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STUDIO DI FILOSOFIA

Alla gioventù studiosa d'Italia

PROGRAMMA

Indocti discant, ament meminisse periti.

Il dottore prof. VINCENZO PAGANO ha ripreso il suo antico studio di scienze razionali.

Oggi che la filosofia è in una manifesta decadenza, poichè si vuol fare di essa una fisica od una scienza empirica, non la scienza universale, come è stata sempre, dei principii e delle cause prime, si sente maggiormente il bisogno d' una istituzione elementare, la quale sia essenzialmente razionale e morale.

Non si nega l'utilità dello studio della natura, che sul metodo sperimentale si fonda; però, la filosofia non sta nelle. regioni materiali, ma in un principio superiore ad esse, ovvero in un saggio accordo dell'ideale col reale. Sconoscere l'idealismo, fonte perenne dello scibile, è rinnegare la scienza stessa, è contraddire la vita nuova e moderna dei popoli, opporsi alla civiltà, al progresso, ai principii eterni di giustizia e di umanità. Epperò, i giovani debbono studiarla di proposito e con vivo interesse, se agognino davvero un posto nella società. La filosofia c'insegna fidare nelle proprie forze, che stanno nella vita reale del pensiero, nella duplice individua esistenza, dello spirito e del corpo. Lo studio della filosofia è dunque della maggiore importanza; non superficiale, non scettico, non materiale; nè a centellini panteistici o anatomici, come s'insegna, da taluni, che non hanno fede, ma profondo,

veritiero, ideale e reale, con ampia sintesi, con armonia universale, come fu proposto dai sommi maestri. Noi insegniamo la filosofia razionale italiana, ch'è nell' equilibrio.

Epperò, conforme alle opere da noi pubblicate in venticinque anni di vita scolastica e scientifica, e sulla base inconcussa dei principii di equilibrio morale e sociale, che ne sono l'addentellato, facciamo invito ai giovani studenti di Liceo e Università, richiamandoli allo studio della filosofia. In questa palestra, arditi e convinti Apostoli, noi combattiamo da venticinque anni, bersagliati sì, ma non vinti, nè domi. Il vero sapere non muore mai. La nostra divisa è quella di patriota per il rispetto alle leggi dello Stato, e di cattolico, come sacerdote e ministro della Chiesa: Italianità e Cattolicità.

L'insegnamento va diviso in due corsi:

I. Corso di filosofia per Liceo. che comprende la logica, la psicologia, l'estetica, l'etica. Questa lezione si dà in tutti i giorni dalle 8 alle 10 a. m. I giovani che la frequentano alla fine dell'anno possono con sicurezza sostenere gli esami per la licenza liceale.

II. Corso di filosofia per l'Università, che abbraccia la metafisica. la storia della filosofia, la filosofia della storia, la filosofia del diritto e l'economia sociale, cioè i principii razionali e morali applicati alla storia, all' arte, alla società, all'economia, allo Stato, come preparazione alle diverse facoltà universitarie, e in ispecie ai diplomi professionali. Questa lezione si dà dalle 12 m. in poi.

Si hanno per guida le opere dei migliori autori e quelle del medesimo prof. PAGANO.

Il mensile è di L. 5 in classe per ciascun corso. Per una lezione particolare, da convenirsi.

Dirigersi, strada Atri, 25.

Napoli, 4 novembre, 1883.

PROF. PAGANO

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DELLA VITA E DELLE OPERE

DI

CESARE ARICI

SAGGIO

DI AGOSTINO ZANELLI

DOTTORE IN LETTERE

(Continuazione e fine, da pag. 157).

PARTE SECONDA

Le opere di C. Arici.

I.

Non sarà inopportuno prima di esaminare le singole opere dell'Arici dire qualche cosa su certi caratteri generali di esse, che ne sono quasi la nota dominante, per poterli poi più facilmente rintracciare di volta in volta e trarre quindi dall'esame di essi, dal confronto colle opere stesse, quelle conseguenze, che spontanee ci si offriranno.

L'Arici, io dissi, fu ardente fautore del classicismo; pure delle nuove dottrine letterarie venuteci dalla Germania egli subi non poca influenza, così da occupare nel classicismo stesso un posto speciale. Per persuadercene non abbiamo che raffrontare alcune delle principali accuse che egli muoveva al romanticismo con quei caratteri delle sue opere cui ora accennai. Rimproverava egli fortemente alla scuola romantica di voler abbandonare l'antichità come fonte di inspirazione della poesia, prefeVol. XVI, Parte II.

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