Canzon mia bella, se tu mi somigli, Tu non sarai sdegnosa
Tanto, quanto alla tua bontà si avviene: Ond' io ti prego che tu ti assottigli, Dolce mia amorosa,
In prender modo e via, che ti stea bene. Se Cavalier t' invita, o ti ritiene, Innanzi che nel suo piacer ti metta, Spia se far lo puoi della tua setta, E se non puote, tosto l'abbandona: Che il bon col bon sempre camera tiene; Ma egli avvien, che spesso altri si getta In compagnia, che non ha che disdetta Di mala fama, ch' altri di lui suona; Con rei non star, nè ad ingegno, nè ad arte: Che non fu mai saver tener lor parte.
Canzone, a' tre men rei di nostra terra Ten' andrai anzi che tu vadi altrove: Li due saluta, e l'altro fa che prove Di trarlo fuor di mala setta impria; Digli che 'l bon col bon non prende guerra. Prima che co' malvagi vincer prove, Digli, ch'è folle chi non si rimove Per tema di vergogna da follia: Che quegli teme, ch' ha del mal paura; Perchè fuggendo l' un, l' altro si cura.
E' m' incresce di me sì malamente,
Ch' altrettanto di doglia'
Mi reca la pietà, quanto 'I martíro. Lasso, però che dolorosamente Sento contra mia voglia
Raccoglier l'aer del sezza' sospiro Entro quel cor, ch' i begli occhj feriro, Quando gli aperse amor con le sue mani, Per conducermi al tempo, che mi sface: Oimè quanto piani,
Soavi e dolci ver me si levaro, Quando egli incominciaro
La morte mia ch' or tanto mi dispiace, Dicendo: il nostro lume porta pace.
Noi darem pace al core, a voi diletto, Dicieno agli occhj miei
Quei della bella donna alcuna volta; Ma poi che sepper di loro intelletto, Che per forza di lei
M' era la mente già ben tutta tolta,
Con le insegne d'amor dieder la volta,
Sì che la lor vittoriosa vista
Non si rivide poi una fiata:
Onde è rimasa trista
L'anima mia, che n' attendea conforto: Ed ora quasi morto
Vede lo core, a cui era sposata,
E partir le conviene innamorata.
Innamorata sene va piangendo Fuora di questa vita
La sconsolata, che la caccia amore: Ella si move quinci, sì dolendo, Ch' anzi la sua partita
L'ascolta con pietate il suo fattore. Ristretta s'è entro il mezzo del core Con quella vita che rimane spenta Solo in quel punto ch' ella sen va via: E quivi si lamenta
D' amor, che fuor d'esto mondo la caccia ; E spesse volte abbraccia
Gli spiriti che piangon tuttavia,
Però che perdon la lor compagnia.
L'immagine di questa donna siede Su nella mente ancora,
Ove la puose amor, ch' era sua guida, E non le pesa del mal, ch' ella vede: Anzi è vie più bell' ora
Che mai, e vie più lieta par che rida: Ed alza gli occhj micidiali, e grida Sopra colei che piange il suo partire: Vatten, misera, fuor, vattene omai! Questo gridò il desire,
Che mi combatte così, come suole,
Avvegna che men dole;
Però che 'l mio sentire è meno assai,
Ed è più presso al terminar de' guai.
Lo giorno che costei nel mondo venne, Secondo che si trova
Nel libro della mente che vien méno, La mia persona parvola sostenne Una passion nova,
Tal ch' io rimasi di paura pieno : Ch'a tutte mie vertù fu posto un freno Subitamente sì, ch' io caddi in terra Per una voce che nel cor percosse:
E (sel libro non erra)
Lo spirito maggior tremò sì forte,
Che parve ben, che morte
Per lui in questo mondo giunta fosse; Ora ne incresce a quei che questo mosse.
Quando m' apparve poi la gran biltate,
Che sì mi fa dolere,
Donne gentili, a cui io ho parlato,
Quella vertà, che ha più nobiltate, Mirando nel piacere
S'accorse ben, che 'l suo male era nato,
E conobbe il desiò ch' era criato
Per lo mirare intento chella fece; Sì che piangendo disse all' altre poi: Qui giugnerà in vece
D'una ch' io vidi, la bella figura, Che già mi fa paura;
E sarà donna sopra tutte noi, Tosto che fia piacer degli occhj suoi.
Io ho parlato a voi, gioveni donne,
Ch' avete gli occhj di bellezze ornati, E la mente d' amor vinta e pensosa; Perchè raccomandati
Vi sian gl detti miei dovunque sono: E innanzi a voi perdono
La morte mia a quella bella cosa,
Che men ha colpa, e non fu mai pietosa.
La dispietata mente, che pur mira Di dietro al tempo che sen' è andato, Dall' un de' lati mi combatte il core: E il disio amoroso, che mi tira Verso 1 dolce paese c' ho lasciato, Dall'altra parte è con forza d'amore: Nè dentro a lui sent' io tanto valore, Che possa lungamente far difesa, Gentil Madonna, se da voi non vene; Però (se a voi convene
Ad iscampo di lui mai fare impresa)
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