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E tanto dura talora in costui,

Che fa svegliar lo spirito d' Amore:

E simil face in donna uomo valente.

Posciache io trattai d' Amore nella soprascritta rima, vennemi voglia di dire an che in loda di questa gentilissima parole, per le quali io mostrassi, come per lei si sveglia questo Amore: e come non solamente si sveglia laddov' egli dorme, ma là ove non è in potenzia, ella mirabilmen te il fa venire, operando; ed allora dissi:

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Negli occhi porta la mia donna Amore;
Perchè si fa gentil, ciò ch' ella mira:
Ove ella passa, ogni uom ver lei si gira,
E cui saluta, fa tremar lo core;

Sì che bassando I viso tutto smuore,
Ed ogni suo difetto allor sospira :
Fugge dinanzi a lei superbia ed ira.
Ajutatemi, donne, farle onore!

Ogni dolcezza, ogni pensiero umile
Nasce nel core, a chi parla la sente,
Onde è laudato, chi prima la vide.

Quel, ch' ella par, quando un poco sorride,
Non si può dicer, nè tenere a mente;
Si è novo miracolo e gentile.

Appresso questo, non molti di passati,

siccome piacque a quel glorioso Sire, il quale non negò la morte a se, colui, che era stato genitore di tanta maraviglia, quan. to si vedea, che era questa nobilissima Beatriće, di questa vita uscendo, alla gloria eternale se ne `gio veracemente. Onde, con

ciossiacosachè cotal partire sia doloroso a coloro, che rimangono, e sono stati amici di colui che se ne va, e nulla sia si intima amistà, come quella del buon padre, e questa donna fosse in altissimo grado di bontà, ed il suo padre, siccome da molti si crede, e vero è, fosse buono in alto grado: manifesto è, che questa donna fu amarissimamente piena di dolore. E conciossiachè, secondochè è l'usanza della sopraddetta città, donne con donne, e uomini con uomini, s' adunarono colà, dove questa Beatrice piangea pietosamente: onde io veggendo tornare alquante donne da lei, udii dir loro parole di questa gentilissima, com' ella si lamentava; tralle quali parole udii, che dicevano: certo, ella piangea si, che quale la mirasse, dovrebbe morire di pietà. Allora trapassarono queste donne, ed io rimasi in tanta tristizia, che alcuna lagrima talora bagnava la mia faccia: onde io'mi ricopria, con porre spesso le mani agli occhj miei; e se non fosse, ch' io intendea

udire anche di lei, perocchè io era in luogo, onde se ne gia la maggior parte di quelle donne, che da lei si partivano, io mi sarei nascoso incontanente, che le lagrime m' avevano assalito. E però, dimorando ancora nel medesimo luogo, donne anche passarono presso di me, le quali andavano ragionando tra laro queste parole: chi dee mai esser lieta di noi, che avemo udita parlare questa donna così pietosamente? Appresso costoro venivano altre, che venivano dicendo: questi, che è qui, piagne, nè più, nè meno, come se l'avesse veduta, come noi vedemmo. Altre dipoi dicevano di me: vedresti, che non pare esso, cotale è divenuto? E cosi passando queste donne, udii parole di me, e di lei in questo modo, che detto è: onde io poi pensando, propuosi di dir parole, acciocchè degnamente avea cagione di dire; nelle quali parole io conchiudessi tutto ciò, che udito avea da que. ste donne. E perciocchè volentieri l'avrei domandate, se non mi fosse stata riprensio ne, presi materia di dire, come se io l' avessi domandate, ed elle mi avessero ri sposto: e feci due Sonetti, che nel primo domando in quel modo, che voglia mi giunse di dimandare: nell' altro dico la loro risponsione, pigliando ciò, che io udii da

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loro, come se lo m' avesser detto risponden

do; e cominciai il primo:

Voi, che portate la sembianza umile,
Co' gli occhj bassi mostrando dolore,
Onde venite, che 'l vostro colore
Par divenuto di pietà simile?
Vedeste voi nostra donna gentile

Bagnar nel viso suo di pianto Amore?
Ditelmi, donne, che 'l mi dice il core;
Perch' io vi veggio andar sanza atto vile.
E se venite da tanta pietate,

Piacciavi di restar qui meco alquanto:
E che che sia di lei, non mi celate.
Io veggio gli occhj vostri, ch' hanno pianto:
E veggiovi venir sì sfigurate,

Che 'l cor mi trema di vederne tanta.

Se' tu colui, ch' hai trattato sovente
Di nostra donna, sol parlando a noi?
Tu risomigli alla voce ben lui;
Ma la figura ne par d' altra gente.
Deh perchè piangi tu sì coralmente,
Che fai di te pietà venire altrui?
Vedestù pianger lei, che tu non puoi
Punto celar la dolorosa mente?
Lascia piangere a noi, e triste andare,

(E fa pecoato, chi mai ne conforta)

Che nel suo pianto l' udimmo parlare.
Ella ha nel viso la pietà sì scorta,

Che qual l'avesse voluta mirare,

Saria dinanzi a lei caduta morta.

Appresso ciò per pochi di avvenne, che in alcuna parte della mia persona mi giun- se una dolorosa infermità: onde io continovamente soffersi per molti di amarissima pena, la quale mi condusse a tanta debolezza, che mi convenia stare come coloro, li quali non si possono muovere. Io dico, che nel nono giorno, sentendom' io dolore quasi intollerabile, a me venne un pensiero, il quale era della mia donna. E quando ebbi pensato alquanto di lei, ed io ritornai pensando alla mia deboletta vita, e veggendo, come leggiero era il suo durare, ancorachè sano fossi, cominciai a piangere fra me stesso di tanta miseria: onde, sospirando forte, dicea fra me medesimo:

di necessità conviene, che la gentilissima Beatrice alcuna volta si muoja. E però mi giunse un si forte smarrimento, che io chiusi gli occhj, e cominciai a travagliare, come frenetica persona, e ad immaginare in questo modo: che nel cominciamento dello errare, che fece la mia fantasia, apparvero a me certi visi di donne

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