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MAY191886

Gift of

Darts Society.

PIETRO FIACCADORI

AI LETTORI

Nel giro di pochi anni la divina Commedia

non

di Dante ottiene una specie di culto quasi
direbbesi superstizioso. Un verso solo,
che un solo terzetto aperse il campo a più
scritture polemiche, nelle quali se non sempre
si scorge il vero, sempre però vi si ammira
l'ingegno; nè i moderni comentatori mercè
de' buoni studi sono del numero di quegli
antichi più atti per certo a condensare, che
a diradare le tenebre, e di cui piacevolmente
scriveva il Lasca

Poichè tu mi domandi, io son contento
Del tuo comento dir quel che mi pare:
Poco, e da pochi biasimar lo sento,
Ma ben molto, e da molti commendare.
Pur vorrebbon veder nuovo comento
Che il tuo comento avesse a comentare,
Poichè ci metterà Dante del suo
Senza un comento che comenti il tuo.

Gl idolatri del Dante aspettano con impazienza il doppio lavoro del nostro grande epico, il Tasso, che lasciò in due esemplari non poche postille parte critiche, parte dichiaratrici del testo, come ci fu annunziato

da più giornali; e noi avremo molť obbligo al ch. Pr. Rosini di Pisa intento a metterci a parte dell' importante scoperta, dalla quale gli alti dettati dell' Alighieri acquisteranno forse vie più di luce discussi e chiariti dal sommo Torquato. Nella fidanza di appagar tra non molto le nostre brame ci tornò a mente che l' immortal Muratori nella vita del Tassoni preposta alla Secchia rapita (Ed. Mod. 1744) lasciò scritto a pag. 57 così

il

Meritano poi qui molto più d'essere rammentate di nuovo altre postille che il medesimo Tassoni di sua mano fece alle terze rime, ossia alla Commedia di Dante dell' edizione d'Aldo, e che si conservano per attestato del sig. Vandelli in Roma presso Marchese Gregorio Capponi Nè contento di ciò dienne quattro esempi come per saggio. Questo stesso asseriva il diligentissimo Tiraboschi aggiungendo di più che copia fedele del Dante postillato dal Tassoni si conservava nella libreria Vandelli di Modena. (Bib. Mod. T. 5 pag. 210 ),

L'essere stato il Tassoni intendentissimo dell'antica favella, Accademico della Crusca, Paver giovato non poco al Vocabolario laver comentato e il Cortegiano del Castiglione, e l' Ercolano del Varchi ci fece nascere il desiderio di leggere le - Postille al Dante. Alle nostre richieste tenne dietro il favore, poichè l'egregio sig. Pr. Luigi Vandelli erede de' meriti di rispettabili Antenati

1

amò di trasmetterci il manuscritto ottimamente conservato. Credemmo di trovarvi per entro quell'acre, bizzarro, piacevolissimo, e liberissimo spirito che dominanelle Considerazioni al Petrarca. Ma se queste furono opera di viaggio, tessuta nel cuor del verno parte fra l'onde, e gli scogli di un tempestoso mare, parte fra le balze, e le arene di due infecondi regni, e dopo ne' triboli, e rancori di amare liti ricorsa, (Pref. di A. T.) quelle al Dante non offrono niuno premeditato esame, niuna cura di lima, ed è opera

= Scritta così come la penna getta

Per fuggir l'ozio, e non per cercar gloria.
Malmant. I st. 4.

Le cose più insigni di Dante, e quelle che più erano bisognose di schiarimento si passano in silenzio, e talvolta il comento è di questo

tenore

Siede la terra dove nata fui

Su la marina dove il Po discende
Per aver pace co' seguaci sui

Infer. cant. 5 v. 97.

Si, Francesca nacque in Ravenna, e fu figlia di

Guido da Polenta.

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