Sayfadaki görseller
PDF
ePub
[ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small]

32.

33.

34.

35.

36.

37.

38.

E queste son salite ov'eran quelle.

Com' ei parlava, e Sordello a sè'l trasse
Dicendo: vedi là il nostr' avversaro.
E drizzò 'l dito perchè in là guatasse.

Da quella parte onde non ha riparo
La picciola vallea, era una biscia,
Forse qual diede ad Eva il cibo amaro.

Tra l'erba ei fior venia la mala striscia,
Volgendo ad or ad or la testa, e 'l dosso
Leccando come bestia che si liscia.

Io nol vidi, e però dicer nol posso,
Come mosser gli astor celestiali;
Ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso.
Sentendo fender l'aere alle verdi ali,
Fuggio 'l serpente, e gli angeli diêr vôlta.
Suso alle poste rivolando iguali.

L'ombra che s' era al giudice raccolta
Quando chiamò, per tutto quello assalto
Punto non fu da me guardare sciolta.

Se la lucerna che ti mena in alto
Trovi nel tuo arbitrio tanta cera,

Quant'è mestiero insino al sommo smalto,

virtù morale, ora è venuto sotto il governo delle tre virtù teologiche. — SALITE. Ott.: Quando egli uscì dello Inferno... Venus era nella parte orientale, che precedea il sole, e il Carro era a tramontana: ora dov'era il Carro, alt sono queste tre stelle; sì ch'è passato uno di artificiale.

AVVERSARO. Come varo per vario (Inf., IX). S. Petr.: Adversarius vester diabolus... circuit, quaerens quem devoret. Cui resistite fortes in fide. Anco questa è antifona della compieta.

RIPARO. Il monte avvallandosi, doveva nella parte opposta a quella donde scesero i P., lasciare la sua cavità senza sponda o rialzo. Il demonio viene da quella parte perchè la tentazione coglie l'uomo là dov'egli è disarmato. . BISCIA (Gen., III). — AMARO. Gen.: Mulieri dixit Deus: multiplicabo aerumnas tuas. STRISCIA. Il serpente. Il Lippi chiama striscia la spada (c. XXXVII). · LISCIA. Per esprimere la dolcezza delle lusinghe che fa il malvagio al malvagio, e il malvagio a sè stesso.

ASTOR. Indica la prestezza e la forza.

----

POSTE. Inf., XXI: Di qua di là discesero alla posta. ·IGUALI. Igualemente è nel Conv. e nel Parad. Virg.: Se paribus per coelum sustulit alis.

[ocr errors]

L'OMBRA. Corrado. SCIOLTA. Nel c. IV, dice le potenze dell'anima sciolte dall'attenzione o legate.

LUCERNA. La grazia. Purg. XXII: Qual sole o quai candele Ti stenebraron ..?
CERA. Merito, valore, in te. SMALTO. Di fiori (c. XXVIII).

39.

40.

41.

42.

43.

44.

45.

Cominciò ella (se novella vera
Di Valdimagra o di parte vicina
Sai) dilla a me che già grande là era.
Chiamato fui Currado Malaspina:
Non son l'antico, ma di lui discesi.
A' miei portai l' amor che qui raffina.
Oh, diss' io lui, per li vostri paesi
Giammai non fui: ma dove si dimora
Per tutta Europa, ch' ei non sian palesi?
La fama che la vostra casa onora
Grida i signori e grida la contrada,
Sì che ne sa chi non vi fu ancora.
Ed io vi giuro, s' io di sopra vada,
s'io
Che vostra gente onrata non si sfregia
Del pregio della borsa e della spada.
Uso e natura sì la privilegia
Che, perchè 'l capo reo lo mondo torca,
Sola va dritta e'l mal cammin dispregia.

Ed egli: or va; che 'l sol non si ricorca
Sette volte nel letto che 'l Montone
Con tutti e quattro i piè copre ed inforca,

40. ANTICO. Marito a Costanza sorella del re Manfredi privilegiato da Ottone imperatore. Il secondo Corrado che qui rincontriamo è figliuol di Federico, figliuol di Corrado l'antico. AMOR. Ebbe dalla moglie in dote una città ed un castello in Sardegna: lei morta, comunicò a' suoi agnati ogni cosa. Ott.: Indugiai l'opere meritorie della salute per guerreggiare ed acquistare a

41.

43.

44.

45.

mici.

[ocr errors]

PAESI. In Lunigiana andaron esuli e Guido l'amico di Dante, e i Cerchi, e Baschiera Tosinghi, e Uguccione, ed i Bonaparte. FUI. Ci andò nel 1306, quando i Malaspina erano march. di tutta la Val di Magra. Franceschino, ospite di lui, è uomo oscuro: più noto Marcello, marito di Alagia, la quale, nipote d'Adriano papa, è nominata nel XIX del Purg. Un Malaspina tra il sec. XII e il XIII fu poeta provenzale assai noto: tanto più dunque onorevole a Dante doveva essere quella famiglia.

SOPRA. Al sommo, smalto. BORSA. La virtù contraria all'avarizia è sempre onorata da Dante, non per vili cupidigie, ma perchè dall'avarizia e’deduceva tutte le miserie del mondo (Inf., I, 7). Osservate che la moglie d'Alboino della Scala era Malaspina : onde si trovano congiunti tra loro di sangue i due ospiti

del P.

Uso. Horat.: Doctrina sed vim promovet insitam, Rectique cultus pectora roborant.

di.

RICORCA. Tramontando. In Ariete il sole dimora come negli altri segni, trenta - INFORCA. Pietro: L'Ariete ha diciassette stelle, parte delle quali na

46.

46.

47.

