SALMO V. Domine, exaudi orationem meam etc. Psal 101. V.. 124. Signor, esaudi la mia orazione,.. La qual gridando porgo al tuo cospetto, Non mi privar, Signore, del tuo aspetto; Come lo fumo, presto son mancati: E gli ossi miei son secchi, e pien di danni. Ch' essendo bianco come il bianco giglio, E sono assomigliato al vespertiglio, I' ho vegliato senza dir parola: Ho fatto come il passer solitario, Che stando sotto il tetto si consola. V. v. 95 52. Ciascuno m' è nemico ed avversario : E diffamava con parlare vario. E quei, che nel passato mi lodava Con sue parole, e con lusinghe tenere, Di lor ciascuno contra me giurava ; Perch' io mangiava, come il pan, la cenere: El mio ber mescolava con il pianto, Per contrastar alla focosa Venere. Ch' io temo l' ira del tuo volto santo, Qualora io penso, che son fasto lasso, Da poi che me tu n' esaltasti tanto. Or come l'ombra, quando il sole è basso, Si fa maggiore, e poi subito manca, Quando il sole, ritorna al primo passo: Così la vita mia ardita e franca Ora è mancata; e come il secco fieno E arsa, consumata, e trista, e stanca. Ma tu, Signor, che mai non vieni meno, Lo cui memoriale sempre dura, Dimostrami lo tuo volto sereno. Tu sei, Signor, la luce chiara e pura, ora V. v. 52 78 Ed è ragion, che tu l'abbi pietade; E li lamenti, e i guai di quella terra, E il santo nome tuo, che il ciel disserra La tua potenza grande, e la tua gloria, Però che Dio in eterna memoria E li sarà veduto in la sua gloria. De' suoi eletti servi, e non disprezza Ma pur perchè la perfida durezza Di alcuni ingrati il mio parlar non stima, Un popolo miglior, che quel di prima, Sarà creato; e questo degnamente Lauderà Dio in basso, ed anche in cima. Però che dal luogo alto ed eminente Il Signor nostro ha riguardato in terra: V. v. 79 105. Per liberare dall' eterna guèrra Quelli, ch' eran ligati, infermi e morti, Ed obbligati a quel, che il mondo atterra. Acciò che liberati e fatti forti Potessono lodare il nome santo Nel regno degli eletti e suoi consorti: Che tu ti degni di manifestarmi Deh non voler a terra rivocarmi Nel mezzo de' miei giorni; ma più tosto Aspetta il tempo e l'ora di salvarmi. Tu sai ben, ch' io di terra son composto, E non, come tu sei, io sono eterno; Ma sono ad ogni male sottoposto. Tu solo sei, che regna in sempiterno, E che formasti i cieli nell'inizio, E poi la terra col profondo inferno. E quando sarà il giorno del giudizio, Tu nondimeno immobile starai; Benchè vadano i cieli in precipizio. V. v. 106 118. VI. v. 1 Tutta l'umana gente, che tu sai 9. Ora invecchiarsi, come il vestimento, Io esca fuora, non oscuro e greve; Che li tuoi figli e servitor riceve, SALMO VI. De profundis clamavi ad te, Domine, etc. Psal. 129. Dallo profondo chiamo a te, Signore, E non voler guardare al mio fallire. |