenti e mistiche figure. Il velo è qui simbolico; e vale che l'uomo errante non vede la verità rivelata così chiaro come l'uomo pentito.

ISPLENDOR. La sapienza da Salomone è detta (VII, 26): Candor ... lucis aeternae. E nel Conv., della sapienza divina: Essa è candore dell'eterna luce, specchio senza macchia della virtù di Dio.— CISTERNA. Pers.: Nec fonte labra prolui Caballino.

PARESTI. Non è parola che arrivi alla bellezza delle cose divine.

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ARMONIZ

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Là dove armonizzando il ciel t' adombra,
Quando nell' aere aperto ti solvesti?

ZANDO. Conv.: L'armonia dell' occhio. CIEL. Gli Angeli del cielo t'adombravano in nuvole di fiori e di canti (XXX, 31): Notan sempre Dietro alle note degli eterni giri. Nel Conv. parla dell'armonia delle sfere, e per esse intende le scienze. Or Beatrice è la scienza divina; e tutte armonizzano intorno a lei. SOLVESTI? Virg.: Scindit se nubes, et in aethera purgat apertum.

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Si move il carro e la santa schiera a man destra. Vengono ad un albero altissimo, ignudo: il grifone lega all' albero il carro; onde quello rinverde e s'infiora. Cantano: il P. s'addormenta: si desta: vede Beatrice seduta appiè dell'albero, e le sette donne co'candelabri in mano, intorno di lei. Scende un'aquila dall'albero al carro, e lo ferisce: viene una volpe, e Beatrice la fuga: riscende l'aquila, e dona al carro delle sue penne: esce un drago, e strappa del fondo del carro: le penne lo coprono : e caccia sette teste cornute: sopra vi siede una meretrice ́e un gigante.

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Nota le terzine 1, 2; la 4 alla 11; la 14; la 18 alla 23; la 26, 28, 30, 31; la 37, alla fine.

1.

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I.

2.

3.

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5.

Tanto eran gli occhi miei fissi e attenti

A disbramarsi la decenne sete

Che gli altri sensi m' eran tutti spenti.

Ed essi quinci e quindi avén parete
Di non caler: così lo santo riso

A sè traéli con l'antica rete.

Quando per forza mi fu vôlto 'l viso
Vêr la sinistra mia da quelle dee,
Perch' io udía da loro un: troppo fiso.
E la disposizion ch' a veder ée
Negli occhi pur testè dal sol percossi,
Senza la vista alquanto esser mi fée.

Ma poichè al poco il viso riformossi
(Io dico al poco, per rispetto al molto

DECENNE. Dal 1290 al 1300.

DEE. Alla destra del carro stavano le tre virtù teologali, che lo avvertono di mirare le cose ch'ora verranno. La mente che troppo e fuor di tempo s'affisa nella rivelazione, ne rimane abbagliata.

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6.

Sensibile onde a forza mi rimossi)

Vidi in sul braccio destro esser rivolto
Lo glorioso esercito, e tornarsi

Col sole e con le sette fiamme al volto.
7. Come sotto li scudi per salvarsi
Volgesi schiera, e sè gira col segno
Prima che possa tutta in sè mutarsi;
Quella milizia del celeste regno

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II.

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Che precedeva, tutta trapassonne
Pria che piegasse 'l carro il primo legno.
Indi alle rote si tornâr le donne,
E'l grifon mosse il benedetto carco
Sì che però nulla penna crollonne.

La bella donna che mi trasse al varco
E Stazio ed io seguitavam la rota
Che fe l'orbita sua con minore arco.
Si passeggiando l'alta selva, vôta,
Colpa di quella ch' al serpente crese,
Temprava i passi in angelica nota.

Forse in tre voli tanto spazio prese
Disfrenata saetta, quanto erámo
Rimossi quando Beatrice scese.

Io senti' mormorare a tutti: Adamo!
Poi cerchiaro una pianta dispogliata

SENSIBILE. Per cosa visibile; modo scolastico. Arist. (Dell'An., II): Li sensi mortali ricevono grande lesione dal soperchio.

DESTRO. Prima si move la rota del nuovo Testamento. - TORNARSI. Volgersi. C. XXVIII: Alla bella donna tornai 'l viso. SOLE. Il carro veniva sinora verso ponente. Dante camminò verso oriente (XXVII, 45): ora il carro si volge, e verso oriente s'indirizzano tutti.

SEGNO. Per bandiera: in Virg. sovente.

PRIA. Alla Chiesa precedono la legge e i profeti, sua milizia. LEGNO. Il timone piegasse il carro.

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ROTE (XXIX, 41). CROLLONNE. Con pace procedette la fede cristiana; e la pace è indizio di forza.

DONNA (XXXI, 93). Matelda, la virtù attiva; Stazio, la filosofia naturale e morale. – MINORE. Il nuovo Testamento : la destra ruota. A destra volgevasi il carro, dunque la rotaia della destra doveva esser minore.

ALTA. Virg., XII: Nemora alta. - CRESE. Per credette s'usa in Romagna e in Toscana (Gen., III).

MORMORARE. Con dolore. PIANTA. Simbolo dell'obbedienza dovuta alla rivelata verità. Altri la intende per l'imp. romano, spettante di diritto, dice

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