Sayfadaki görseller
PDF
ePub

LA BIBBIA, ESEMPLARE DI LETTERATURA

I.

Nel tomo I, dispensa 3, serie 3, degli Atti dell'Istituto Veneto, leggesi una erudita Memoria dell' illustre conte Giovanni Cittadella, intitolata: La Bibbia considerata qual mezzo d'istruzione letteraria. Ricordato in essa quanto dalla Bibbia fossero ispirati i migliori nostri poeti, Dante, Tasso e Manzoni, e quanto il cristianesimo abbia veramente rinnovate le condizioni morali dell'Europa, propone di compilare un'antologia di scelti squarci biblici a vantaggio della studiosa gioventù. Accuratamente enumera le difficoltà, che superare si dovrebbero, e le cautele che sarebbero necessarie. Quindi, accettando la scolastica partizione delle produzioni letterarie secondo il triplice stile infimo, medio e sublime, dottamente divisa quali dei libri biblici somministrerebbero modelli per ciascheduno di essi. Egli fa la generale proposta, lasciando ad altri la particolare applicazione, e la desiderata attuazione. Sembrami possa riuscire di grande vantaggio per li nostri studii il rimettere cotal saggia proposta in publica luce, ora che per la critica ristampa della Bibbia volgare, abbiamo quei libri divini tradotti nella lingua dell'aureo trecento, così che in questo particolare non possiamo desiderar nulla di meglio.

Il senno italiano da molti anni risolse la questione con tanto accanimento agitata in vicini paesi, non è guari, se, come, e quanto gli scrittori pagani ovvero i cristiani debbano essere posti innanzi quali modelli di bene scrivere (e per conseguenza, di ben sentire e pensare) agli studiosi nostri giovani. Per tacer degli antichi, e dell' esempio di Dante, il quale di per sè solo avrebbe dovuto bastare a far bruciare di vergogna chi voleva inopportunamente ripropor la questione; s. Carlo Borromeo aveva presi per le sue scuole i provvedimenti più saggi, i quali in buon punto furono in tale occasione richiamati alla memoria: quel s. Carlo Borromeo, il quale non dovrebbe giammai essere dimenticato da chi sinceramente intenda riconciliare fede e scienza, civiltà e religione, cattolicismo e progresso.

Lo studio letterario della Bibbia innanzi tratto farà, che la nostra gioventù acquisti per tempo idee più vaste intorno alla cultura dei popoli, ed alla estetica in generale, distinguendo il bello assoluto, e per conseguenza immutabile, dal relativo, per sua natura mutabilissimo secondo i varii tempi ed i varii paesi, e le varie condizioni cosmiche e morali di essi. Il pagano pregiudizio dei Greci, i quali chiamavano barbari (che sembra voglia dire borbottanti) tutti quelli che non parlavano greco; e degli Slavi, i quali chiamavanò mutoli quelli de' quali non intendevano la lingua, non è bandito dalla classica vieta nostra istituzione letteraria. I Chinesi innalzarono un muro gigantesco per separare il celeste imperio dagli imperii umani: i vieti nostri istitutori di letteratura innalzavano nella prima educazione un muro in mal punto insuperabile, per tenerci lontani da qualunque contaminazione letteraria. Poesia ed eloquenza vera non fu che in Grecia, in Roma, in Italia nel trecento, e nel cinquecento: fuori di questo magico cerchio, tutto è barbarie! - Questa era la loro formola. Oggimai,

non solo nella dottrina cristiana, ma altresì in letteratura convinti che tutti gli uomini sono fratelli, non possiamo più credere che nessuna gente sia stata dal Padre comune diseredata del sacro patrimonio del bello. Giova anzi considerare, come l'una dall'altra diversamente, secondo le diverse sue condizioni, abbia trafficato l'estetico suo talento. Qual cosa più utile del fare esteticamente considerare a' nostri giovani i brani meglio adatti di una letteratura, che per la istruzione religiosa non può esser loro al tutto ignota? Che ha tanta somiglianza, ed al tempo medesimo tanta dissomiglianza, colla nostra? Che influi tanto sopra la nostra, pur quando a principio la civiltà facendo il giro apparente del sole, dall' oriente passò nel nostro occidente; e più quando nei tempi di mezzo le nuove nostre lingue e letterature, figlie adottive del cristianesimo quali sono, manifestamente furono educate sopra la Bibbia?

