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basti nominare quella del Pasquali, e la rarissima edizione di Bernardo di Giunta, in Firenze del 1527, per la comunicazione della quale restiamo molto obbligato al Sign. Heyne, Consigliere privato di Giustizia e Bibliotecario a Gottinga, Nella prima edizione della Vita Nuova pubblicata dal Sermartelli in Firenze nel 1576, come in tutti i MSS., eccettuatone un solo, del quale si servi il Canonico Biscioni, mancano le divisioni o sommarj delle poesie sparse per entro quest' operetta. Il Biscioni era il primo, che le collocò a' proprj loro luoghi nel testo. Noi non gli siamo seguiti, ma l'abbiamo poste fra le altre Dichiarazioni aggiunte a questo tomo, credendo, che mescolate col testo, interrompono spiacevolmente il filo della narrazione, e sembrandoci più convenevole, che sieno o tutto separate dal testo, o poste, come chiose, al margine. Dal Convivio abbiamo fatto stampare le tre Canzoni contenute in esso, ma non il testo prosaico; però di quello

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diamo un estratto sufficiente all' inten

dimento di queste poesie. Spira anche nella parte prosaica di quest' opera lo spirito ardito del poeta del divino poema; ma la forma scolastica, nella quale incastra le differentissime ed al suo tempo ancora molto limitate scienze, le guadagnerebbe in nostri tempi pochi leggitori.

Per comporre le Annotazioni ci hanno servito le dichiarazioni del Biscioni e del Salvini, ed il comento dell' Abbate Quadrio sopra le poesie sacre. Le altre Rime del Dante non hanno ancora trovato un comentatore, e vi rimangono più passi oscuri e dubbiosi. Abbiamo

fatto saggio di schiarire alcuni di essi, ma non diamo la nostra premura per altro, che per un solo saggio, e si perdonerà la nostra insofficienza. Le varie lezioni, da noi trovate in confronto di più edizioni, sono aggiunte nelle Annotazioni.

Riguardo all' ortografia delle poesie 1' abbiamo ridotta alle medesime regole

osservate dal eruditissimo Fernow nella sua Raccolta di autori classici italiani, ed anche l' interpunzione. abbiamo creduto necessario di riformare per la maggior parte.

Ci resta ora soltanto a desiderare, che il pubblico indulgente benignamente accoglierà il frutto delle nostre, qualunque sieno, premure, il che sarà per noi in ogni tempo la maggior ricompenVivete felici.

sa.

LA

VITA NUOVA,

D I

DANTE ALIGHIERI.

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