27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. Non è più tempo da gir sì sospeso. Vedi colà un angel che s' appresta Di riverenza gli atti e 'l viso adorna, A noi venía la creatura bella Le braccia aperse, e indi aperse l'ale: A questo annunzio vengon molto radi. Menocci ove la roccia era tagliata: Come a man destra, per salire al monte Dove siede la chiesa che soggioga La ben guidata sopra Rubaconte, Si rompe del montar l' ardita foga 27. 28. 29. 30. 31. 32. 34. ANGEL. Gli Angeli, dice Pietro, sono i giudizii della coscienza. ANCELLA. Ora. Era già mezzodì. Ov. (Met., II): Jungere equos Titan velocibus imperat Horis Jussa deae celeres peragunt. C. XXII: E già le quattro ancelle eran del giorno Rimase addietro. ... ADORNA. Petr.: E di lacrime oneste il viso adorna altre volte. RAGGIORNA. Se ora non espii, non puoi più. I. A lui. E' l'usa TEMPO (c. III). Conv.: Tutte le nostre brighe, se bene venimo a cercare li loro principii, procedono quasi dal non conoscere l'uso del tempo. Sen.: Il tempo solo è nostro. BIANCO. Ev.: Erat... aspectus ejus sicut fulgur, et vestimentum ejus sicut nix. RADI. Matth., XXII: Pauci ... electi. CHIESA. Di s. Miniato a monte. GUIDATA. Firenze. Simile ironia nel VI. - RUBACONTE. Ponte su Arno fabbricato da Rubaconte da Mandello milanese, potestà di Firenze nel 1237 (Vill., III, 27). Ora Ponte alle Grazie. 35. 36. 37. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. Per le scalée che si fero ad etade Cantaron sì che nol diría sermone. Ahi quanto son diverse quelle foci Già montavam su per gli scaglion santi, Ond' io: maestro, di', qual cosa greve Rispose: quando i P che son rimasi Fien li tuo' piè dal buon voler sì vinti QUADERNO. Dice l'Anon. che nel 1299, per molte baratterie fu deposto e carcerato M. Monfiorito da Caserta podestà di Firenze, e che M. Niccola Acciaiuoli, allora priore, col consenso di Baldo d'Aguglione (di cui nel XVI del Paradiso), mandò pel libro della camera del comune, e ne trasse un foglio dove toccavasi un fatto ingiusto del quale egli era complice. Il che fu confessato da M. Monfiorito; onde tutti e tre furono condannati. Ott.: Essendo un ser Durante de' Chermontesi doganiere e camerlingo della camera del sale del comune di Firenze, trasse una doga dello staio, applicando a sè tutto il sale ovvero pecunia che di detto avanzamento perveniva. Par. ( XVI, 105): Quei ch' arrossan per lo staio. ... RADE. Qui la via è stretta, non come a s. Miniato. Virg., V: Înter navemque Gyae scopulosque sonantes Radit iter laevum interior ... PAUPERES (Matth., V). La povertà dello spirito, intende Pietro, è contraria all'invidia: perchè coloro che nulla troppo desiderano, prendon cura del ben comune. Ambr., I (De serm. Dom. in mon.): Recte intelligentur pauperes spiritu, humiles. Voci. Angeliche o delle anime purganti. LAMENTI (Inf., III, V). 38. 39. PIAN (C. I, IX). 40. 41. RICEVE? Inf., XX: Inganno ricevesse. STINTI. Privi di colore o spenti. La superbia è fonte d'ogni peccato, e quella tolta, gli altri quasi sen vanno. E nel P. la superbia era vizio dominante, e lo dice (c. XI). 42. 43. 45. 43. 44. 45. 