Canti di Giacomo LeopardiF. Le Monnier, 1860 - 128 sayfa |
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Sayfa 15
... : Ch'essendo questa o nessun'altra poi L'ora da ripor mano alla virtude Rugginosa dell'itala natura , Veggiam che tanto e tale È il clamor de'sepolti , e che gli eroi Dimenticati il suol quasi dischiude , A ricercar s'a questa III. ...
... : Ch'essendo questa o nessun'altra poi L'ora da ripor mano alla virtude Rugginosa dell'itala natura , Veggiam che tanto e tale È il clamor de'sepolti , e che gli eroi Dimenticati il suol quasi dischiude , A ricercar s'a questa III. ...
Sayfa 21
... mano ? attenuata e franta Da voi nostra natura ? e le assonnate Menti , e le voglie indegne , E di nervi e di polpe Scemo il valor natio , son vostre colpe ? Ad atti egregi è sprone Amor , chi ben l ' estima , e d'alto affetto Maestra è ...
... mano ? attenuata e franta Da voi nostra natura ? e le assonnate Menti , e le voglie indegne , E di nervi e di polpe Scemo il valor natio , son vostre colpe ? Ad atti egregi è sprone Amor , chi ben l ' estima , e d'alto affetto Maestra è ...
Sayfa 32
... mano Dell ' altrice natura ; onde la viva Fiamma n'increbbe , e detestato il parto Fu del grembo materno , e violento Emerse il disperato Erebo in terra . Tu primo il giorno , e le purpuree faci Delle rotanti sfere , e la novella Prole ...
... mano Dell ' altrice natura ; onde la viva Fiamma n'increbbe , e detestato il parto Fu del grembo materno , e violento Emerse il disperato Erebo in terra . Tu primo il giorno , e le purpuree faci Delle rotanti sfere , e la novella Prole ...
Sayfa 38
... mano e sospirai . Poscia traendo i tremuli ginocchi Stupidamente per la muta stanza , Ch'altro sarà , dicea , che il cor mi tocchi ? Amarissima allor la ricordanza Locommisi nel petto , e mi serrava Ad ogni voce il core , a ogni ...
... mano e sospirai . Poscia traendo i tremuli ginocchi Stupidamente per la muta stanza , Ch'altro sarà , dicea , che il cor mi tocchi ? Amarissima allor la ricordanza Locommisi nel petto , e mi serrava Ad ogni voce il core , a ogni ...
Sayfa 48
... mano Lo strinse la sciaura , e in ghiaccio è vòlto Nel fior degli anni . Mi sovvien del tempo Che mi scendesti in seno . Era quel dolce E irrevocabil tempo , allor che s'apre Al guardo giovanil questa infelice Scena del mondo , e gli ...
... mano Lo strinse la sciaura , e in ghiaccio è vòlto Nel fior degli anni . Mi sovvien del tempo Che mi scendesti in seno . Era quel dolce E irrevocabil tempo , allor che s'apre Al guardo giovanil questa infelice Scena del mondo , e gli ...
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Sayfa 41 - Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il...
Sayfa 41 - Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo,* Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo; e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno. Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno.
Sayfa 67 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Sayfa 108 - Libertà vai sognando, e servo a un tempo Vuoi di novo il pensiero, Sol per cui risorgemmo Della barbarie in parte, e per cui solo Si cresce in civiltà, che sola in meglio Guida i pubblici fati. Così ti spiacque il vero Dell'aspra sorte e del depresso loco Che natura ci die. Per questo il tergo Vigliaccamente rivolgesti al lume Che il fe...
Sayfa 42 - SERA DEL DÌ DI FESTA Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Sayfa 48 - Da presso né da lunge odi né vedi. Tien quelle rive altissima quiete; Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio Sedendo immoto; e già mi par che sciolte Giaccian le membra mie, né spirto o senso Più le commova, e lor quiete antica Co' silenzi del loco si confonda.
Sayfa 78 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.
Sayfa 6 - Perché, perché? dov'è la forza antica, Dove l'armi e il valore e la costanza? Chi ti discinse il brando? Chi ti tradì? qual arte o qual fatica O qual tanta possanza Valse a spogliarti il manto e l'auree bende? Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco? Nessun pugna per te? non ti difende Nessun de
Sayfa 72 - CHE fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli?
Sayfa 5 - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è