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gione perchè piange, acciocchè s'acconcino più ad ascoltarmi. Nella seconda narrò la cagione. Nella terza parlo d' alcuno onore, che amor fece a questa donna.

parte comincia: Udite quanta.

La seconda Amor sente. La terza:

v. 7. ciò ch' al monto è da lodare, cioè la bellezza. v. 8. al. fuora dell' onore.

v, 12. E poi riguarda, al. E riguardava.

Son. II. Questo Sonetto si divide in quattro parti. Nella prima parte ciamo la Morte per certi suoi nomi proprj. Nella se. conda, parlando di lei, dico la cagione perche io mi muovo a biasimarla. Nella terza la vitupero. Nella quarta mi volgo a par fare ad infinita*) persona, avvegnache, quanto al mio intendimento sia diffinia. La seconda parte, comincia: Poich hai data. La terza E se di grazia. La quarta: Chi non merta salute.

v. 5. al. Ond' io vada.

v. 8. al. Convenesi, che io dica.
P. 15. v. 5. merta, per merita.

P. 15. talotta, talora.

P. 16. Son. Questo Sonetto ha tre parti. Nella prima parte dico, siccome io trovai Amore, e qual mi parea. Nella seconda

*) infinita, vale qui non diffinita, indetermi nata. Il MS. Guicciardini legge: indiffinita.

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dico quello ch' egli mi disse, avvegnachè non compiutamente per tema, che io avea, di non iscovrire lo mio segreto. Nella terza dico, com' egli mi disparve. La seconda comincia: Quando mi vide. mi vide. La terza: Allora presi.

P. 17. v. 6. al. Ch' egli disparve.

P. 1. Ball. Questa Ballata si divide in tre parti. Nella prima dico a lei, ov' ella vada, e confortola, perch' ella vada più sicura e dice nella cui compagnia si metta, se vuole sicura andare e sanza pericolo alcuno. Nella seconda dico quello che a lei s' appartiene fare. Nella terza la licenzio di gire, quando vuole, raccomandando il suo movimento nelle braccia della sua fortuna. La seconda parte comincia: Con dol La terza: Gentil Ballata.

ce suono.

v. 10. al. Che forse non è ben.

P. 22. v. 6. vai, bisogna pronunziare`vui, accordato colla rima lui, alla quale corrisponde questa parola. Gli scrittori delle poesie scrivevano le voci nella loro ordinaria maniera, onde spesse volte si trovano ne' MSS. simili desinenze, le quali pare che rendano alquanto alterata la rima.

v. 8. che la m' intendiate, che la mia (scusa) intendiate.

A

v. 15. al. Ch' a voi servir lo pronta ogni pen

siero.

v. 22. al. ubbidir bon servidore.

v. 23. al. E di a colui.

v. 24. che sdonnei, che mi snamori, che si spegua in me l'amore. Questo verbo deriva da donne

are, cioè donneggiare, essere cavaliere e servidore di donna.

P. 24. Son. Questo Sonetto si può di videre in quattro parti. Nella prima dico e propongo, che tutti i miei pensieri sono d' Amore. Nella seconda dico, che sono diversi, e narro la loro diversità. Nella ter za dico, in che tutti par che s' accordino. Nella quarta dico, che, volendo dire d' Amore, non so da qual parte pigliar materia: e se la voglio pigliar da tutti, convien ch' io chiami la mia nimica, Madonna Pietà; e dico, Madonna, quasi per isdegnoso modo di parlare. La seconda parte comincia: Ed hanno in loro. La terza: E sol s' accordano. La quarta: Ond' io non so. P. 25. v. 3 e 4. al.

E se s'accordano in chieder pietate
Tremano di paura ec.

P. 28. Son. Questo Sonetto non divido in parti, perciocchè la divisione non si fa, se non per aprire la sentenzia della cosa divisa: onde, conciossiacosachè per la sua ragione assai sia manifesto, non ha mestiere di divisione. Vero è, che tra le parole, ove si manifesta la cagione di questo Sonetto, si truovano dubbiose parole: cioè, quando dico, che Amore uccide tutti gli miei spiriti, e li visivi rimangono in vita, salvo che fuori degli strumenti loro. E questo dubbio è impossibile a solvere, a chi non fosse in simil grado fedele d' Amore; ed a

coloro che vi sono, è manifesto ciò, che solverebbe le dubbiose parole. E perciò non è bene a me dichiarare cotal dubitazione, ciocchè 'l mio parlare sarebbe indarno, ovvero di superchio,

v. 2. al. E non pensate, donna.
v. 11. al. Si ch' io solo rimango.

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ac

a

P. 29. Son. Questo Sonetto si divide in due parti. Nella prima dico la cagione, perchè non m' attento d' andar presso questa donna. Nella seconda dico quello che m' avviene, per andar presso di lei; e comincia questa parte: E quand io vi son presso. Ed anche si divide questa seconda parte in cinque, secondo cinque divise narrazioni. Nella prima dico quello, che Amore, consigliato dalla ragione, mi dice, quando le son presso. Nella seconda dico lo stato del cuore, per esemplo del viso. Nella terza dico, siccom' ogni sicurtà mi vien meno. Nella quarta dico, che pecca quegli, che non ha pietà di me, acciocchè mi sarebbe alcun conforto. Nell' ultima dico, perch' altri, doViebbe aver pietà, cioè per la pietosa vista, che negli occhj giugne: la qual vista pietosa è distrutta, cioè non pare altrui, per lo gabbare di questa donna, la qual trae a sua simule operazione coloro, che forse vedrebbono questa pietà. La seconda parte comincia: Lo viso mostra. La terza: E per l'ebrietà. La quarta: Peccato face. L'ultima: Per la pietà.

v. 7. al. del gran temore.

v. 9. vide, invece di vede, come altri leggano. v. 13. lo qual leggono altri, ed anche l' ediz. del Zatta.

P. 30. Son. Questo Sonetto si divide in quattro parti, secondo che quattro cose sono in esso narrate. E perocchè sono di sopra narrate, non mi trametto, se non di distinguere le parti per li loro cominciamenti; e dico che la seconda parte comincia: Ch Amor. La terza: Poscia mi sforzo. La quarta: E se io levo gli occhj.

v. 6. al. Si che la mia vita ec.

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P. 34. Canz. Questa Canzone, acciocchè sia meglio intesa, la dividerò più artificiosamente, che l' altre di sopra; e però prima ne farò tre parti, La prima parte è proemio delle seguenti parole. La seconda è il trattato intero. La terza è quasi una serviciale delle précedenti parole. La secon. da comincia: Angelo chiama.

La terza:

Canzone io so. La prima parte si divide in quattro. Nella prima dico, a cui dir voglio della mia donna, e che io voglio dire. Nella seconda dico, che mi parè a me stesso, quand' io penso il suo valore: e come io direi, se io non perdessi l' ardimento. Nella terza dico, come credo dire di lei, acNella ciocch' io non sia impedito da viltà. quarta ridicendo anche, a, cui io intenda. dire, dico la ragione, perchè dica loro. La seconda comincia: Io dico. La terza: Ed io non vo' parlare. La quarta: Donne e

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