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O patria mia, vedo le mura e gli archi

E le colonne e i simulacri e l'erme

Torri degli avi nostri, (3)

Ma la gloria non vedo,

Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi

I nostri padri antichi."Or fatta inerme,

Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,

Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo; dite, dite :

Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
(5) Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,'
Nascondendo la faccia

Tra le ginocchia, e piange.

(2)

Piangi, chè ben hai donde, Italia mia,

Le genti a vincer nata

E nella fausta sorte e nella ria.

vs. 20

Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, „
Mai non potrebbe il pianto

Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;

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Chè fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive,

(5)

Che, rimembrando il tuo passato vanto,
Non dica: già fu grande, or non è quella ?
Perchè, perchè? dov'è la forza antica,
Dove l'armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?

Chi ti tradì? qual arte o qual fatica

O qual tanta possanza

(6)

Valse a spogliarti il manto e l'auree bende?
Come cadesti o quando

Da tanta altezza in così basso loco ?

Nessun pugna per te ? non ti difende Virgilio An. II. bot
Nessun de' tuoi ? L'armi, qua l'armi,io solo

Combatterò, procomberò sol io.

Dammi, o ciel, che sia foco

Agl'italici petti il sangue mio.

vr.40

Dove sono i tuoi figli? odo suon d'armi

E di carri e di voci e di timballi :

In estranie contrade

Pugnano i tuoi figliuoli.

Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmì,"
Un fluttuar di fanti e di cavalli,

E fumo e polve, e luccicar di spade
Come tra nebbia lampi.(7)

Nè ti conforti? e i tremebondi lumi
Piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
L'itala gioventude? O numi, o numi!
Pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra è spento,
Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari,

Ma da nemici altrui

Per altra gente, e non può dir morendo:

Alma terra natia,

La vita che mi desti ecco ti rendo.

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(4)

vs.60

Oh venturose e care e benedette
L'antiche età, che a morte

Per la patria correan le genti a squadre ;
E voi sempre onorate e gloriose,

O tessaliche strette,

Dove la Persia e il fato assai men forte
Fu di poch'alme franche e generose !
Io credo che le piante e i sassi e l'onda
E le montagne vostre al passeggiere
Con indistinta voce

Narrin siccome tutta quella sponda
Coprir le invitte schiere

De'corpi ch'alla Grecia eran devoti.

Exchilo-JPersian Allor, vile e feroce,

Omero X. XV

508

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Serse per l'Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;

(3)

E sul colle d'Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide (1) salia,

Guardando l'etra e la marina e il suolo.
E di lacrime sparso ambe le guance,
E il petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,

Ch'offriste il petto alle nemiche lance
Per amor di costei ch'al Sol vi diede;

Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell'armi e ne'perigli

Qual tanto amor le giovanette menti,

Qual nell'acerbo fato amor vi trasse?

Come si lieta, o figli,

L'ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lacrimoso e duro ?

Parea ch'a danza e non a morte andasse »
Ciascun de'vostri, o a splendido convito:
Ma v'attendea lo scuro

Tartaro, e l'onda morta;

1780

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Nè le spose vi furo o i figli accanto
Quando su l'aspro lito

Senza baci moriste e senza pianto.

Ma non senza de Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.

Come lion di tori entro una mandra

Or salta a quello in tergo e sì gli scava
Con le zanne la schiena,

Or questo fianco addenta or quella coscia ;
Tal fra le Perse torme infuriava

L'ira de'greci petti e la virtute.
Ve'cavalli supini e cavalieri;
Vedi intralciare ai vinti

La fuga i carri e le tende cadute,
E correr fra'primieri

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Pallido e scapigliato esso tiranno ;
Ve'come infusi e tinti

Del barbarico sangue i greci eroi,
Cagione ai Persi d'infinito affanno,
A poco a poco vinti dalle piaghe,

L'un sopra l'altro cade. Oh viva, oh viva:

Beatissimi voi

Mentre nel mondo si favelli o scriva.

Prima divelte, in mar precipitando,

Spente nell'imo st ideran le stelle,

Che la memoria e il vostro

Amor trascorra o scemi.

La vostra tomba è un'ara; e qua mostrando
Verran le madri ai parvoli le belle

Orme del vostro sangue. Ecco io mi prostro,
O benedetti, al suolo,

E bacio questi sassi e queste žolle,

Che fien lodate e chiare eternamente
Dall'uno all'altro polo.

Deh foss'io pur con voi qui sotto, e molle
Fosse del sangue mio quest'alma terra:
Che se il fato è diverso, e non consente

(2)

vs. 100

120

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