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Die X. Maij, primae Ind. 1503.

Noi D. Gio Thomaso di Gioeni Sig. e Barone di la ditta Terra di Castiglione accettamo et confirmamo li soprascritti Capitoli Consuetudini et Osservantii di la ditta Terra di Castigliuni, modo et forma ut supra.

Noi D. Gio. Thomaso di Gioeni, ut supra.

Die XVIII. Maii X.mae Ind. 1566.

Noi D. Giovanne di Gioenio, Marchese di Giuliana e Castiglione etc. confirmamo li sopraditti Capitoli e Consuetudini di la nostra Terra di Castiglione juxta sui seriem, continentiam et tenorem etc. Iuravit etc. Unde etc.

Praesentibus Magnificis Julio Sardo, Johanne Vincentio Sardo, Thoma Santoro, Antonio Palazzolo, Angelo Giarnera, Spettabile D. Consalvo de Joenio et aliis.

Alphonsus de Arnono regius publicus (notarius)
Il Marchese di Giuliana e Castiglione.

Abbiamo voluto per maggiore esattezza pubblicare queste conferme, come sono nell' antico manoscritto.

Conviene notare che queste Consuetudini di Castiglione rimasero unico codice di leggi municipali in lingua siciliana; poichè le consuetudini di altre terre e città sono scritte in latino, e soltanto si trovano pochissimi capitoli in volgare, di poca importanza, per privilegi locali o vari ordini isolati e di epoca posteriore, come per Nicosia e Mistretta (Arch. Stor. Italiano, t. VIII, 1881, pag. 212, 214) e per talune leggi suntuarie di Palermo del

1423 (Gregorio, Bibl. Aragon. Panormi 1792, t. II, p. 531, Capitoli fatti per la Universitati di la filichi chitati di Palermu et inde prisintati ecc.). I dotti italiani potranno comparare per la lingua volgare le Consuetudini di Castiglione col gran numero dei Capitoli del Regno in lingua volgare che dal 1403 sino al fine del secolo XV vennero sanciti dai re Martino, Alfonso, e Ferdinando il cattolico, e che possono vedersi nelle pag. 99 e seg., 139 e seg., 210 a 269, 318, 334 a 387 della raccolta Regni Siciliae Capitula, pubblicata in Venezia nel 1573 e che trovasi nelle Biblioteche d'Italia.

Palermo, gennaio 1883.

VITO LA MANTIA.

LE ORIGINI DELL' JACOPO ORTIS

(Contin. e fine, vedi pag. 180, p. XV, parte II.)

Molto v'è poi da osservare anche intorno ai personaggi, che più o meno direttamente concorrono allo svolgimento del dramma. Non tutti quelli che entrano nella Vera Storia, compariscono più tardi nell' Ortis. In fatti furono dall' Ortis ragionevolmente esclusi quei personaggi, che nella seconda parte della Vera Storia erano stati introdotti dal Brighenti, quali sono, Angelo Sassoli, Enrichetta sua amica e Marianna amante di Lorenzo, ancorchè questa si trovi menzionata anche a pag. 32 della prima parte. Della madre di Iacopo non tralasciò che il nome, Leonora, perchè inventato con ogni probabilità dal Brighenti. Quei personaggi invece, che nella prima parte furono dal Foscolo stesso introdotti e che perciò hanno maggiore importanza, tutti meno uno, che si trasformò in un altro e la vecchierella Margherita, serva nella casa di Teresa, che scomparve, tutti rimasero coi loro nomi, parte ritenendo altresì i principali loro caratteri drammatici, parte però dopo avere subito certe modificazioni personali e caratteristiche. Tra questi sono da annoverarsi Teresa, Odoardo e Lorenzo, amico di Iacopo; tra quelli Lauretta

ed Eugenio, il servo Michele, Olivo P. amico di Iacopo e di Lorenzo, e sarei per dire anche Iacopo stesso, se di lui non avessimo più completamente rappresentata la figura. Quel personaggio, che colla perdita del nome oltrechè dei caratteri personali si trasmutò in un altro, è la Giovannina, figlia di Teresa, che diventò Isabellina. (1) Di più v'aggiunse il Foscolo una nuova creazione, il padre di Teresa, il signor T.""*

Tralasciando ora questi ultimi per ritornare ai primi, diciamo, che la Teresa della Vera Storia, nell'Ortis non è più la moglie del Monti dagli occhi e dalle chiome nere, nè la vedova madre di Giovannina e fidanzata al pittore Odoardo, ma la Roncioni dalle chiome biondissime, figlia d'un patrizio decaduto, il signor T." fidanzata ad Odoardo, che diventò da pittore marchese, e sorella finalmente della graziosa Isabellina. L'amico Lorenzo Alderani, il quale, come io sono fermamente convinto, non è altro che una fedelissima copia di quel Lorenzo, personaggio allegorico, a cui lo Young dirige le sue Notti, l'amico Lorenzo dico da solo carattere immaginario » che era nella Vera Storia, passando nell' Ortis, divenne personaggio storico, poichè senza alcun dubbio in lui è rappresentato il Niccolini. (2)

In ambedue i romanzi poi identica è la moglie anonima del patrizio T. il quale per altro nel secondo diventa patrizio M. Qualche altro personaggio anonimo mi resterebbe ancora da menzionare, se la nessuna importanza sua non mi dissuadesse dal farlo. Piuttosto circa la verità storica dei personaggi sopradetti, mi necessiterebbe di aggiungere qualche altra notizia, se io non credessi

(1) Appendice; articolo I.
(2) Appendice; articolo II.

d'aver fatto ciò, almeno in parte, nei due articoli dell'Appendice, e se non riconoscessi come cose, che sono di maggiore importanza e che hanno più stretta attinenza coll' indole del mio modesto lavoro, mi costringono a passar oltre per parlar tosto di esse.

Nell'Ortis tutti i personaggi, tranne Iacopo, non hanno che una parte passiva, ciò che non è nella Vera Storia, perchè in essa, dopo Iacopo, prendono parte attiva anche l'amico Angelo Sassoli e Teresa. Ma non per questo sono quei primi d' uguale importanza, poichè mentre alcuni vengono a diretto contatto epistolare con Iacopo, altri non c'entrano che per incidenza più o meno notevole e ciò niente per altro, che per rendere più interessante e più variabilmente completo il quadro drammatico,

Queste differenze di maggiore o minore partecipazione personale nel dramma risultano manifestamente dalla distribuzione delle lettere, che però nei due romanzi non è punto la stessa. Così mentre le lettere della Vera Storia con grave danno dell'unità non tutte sono di Iacopo, ma ve n'ha pure qualcuna di Teresa e per di più quelle di Iacopo sono parte dirette a Lorenzo, parte, benchè in minor numero, a Teresa, a sua madre e ad Odoardo, nell'Ortis incambio, oltrechè essere cresciute di numero e di relazioni da parte di Lorenzo, tutte sono scritte da Iacopo, e tranne due a Teresa (1) ed una al signor T.*** tutte sono indirizzate all' amico Lorenzo.

Di questa distribuzione toccò anche il Foscolo nella lettera al Bartholdy, ma, come ognuno vedrà da quello che si è fin qui detto, con qualche inesattezza. « M'accôrsi scriveva egli che la magia del Werther

(1) Quella che è a pag. 83 dell' edizione le Monnier derivata dalla XLV della Vera Storia, ed un' altra verso le fine.

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