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miseria per sè stessa si fa udire, e voi per voi stesso potete conoscere ciò che a mio favore o per giustizia o per pietà dovete operare, soverchio è peravventura che io insieme pregando e argomentando voglia affaticarvi, ma ancora, che io con un sol di questi due modi cerchi di persuadervi a quello a che o per vostra bontà e cortesia siete già persuaso, o se non siete, non siete anche disposto ad essere o da mie lagrime commosso, o da mie ragioni piegato; perchè nè quelle possono recarvi cosa alcuna di nuovo del mio dolore, nè queste verità da voi non conosciute farvi conoscere: e forse meglio sarebbe che un mio lacrimoso e modesto silenzio, senza vostra fatica e senza rinnovamento di mio dolore, cagionasse in voi quell' effetto il quale son molto dubbio se dalle parole possa essere cagionato. Ma perchè io ho conosciuto per prova che il tacer non m' è stato più giovevole che il ragionare, non vo' che mi paia nè fatica nè pericolo, dopo la perdita de' comodi, della quiete, della soddisfazione, della riputazione, dell' onore, della libertà, e quasi della vita stessa, che si può dir mal viva, arrischiar le parole, tentando alcuna parte delle cose perdute ricuperare. Parlerò dunque con esso voi, e tanto più volentieri con ragioni che con preghi, quanto so che più siete ragionevole che affettuoso; perchè tanto solo e non più nel ben coltivato animo vostro è rimaso d'affetto, quanto, senza eccedere e senza uscire dell'ordine prescritto dalla ragione, può adornarlo di cortese umanità: e parlerò non come si suole al popolo ignorante, o a' giudici, o a' senatori, più avvezzi alle azioni che alle contemplazioni delle cose; ma come con uomo in

teramente filosofo deve ragionare chi della filosofia è, se non intendente, almeno vago ed amatore.

Tutte le cose, illustrissimo signore, delle quali sono incolpato, e per le quali in questa infelicità sono così sventuratamente caduto, a due capi possono richiamarsi. Sempre che l' uomo pecca, pecca contra Iddio ; perciocchè Dio è per tutto ed è in tutti : nè si può cosa alcuna offendere, che ad una fattura di Dio non si faccia oltraggio. Ma in due modi contra Iddio si commette errore: o immediatamente per così dire, e queste sono quelle ingiurie che sono dirizzate contra la sua divina Maestà: o mediatamente, e queste sono l'offese che alle sue creature si fanno : le quali ancora

trapassano nella persona del prossimo, come sono gli omicidii, gli adulterii, i tradimenti e l'altre tali; o si fanno nella persona di colui che le commette; e tali sono gli atti semplici d'incontinenza o d'intemperanza, assoluta o no ch' ella sia, e i pensieri vani e accidiosi, e, per dirlo colle parole del poeta,

La gola e 'l sonno e l' ozïose piume.

Ma fra gli errori che contra il prossimo si commettono, gravissimi son quelli da' quali la maestà de' principi viene offesa ; e s'assomigliano in alcun modo a quelli che contra la grandezza d'Iddio dalla superbia e dall' empietà degli uomini sono dirittamente rivolti; perchè i principi in terra sono ministri d'Iddio e immagini e simulacri della sua potenza ; onde se uno, percotendo con mano, o con parole oltraggiando una figura di Cristo o d'alcun Santo, è degno di molto ga

stigo, degno ancora di gastigo deve esser riputato se oserà d'armar la lingua di veleno, o le mani di ferro contra li principi che sono l'immagini d' Iddio, le quali egli ha costituite in terra perchè siano con somma riverenza ubbidite e venerate. Ora essendo tante le maniere dei peccati, io per mia colpa, e parte per mia sciagura, d'alcuna d'esse sono o calunniato o accusato; perciocchè come ribello contra il principe, mio signore per elezione, come ingiurioso contra gli amici e conoscenti, e come ingiusto contra me stesso (se contra sè medesimo si può commettere ingiustizia) sono trattato; e sono scarciato dalla cittadinanza, non di Napoli o di Ferrara, ma del mondo tutto; sicchè a me solo non è lecito dire ciò che a tutti è lecito, cioè d' esser cittadin della terra; escluso non solo dalle leggi civili, ma da quelle delle genti e della natura e d' Iddio : privo di tutte le amicizie, di tutte le conversazioni, di tutti i commerci, della cognizion di tutte le cose, di tutti i trattenimenti, di tutti i conforti; rigettato da tutte le grazie, e in ogni tempo e in ogni luogo egualmente schernito e abbominato. La qual pena è così grande, che, s'ella d' alcuna speranza uon fosse accompagnata, la morte senza alcun dubbio non parrebbe molto maggiore: e forse da uomo forte e magnanimo, qual io d'esser non mi conosco, molto minore sarebbe giudicata. Ma se questa speranza non è promission di bene ch' abbia a venire, ma inganno piuttosto o conforto, simile a quel che si dà agli infermi disperati della salute, non so ben risolvermi s'ella sia alleggiamento o aggravamento di pena, vedendomi d'ora in ora riuscir fallace quel che d'avere a conseguir in breve aveva conceputo. E cer

