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LE RIM E,

D I

DANTE ALIGHIERI.

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Parole mie, che per lo mondo siete,
Voi che nasceste poi ch' io cominciai
A dir per quella donna in cui errai:
Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete:
Andatevene a lei, che la sapete,

Piangendo sì, ch' ella oda i nostri guai;
Ditele: noi sem vostre; dunque omai
Più che noi semo, non ci vedrete.
Con lei non state, che non v'è amore;'
Ma gite attorno in abito dolente,
A guisa delle vostre antiche suore:
Quando trovate donne di valore,
Gittatevile a piedi umilemente,

Dicendo:
: a voi dovem noi fare onore.

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dolci rime, che parlando andate Della donna gentil che l'altre onora, A voi verrà, se non è giunto ancora, Un, che direte: questi è nastro frate. Io vi scongiuro che non lo ascoltiate, Per quel Signor, che le donne innamora : Che nella sua sentenza non dimora Cosa che amica sia di veritate.

E se voi foste per le sue parole

Mosse a venire in ver la donna vostra,
Non vi arrestate; ma venite a lei;

Dite Madonna, la venuta nostra

E per raccomandare un che si duole,
Dicendo: ove è 'l desio degli occhj miei?

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Qeşta donna, ch' andar mi fa pensoso,
Porta nel viso la virtù d' Amore,
La qual risveglia dentro nello core
Lo spirito gentil, che v' era ascoso.
Ella m'ha fatto tanto pauroso,

Poscia ch' io vidi il mio dolce Signore
Negli occhi suoi con tutto il suo valore,
Ch' io le vo presso, e riguardar non l'oso.
E quando avvene che questi occhj miri,
Io veggio in quella parte la salute:
Che l'intelletto mio non vi può gire.
Allor si strugge sì la mia vertute,

Che l'anima, che move gli sospiri,
S'acconcia per voler da lei partire.

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Chi guarderà giammai senza paura

Negli occhi d' esta bella pargoletta,

Che m' hanno concio sì, che non s' aspetta Per me, se non la morte che m' è dura? Vedete quanto è forte mia ventura,

Che fa tra l' altre la mia vita eletta,

Per dare esempio altrui, ch'uom non si metța
A rischio di mirar la sua figura.

Destinata mi fu questa finita,

Da ch' un uom convenia esser disfatto,
Perch' altri fosse di pericol tratto;

E però lasso fu' io così ratto

In trarre a me 'l contrario della vita,
Come vertù di stella margherita.

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Dagli occhi della mia donna si move
Un lume sì gentil, che dove appare,
Si veggion cose, ch' uom non può ritrare
Per loro altezza, e per loro esser nove:
E da' suoi raggi sopra 'l mio cor piove
Tanta paura, che mi fa tremare:
E dico: qui non voglio mai tornare;
Ma poscia perdo tutte le mie provo,
E tornomi colà dov' io son vinto,
Riconfortando gli occhj paurosi,

Che sentir prima questo gran valore. Quando son giunti, lasso, ed ei son chiusì, El desio, che gli mena, qui è stinto; Però provveggia del mio stato Amore.

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