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I SALMI PENITENZIALI

E D

IL CREDO,

DI

DANTE ALIGHIERI.

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Domine, ne in furore tuo arguas me etc. Psal. 6.

Signor,

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non mi riprender con furore,

E non voler correggermi con ira ; 1 Ma con dolcezza, e con perfetto amore. Io son ben certo, che ragion ti tira

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Ad esser giusto contro a' peccatori;

Ma pur benigno sei a chi sospira,

Aggi pietate de' miei gravi errori;

Però ch' io sono debile ed infermo,
Ed ho perduti tutti i miei vigori.
Difendimi, o Signor, dallo gran vermo,
E sanami: imperò ch' io non ho osso,
Che conturbato possa omai star fermo.

1

1. v. 13 39.

E per lo cargo grande, e grave, e grosso,
L'anima mia è tanto conturbata,

Che senza il tuo ajuto io più non posso.
Ajutami, o Signor, tutta fiata:

Convertimi al ben fare presto presto:

Cavani l'alma fuor delle peccata.

Non esser contra me così molesto;

Ma salvami per tua misericordia,

Che sempre allegra il tristo core, e mesto,
Perchè, se meco qui non fai concordia,
Chi è colui, che di te si ricorde

In morte; dove è loco di discordia?
Le tue orecchie, io prego, non sien sorde
Alli sospiri del mio cor, che geme,
E per dolore se medesmo morde.
Se tu discarghi il cargo, che mi preme,
Io laverò con lagrime lo letto,

E lo mio interno, e notte, e giorno insieme.

Ma quando io considero l'aspetto

Della tua ira contr' a' miei peccati,

Mi si turbano gli occhj e l'intelletto;
Però che i falli miei sonsi invecchiati

Più, che gli errori de' nemici miei,
E-più, che le peccata de' dannati,

Partitevi da me, Spiriti rei,

Che allo mal fare già me conducesti:
Onde io vado sospirando, omei!

Però

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