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V. 175-201.

L'ultimo a tutti s'è, che nostre voglie
Non sian desiderar di tor l'altrui;
Perchè questo da Dio ci parte e toglie.
Acciò che ben' attenti tutti nui.

Ognor siam' a ubbidir ciò, che ci dice,
Faggiamo il vizio, che ci toglie a lui.
Prima è superbia d' ogni mal radice;

Perchè l' uom si riputa vafer meglio Del suo vicino, ed esser più felice. Invidia è quella, che fa l' uom vermeglio; Perchè s'attrista veggendo altrui bene Al nemico di Dio lo rassomneglio.

Ira all' irato sempre accresce, pene;

Perchè l' accende in furia, e in fiamma l'arde: Segue il mal fare, e parteci dal bene. Accidia d'ogni ben nemica, che arde, E nel mai far sempre sue voglie aggira, Al dispettar è pronta, e al ben' è tarde. Avarizia è, per cui mai si ritira

Il mondo da cattivi e rei contratti,
E quel lecito fa, che a se più tira.
La gola è, che consuma savj e matti;

E con ebbrezza, e con mangiar soverchio,
Morte apparecchia, e di lussuria gli atti.
Lussuria, che è poi settima al cerchio,
Anistà rompe, e parentado spezza';'
Fa a ragione ed a virtù soverchio.

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Contra questi peccati abbiam fortezza,

Che sono scritti in questo poco inchiostro, Per andar poi, dov' è somma allegrezza. Io dico, per entrar dentro al bel chiostro, Dobbiamo far a Dio preghiere assai: La prima è l' orazion del Pater nostro. O Padre nostro, che ne' cieli stai,

Santificato sia sempre il tuo nome,

E laude e grazia di ciò, che ci fai. Avvenga il regno tuo, sì come pone

Questa orazion: tua volontà si faccia, Si come in cielo, in terra in unione. Padre, dà oggi a noi pane, e ti piaccia, Che ne perdoni gli peccati nostri:

Nè cosa noi facciam, che ti dispiaccia. E che noi perdoniam tu ti dimostri

A

Esempio noi per la tua gran virtute:
Onde dal rio nemico ognun si schiostri.

Divino Padre, pien d' ogni salute,
Ancor ci guarda dalla tentazione

Dell' infernal nemico, e sue ferute;
Si che a te facciamo orazione,

Che meritiam tua grazia, e 'l regno vostro A posseder vegniam con divozione. Preghiamti, Re di gloria e Signor nostro, Che tu ci guardi da dolore: e fitto

La mente abbiamo in te, col volto prostro.

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La Vergin benedetta qui a diritto
Laudiamo e benedimo; anzi che fine
Aggiunga a quello, che è di sopra scritto;
E lei preghiam, ch' alle grazie divine
Si ne conduca co' suoi santi preghi,
E scampi noi dall' eternal ruine.
E tutti quei, che del peccar son cieghi,
Allumi, e sciolga per sua cortesia,
E dai lacci infernal si ne disleghi.
Ave Regina Vergine Maria,

Piena di grazia: è Dio sempre tecó:
Sopra ogui donna benedetta sia.

E benedetto il frutto, il qual' io preco,
Che ci guardi da mal, Cristo Gesù;
E che alla nostra fin ci tiri seco,
Vergine benedetta, sempre tu

Ora per noi a Dio; che ci perdoni,

E che a viver ci dia sì ben quaggiù, Che a nostra fin Paradiso oi doni,

Amen.

GIUN T A.

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