Che cotesta cortese opinïone

Ti fia chiavata in mezzo della testa
Con maggior chiovi che d'altrui sermone,
Se corso di giudicio non s' arresta.

sconde come fa il vero ariete quando giace. Nomina l'Ariete come il segno dove 'l sole era allora. Non passeranno sett' anni.

CHIOVI. Petr.: S' io v'era con saldi chiovi fiso.

[blocks in formation]

Sogna d'essere da un' aquila rapito in alto; e Lucia, dormendo, lo porta davvero vicino alle porte del Purgatorio; dov'e' s'umilia contrito ad un Angelo che gli apre: ed entrano fra i canti delle anime congratulanti. Comincia da tre allusioni mitologiche e scandalose: la concubina di Titone, il ratto di Ganimede, e gli amori d'Achille; ma nella fine s'innalza a cristiana poesia; ed egli medesimo se n'avvede, e lo dice nella terzina 24. Altri sogni vedremo ed altre visioni nel Purgatorio, mondo tra il mortale e il divino, come la visione è tra lo spirituale e il corporeo.

Non senza accorgimento il P. sgombrò di visioni l'Inferno ed il Paradiso, ne popolò questo regno.

Nota le terzine 1 alla 5; la 7, 8, 10, 11, 12; la 15 alla 18; la 20 alla 23; la 25 alla 28; la 32 alla 35; la 38, 39, 42, 43, 44, con l'ultime due.

I.

2.

La concubina di Titone antico

Già s' imbiancava al balzo d'oriente
Fuor delle braccia del suo dolce amico.
Di gemme la sua fronte era lucente,
Poste 'n figura del freddo animale
Che con la coda percuote la gente.

I.

2.

...

TITONE. Virg.: Tithoni croceum linquens Aurora cubile ... Phaebea lustrabat lampade terras. Ovid.: Jam super oceanum venit a seniore marito Aurora... Jamque fugatura Tithoni conjuge noctem. Come sorgeva l'aurora, s'era ancor notte? S'imbiancava appena il balzo, il lembo d'oriente: la notte cadeva, ma non ci si vedeva per anco.

FIGURA. Il P. entrò al suo viaggio di marzo; quand' il sole è in Ariete è tonda la luna: stette quattro giorni in Inferno. La luna in cinque corre due segni dello zodiaco: dunque la luna al principio del viaggio era in Libra opposta all'Ariete: ora è nel Sagittario, segno opposto allo Scorpione, dove nasce l'aurora. Cosi Pietro. FREDDO. Virg.: Frigidus ... anguis. Gli animali velenosi chiamavansi freddi. È nello Scorpione il sole sino alla fin di novembre. Ott.: Il segno

[ocr errors]

3.

4.

5.

6.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

E la notte de' passi con che sale
Fatti avea duo nel luogo ov' eravamo,
El terzo già chinava ingiuso l'ale;

Quand' io che meco avea di quel d'Adamo,
Vinto dal sonno in su l'erba inchinai
Là 've già tutti e cinque sedevamo.

Nell' ora che comincia i tristi lai
La rondinella presso alla mattina,
Forse a memoria de' suoi primi guai,
E che la mente nostra, pellegrina
Più dalla carne, e men da' pensier presa,
Alle sue vision quasi è divina,

In sogno mi parea veder sospesa
Un' aquila nel ciel con penne d'oro,
Con l' ale aperte ed a calare intesa.
Ed esser mi parea là dove fôro
Abbandonati i suoi da Ganimede
Quando fu ratto al sommo concistoro.
Fra me pensava: forse questa fiede

di Scorpio scendea sopra il nostro orizzonte; e notte era in opposito di noi... Scorpio era salito sopra quello emisperio, sì che tutta Virgine, che fu ascendente a quello nel principio della notte, era passata; la quale pena a scendere due ore e tre quarti.

...

CHINAVA. Virg.: Ruit nox. La notte, secondo Macrob., tre ore e mezzo sale; altrettante discende. In luogo antipodo a Gerusalemme l'aurora deve incominciar a biancheggiare prima che in paese d'Italia.

ADAMO. Perchè, nota Pietro, il corpo dorme, no l'anima.

VINTO. Un antico

(V. B. Chiara, c. 3): Vinta dal sonno. La medesima frase è in Albertano. CINQUE. Dante, Virgilio, Nino, Corrado, Sordello.

ORA. Tra l'addormentarsi e 'l sognare corre intervallo; e se questo non fosse, e' non descriverebbe di nuovo l'ora: e ciò essendo, si mostra così che quand' egli s'addormentò era ancor notte. -GUAI (OV., Met., VI). Filomela fa il P. mutata in rondine, non Progne, com' altri (c. XVII, 7).

DIVINA. Altri intende divinatrice, perchè coll'alba, secondo Ov., Somnia quo cerni... vera solent. Pietro intende divina, non altro: e cita Arist. (De Anima), il quale all'anima dà tre potenze: vivere, sentire, intendere; onde la chiama animale divino. E cita Socrate, il quale diceva: doversi pensare la mattina, mangiare la sera. Io starei per la prima interpretazione: non già che non creda autorevole la seconda. Petr.: Che con la bianca amica di Titone Suol de' sogni confusi torre il velo.

8. GANIMEDE. OV. (Met., X). ·

9.

RATTO. Virg.: Rapti Ganymedis honores... Su

stulit alta petens pedibus Jovis armiger uncis.

[ocr errors]

FIEDE. Arriva. Inf., X: Sentier ch' ad una valle fiede. PIEDE. Ritti; illesi. Per indicare la disposizione elevata dell'anima che sale a Dio.

Tomo II.

ΙΟ

« ÖncekiDevam »