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associato; io mi sentirei nell' obbligo di dichiarare che il desiderio di presentarvi cosa di voi non indegna mi tenne luogo di talento; e che se luce brilla in ciò che appaleso, essa su di voi spontanea si diffonde.

Testimonio della mia fatica, siatene ora il giudice; e tale giudice io mi scelgo, per chiarezza di mente e sincerità di cuore, che l'approvazione o la correzione sua mi sarà di egual profitto.

Mentre al privato omaggio del mio rispetto succede il publico tributo dell' ossequio mio, ambi questi sentimenti si raddoppiano nel mio cuore, e mi danno nuovo diritto a ripetermi

Vostro servo obbligatissimo ed amico rispettoso,

GABRIELE ROSSETTI.

Londra, 38 Charlotte-street, Portland-place,

il primo di Gennajo del 1832.

PREFAZIONE.

LASCERÒ ad altri il parlar de' pregi che son forse in quest'opera; a me giova ragionar dei difetti che sicuramente vi sono ; ma nel confessarli con ingenuità gli scuserò con franchezza, e additando le cagioni che li produssero potrò per avventura diminuirne la gravezza.

Il primo difetto è quello che farà giudicar questo scritto piuttosto un lavoro di tarsìa che un'opera di conio; a cagione della folla de' passaggi recati e delle autorità citate, di cui quasi ogni pagina seminata si vede. L'aver presentito la poca disposizione de' lettori ad ammettere alcuni fatti fondamentali, su cui tutto l'edificio del ragionamento s'innalza, mi fè sentir la necessità di chiamare un gran numero di testimonj in sostegno loro, e di riprodurre in più d'un luogo nuove testimonianze ancora, per ricalcarne in mente altrui l'impressione.

Il secondo difetto, nato dal primo, può dirsi peccato d'intemperanza, per la quale una cosa medesima trovasi qualche volta in parecchi luoghi dimostrata, qua

in un modo e là in un altro: soprabbondanza per sè viziosa, ma resa quasi îndispensabile dalla natura dell' argomento. L'esser internamente convinto che que' fatti fondamentali son veri e sicuri, mentre pajono a primo aspetto strani sogni d'infermo, mi ha indotto a non serbar giusta misura ne' documenti e nelle ragioni. A meritar qualche indulgenza per questo eccesso, dirò che ogni nuova dimostrazione della stessa verità è quasi una verità nuova; poichè le pruove che la corroborano presentano sempre la quistione sotto altro aspetto. Altronde, sebbene gli attestati prodotti, in appoggio del mio assunto, sieno moltissimi, pure essi sono assai meno di quelli che ho tralasciati, quando mi è parso di sentire una vera sazietà nel lettore.

Il terzo difetto, diametralmente opposto al precedente, è quello che qualche volta mi farà tenere scarso di ragioni, piuttostochè soprabbondante. Ciò avviene in que' luoghi ne' quali asserisco prima quel che dimostro dopo, e non di rado assai tardi. Quando il caso si presentò che, a sostenere il progresso del ragionamento, io dovetti valermi innanzi di ciò che trovasi in appresso pienamente stabilito; ad evitare lentezza di pruove e ripetizione di autorità, mi son valuto d'un diritto che a niuno scrittore è negato. Voglia il lettore, nell'udir promesse di future dimostrazioni, non decidere intorno a quello che trova asserito, finchè le già fatte promesse non sieno, a proprio luogo, ben adempiute. Ei troverà forse che di troppo, e non di poco, dovrà in seguito accusarmi.

Il quarto difetto farà dir questo libro quasi un prodotto della Torre di Babelle, a cagione de' passaggi in

varie lingue, di cui è tutto sparso, quali in latino, quali in inglese, quali in francese, che dal fondo del discorso italiano, come tanti colori diversi, spiccan fuori. Lo stesso desiderio, dianzi espresso, di assodare que' fatti con autorità non quistionevoli, mi ha persuaso a preferire le parole originali, ne' varj idiomi in cui sono scritte; affinchè niun sospetto di alterazione, accaduta nella versione, in altrui si destasse ; nè il lettore vorrà farmi forse una colpa di averlo supposto abbastanza erudito ed adorno, da poter attingere la verità ne' fonti genuini onde scaturisce. A ciò si aggiunse che mi parve quasi impossibile di presentare sempre esatta traduzione di alcuni passi, la cui forza consiste nella disposizione delle parole e nel suono di esse, che in altro linguaggio sarebbesi o attenuata o perduta. Qualche volta però che, senza scemar peso all'autorità o forza alla espressione, ho potuto valermi di acconcia versione, io l'ho preferita, mettendo però l'originale a piè di pagina, quando il passaggio è di qualche momento.

Il quinto difetto verrà probabilmente appellato insubordinazione letteraria, a cagione del parere ch'io porto intorno a famigerate opere antiche, assai diverso da quello ch'è comunemente ripetuto. Ma que' molti i quali preferiscono il giudizio che risulta dall' esame, all' altro ch'è fondato sulla opinione, mi daran forse largo compenso di lieve danno. Altronde, o i risultamenti. delle mie analisi non ammetteranno alcuna replica, o si attireranno fondata confutazione: nel primo caso il lettore avrà rettificato il suo criterio; nel secondo l'avrò rettificato io; e terrò prezioso il guadagno.

Il sesto difetto viene assolutamente dal tema, e lo

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