Che si possa studiare la Bibbia nella sua teologica sostanza, trascurandone affatto la estetica forma, veggiamo che pur troppo si può fare, e si fa: ma che un cristiano studiandone la estetica forma, affatto affatto ne lasci in non cale la teologica sostanza, non sembra punto probabile. So bene, che si può godere del calorico diffuso dal sole, senza guari contemplarne la luce: ma che si possa analiticamente contemplarne la luce senza punto punto sentire i benefici effetti del suo vivificante calorico, non parmi probabile. Chiaro s'intende, che io voglia inferirne. Altre volte la teologia nelle nostre scuole, come nel poema di Dante, era la scienza primaria. Dopo molte vicende, e particolarmente dopo che si usò in fatto di polemica religiosa di sostituire il voltairiano sarcasmo al dialettico sillogismo, parvero meglio affezionati alla religione quelli che non ne parlassero, scusandosi come già gli Ateniesi coll'Apostolo, soggiugnendo: Non la conosco: non me ne cale: abbiamo

altro a fare! I costumi e le pratiche religiose sussistono fra il nostro popolo: la istruzione religiosa, dalla quale si impara il perchè di tali costumi e pratiche, non credo sussista nel miglior fiore. La ignoranza peraltro sarebbe nocevole assai meno dell'errore: ma per la lettura (ch'è or fatta popolare passione) di libri, ne' quali più o meno si parla di religione, quali sono storie, drami, romanzi, dettati da uomini irreligiosi, o in religione non abbastanza eruditi per la lettura di buoni libri di religione, ma non corredati della necessaria preparazione, nè accompagnati dalla necessaria ermeneutica, quale è appunto in primo luogo la Bibbia: per la lettura di giornali, ove la causa ecclesiastica è farisaicamente trattata con tutte le mariuolerie del sofista; troppi errori sono disseminati in fatto di religione, altresì nelle menti di coloro che sono alla ortodossia più devoti. Frequentate qualche conversazione: leggete le produzioni della letteratura giornaliera sì in prosa che in verso, e ciò toccherete con mano. Sarebbe

adunque provvedimento sapientissimo, che per la estetica scuola della Bibbia, al tempo stesso la migliore religiosa istruzione si impartisse. Come l'infermo fanciullo del Tasso, i nostri alunni berrebbero la medicina senza accorgersi che fosse tale, ingannati dal miele onde sono aspersi gli orli del vaso. Potremmo allora sperare, che se alcuno degli esordienti in letteratura parlasse di religione, sapesse almeno lo stato delle questioni, e dopo molto vano discorrere, non fossimo in cuor nostro costretti a conchiudere: Perdonate, o Signore, perchè non sanno quello che dicono !

Egli d'altra parte comune lamento, che dopo il cinquecento (dopo il rifiorimento degli studii pagani, contro l'intemperanza dei quali con tanto ardore erasi opposto il Savonarola), nelle lettere e nelle arti nostre, eziandio consacrate alla religione, manchi più o meno la ispirazione

religiosa. Vi accorgereste che fosse sacra la maggior parte della moderna musica sacra, se non fosse accompagnata da parole liturgiche? Qual differenza è fra l'architettura di un teatro, e di tante chiese moderne? Osservate le sacre pitture, e sculture anteriori, e le posteriori a quell'età, e vedrete capital differenza! Contemplate a vostro agio, e vi accorgerete che alcuna cosa lor manca. Sapete qual è? La ispirazione religiosa. Quegli artisti avevano imparato a leggere sopra la Bibbia. I nostri sono educati sopra modelli pagani. Della Bibbia sapranno solo magramente in compendio i fatti, e le dottrine. Se l'avessero bene studiata, sarebbero pari a chi fosse andato cogli occhi propri a vedere uomini e paesi, anzi che leggere un compendio geografico. Dicasi altrettanto di ogni bell'arte.

Senza che, quando la nostra gioventù che sa leggere (e tutta dovrebbe ciò sapere) per bel modo coll' estetiche meditazioni fosse erudita delle origini della religione, della sua liturgia, delle sue istituzioni; potremmo più vederla si disamorata delle nostre solennità religiose, e dei nostri riti, che sono tanto augusti? Potremmo più vederla ammirar solamente l'opera materiale delle nostre basiliche, come l'idiota, che per non saper leggere guarda soltanto la legatura, i fermagli, i segnacoli, le vignette di un libro? A tutti questi bisogni si soddisferà, e tutti questi vantaggi, e molti altri più, si potranno di leggieri ottenere, quando la studiosa nostra gioventù sia educata, nel modo che per essa può essere migliore, al bello, al vero, al buono, al santo, sopra la Bibbia.

II.

Toccati per sommi capi i vantaggi estetici, intellettuali, e morali, che da una biblica antologia nelle nostre scuole ragionevolmente ci possiamo promettere; rimane che accenniamo al modo di compilarla ed usarla.

« ÖncekiDevam »