46. Che non pur non fatica sentiranno Allor fec' io come color che vanno DILETTO (c. XXVI). ALLOR. Bella similitudine, ma più lunga che in Dante non sogliano. Tutte belle le similitudini di questo canto. QUEL (c. IX, 39). Nella seconda cornice gľ invidiosi stanno appoggiati al livido masso, coperti di vil cilicio, veggendosi l'un con l'altro, perchè sentano la necessità del mutuo sofferirsi; chiusi gli occhi da un filo di ferro, gli occhi accecati già dall'invidia. Voci passan per l'aria confortanti ad amare, e rammentano le dolci parole che Maria disse nelle nozze di Cana, e l'amore d'Oreste a Pilade, e il precetto evangelico d'amare il nemico. La mitologia s'intromette sempre al vero, perchè la mitologia è a Dante simbolo, o vestigio di storia. E tutti gli esempi celebri di qualunque natura sieno, fanno per lui, purchè celebri. Lo dice nel XVII del Paradiso. Nota le terzine 3, 4, 6; la 9 alla 13; la 15, 16, 17, 20, 21; la 24 alla 27; la 30, 33, 34, 39, 41, 43, 45, 49, 51. I. 2. 3. 1. 2. 3. Noi oi eravamo al sommo della scala Lo monte che, salendo, altrui dismala. D' intorno il poggio, come la primaia; SECONDAMENTE (Conv., I, 8). SALENDO. A salirlo. Virg.: Uritque videndo. Petr. (son. 6): Acerbo frutto che le piaghe altrui, Gustando, affligge ... DISMALA. Un antico: Dismala, cioè dísvizia. Dismalare per vincere la malattia, è nel L. Cur. mal. LEGA. Per circonda. Così in Virg., vincire. PRIMAIA (C. X, 7). Il secondo ripiano circolare dev' essere minore del primo, se il monte si restringe salendo. Nell'Inferno i cerchi primi son più larghi che gli ultimi: e il simile nel Purgatorio, perchè i peccati più gravi sono più rari, e più rari gli uomini puri di vizio. OMBRA. Altre imagini eran dunque a linee ombreggiate, altre a rilievo. GLI. Ivi. SEGNO. Forse e' figurava i bassirilievi del Purgatorio, come que' di 4. 5. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Par sì la ripa e par sì la via schietta Se qui per dimandar gente s' aspetta, O dolce lume a cui fidanza i' entro Quanto di qua per un migliaio si conta, Luca della Robbia, colorati. Sap. (XV, 4). Umbra picturae... effigies sculpta per varios colores. SCHIETTA. Essendo gl'invidi ciechi, sentono, ma non han bisogno di vedere gli esempi del bene al lor male contrario. ELETTA. Da FORSE. Con la ragione prevede che gl'invidi non debbono come i superbi girare; perchè l'invidia ha astio dell' andare altrui, ma non va. qual parte s' ha a volgere. L'usa l' Ariosto (XIX, 92). SOLE. Non avendo Dante provato l'invidia, Virgilio, ossia la ragione che lo conduce, si volge al sole perchè gli scorga il cammino, vale a dire la scienza speculativa. Jo., I: Lux vera, quae illuminat omnem hominem venientem in hunc mundum. Virg.: Aetherii spectans orientia solis Lumina. Il sole gli stava a destra, passato il mezzodi (c. XII, 27). — PORSE. Inf., XII: Con gli occhi in giù la testa sporgo. CENTRO. Volse dunque a destra; come sempre farà. Nell'Inferno sempre a sinistra. Nota questi modi varii co' quali dipinge l'atto dell'andare (Inf., I). -- 6. DOLCE. Inf., X: Lo dolce lome. cammino. ENTRO. Conv. (1. X): Entrare nel nuovo 7. PRONTA. Per spingere è nelle Rime, per sollecitare è nel Boccaccio. Se grazia soprannaturale non ci stimoli, la naturale ragione dev'essere nostra guida. Villani: Gli prontava più volontà che fermezza. MIGLIAIO. Dissillabo, come nel Petr.: Pistoia. 8. tempo. 9. PER.. Perchè vogliosi d'avanzare. CON. Altrove: Con picciol SPIRITI. Forse angelici. Non si veggono, perchè gl' invidi già son ciechi. MENSA. Traslato familiare al P. |