to i parricidi, che, cuciti in un cuoio con una volpe e con un gallo, sono gettati nel mare, in guisa che mentre spirauo non possono a sè trar l'aria, e mentre sono da' flutti agitati non si purgano nell' onde, e mentre sono esposti sul lido non si riposano nella terra : i parricidi, dico, poco hanno che invidiare alle mie pene; ed io, se la speranza non fosse, lascerei in modo la mia ragione trasportar dal dolore, il quale forse i gastighi mi dipinge molto più gravi di quel che in effetto sono, che ardirei d' affermare che la mia pena fosse eguale alla loro; falsamente certo, perchè ogni gastigo che mi si dia, è in alcun modo addolcito non solo colla speranza, ma col modo del darlo. Ma pure, se non la grandezza del tormento, almeno la novità e la stravaganza farebbe questa falsità tollerabile nella lingua d' uno addolorato ; perchè se di coloro che il padre hanno ucciso si dice: che cosa è così comune agli ondeggianti, come l'onde ? e a' gettati sul lido, come l'arena? e agli spiranti, come l' aria ? e pur mentre ondeggiano non si lavano nell' onde, e mentre spirano non godono dell'aria, e mentre son gettati sul lido non son degni di toccar l' arena; ed io direi : che cosa è così comune agli uomini, come il significare i concetti suoi con parole? a' poveri, come il guadagnarsi il vitto colle fatiche e col sudore? agli studiosi, come sperare onore e utile dagli studii loro? ed io parlo e ascolto in maniera, che son sicuro che le parole non son significatrici dei concetti; m'affatico per arricchire altri co' miei stenti; e studio senza fine di comodo o di riputazione o di gloria. Ma non bene i paragoni s' agguagliano nelle bilance, direle voi e io il con

fesso: nè dalla bontà di quel principe, in cui poter sono, si potrebbe aspettar pena che avesse del crudele : nè del suo ingegno clemente e mansueto può essere invenzione gastigo tirannico: e questo che ora patisco, qualunque egli si sia, può esser piuttosto degno d' esser dato a me, che degno d'esser dato da lui, ed è fattura, per così dire, della mia fortuna ; e trovato da molte cagioni accidentali che sono concorse maravigliosamente alle mie sciagure; e cominciato quando egli pensava piuttosto di favorirmi, che di punirmi. Ma pur nè io son micidial del padre, nè alcun fu mai tale, il quale, assoluto manifestamente una volta dal giudicio d' Iddio, fosse dopo dal giudicio degli uomini di nuovo per la stessa cagione ingiustamente condannato. E quel che uccise la madre, dopo che per giudicio d' Apolline fu assoluto, non fu più dagli uomini perseguitato ed io, che dal giudicio non d' Apolline, ma di Dio vero e onnipotente (oserò pur dirlo) contra il volere e contra l'opinione degli uomini tutti sono stato miracolosamente tolto dalle mani e dalla la della morte, che una e due e tre volte venne per divorarmi, perchè di nuovo son dagli uomini gastigato? Non basta loro se i miei falli sono così grandi come giudicano, che io, quasi nuovo Oreste, da rimorsi della coscienza e dalla vergogna della perduta riputazione sia tormentato? E se non li giudicano così grandi, che per sè stessi possano esser pena, perchè rinnovellano il gastigo, certo non piccolo, nè ordinario, nè usato, nè udito, nè immaginato giammai? Ma il fallo d' Oreste fu uno, ed i tuoi son molti, diranno; ed egli uccise la madre per vendetta del padre; ma tu da qua

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