Così foss' ella più pietosa donna Ver me, che chiamo di notte e di luce, Ferò vertù, che sei prima che tempo, Prima che moto, o che sensibil luce, Canzone, io porto nella mente donna Tal, che con tutto ch' ella mi sia pietra, Che mai non fu pensata in alcun tempo, Poscia ch Amor del tutto m' ha lasciato, Non per mio grato, Che stato non avea tantó giojoso, Ma però che pietoso Fu tanto del mio core, Che non sofferse d' ascoltar suo pianto: Io canterò così disamorato Contr' al peccato, Ch'è nato in noi di chiamare a ritroso Tal, ch'è vile e nojoso, Per nome di valore: Cioè di leggiadria, ch'è bella tanto, Che fa degno di manto Imperial colui, dove ella regna; Ell' è verace insegna, La qual dimostra u' la vertù dimora; Nel dir, com' io la 'ntendo, Ch' Amor di se mi farà grazia ancora. Sono, che per gittar via loro avere Credon capere Valere là, dove gli boni stanno: Che dopo morte fanno Riparo nella mente A quei cotanti c' hanno conoscenza ; Ma lor messione a' bon non può piacere; Perchè tenere, Savere fora, e fuggirieno il danno, C' hanno falso giudizio in lor sentenza. Divorar cibo, ed a lussuria intendere? Si volesse al mercato de' non saggi? Che savio non pregia uom per vestimenta, Ma pregia il senno e gli gentil coraggi. Ed altri son, che per esser ridenti, D' intendimenti Correnti vogliono esser giudicati Veggendo rider cosa, Che lo 'ntelletto ancora non lo vede: E parlan con vocaboli eccellenti ; Vanno spiacenti, Contenti che dal volgo sien lodati. Non sono innamorati Mai di donna amorosa; Ne' parlamenti lor tengono scede, Non moverieno il piede, Per donncare a guisa di leggiadro; Così vanno a pigliar villan diletto; Non però che in donne è così speato Che pajono animai senza intelletto. Non è pura vertù la disviata; Poi ch'è biasmata, Negata dove è più vertù richiesta ± Cioè in gente onesta Di vita spiritale, Q d'abito che di scienza tene. Mischiata di più cose; perchè questa L' un bene, e l'altro male? Ma vertù pura in ciascuno sta bene; Con essa Amore, e l' ópera perfetta: Da questo terzo retta E leggiadria, ed in suo esser dura, Si come il sole, al cui esser s' adduce Con la perfetta sua bella figura. Ancor che ciel con cielo in punto sia, Che leggiadria Disvia cotanto, e più quant' io ne conto; Ed io che le son conto, Merzè d'una gentile, Che la mostrava in tutti gli atti suoi, Far mi parria Sì ria, ch' a' suoi nemici sarie giunto; Con rima più sottile Tratterò il ver di lei; ma non so a cui. Ch' Amor si chiama, ed è pien di salute, Nessun puote acquistar verace loda; Sarà vertù, e con vertù s' annoda. Al gran pianeta è tutta simigliante: 1 Che da levante Avante, infino a tanto che s'asconde, Con li bei raggi infonde Vita e vertù quaggiuso Nella materia sì, com'è disposta: E questa, disdegnosa di cotante Persone, quante Sembiante portan d' uomo, è non risponde Il lor frutto alle fronde, Per lo mal c' hanno in uso; Simili beni al cor gentile accosta: Che 'n donar vita è tosta Col bel sollazzo, e co' begli atti novi, |