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OPERETTE MORALI

D' ISOCRATE.

PREAMBOLO DEL VOLGARIZZATORE.

A leggere i buoni libri moderni volgarizzati dalle lingue straniere, solo che il volgarizzamento abbia fedeltà e chiarezza, si prova per lo più quello stesso diletto, o poco minore, che a leggere quei medesimi libri nelle lingue loro proprie. Ma nei volgarizzamenti che abbiamo, o che vengono giornalmente in luce, di buone e classiche scritture antiche, non solo non si prova diletto uguale a quello che danno le medesime opere, leggendole nelle lingue loro, ma nè anche si sente diletto alcuno, anzi in quella vece un tedio infinito, eccetto al più in materie di storia e in poche altre simili. La cagione di questa differenza si è che nelle opere moderne lo stile è cosa piccolissima o niente, nelle antiche è grandissima parte o il tutto. Diceva Isocrate che nei ragionamenti degl' instituti e degli offici, non sono da cercare le novità perchè nulla vi si può trovare d'inaspettato nè d'incredibile nè d'insolito; ma quello è da riputare di cotali scritti il più bello, nel quale sieno raccolti in sulla materia la più parte dei concetti che erano dispersi nelle menti degli uomini, e questi più leggiadramente esposti che in alcuno altro. Ora, non in quel solo genere di componimento che si accenna in questo luogo d'Isocrate, ma in molti altri medesimamente, si può dire che gli antichi, facendosi a scrivere, si proponessero, non già di dir cose nuove nè di esporre invenzioni o pensieri che appartenessero a loro più che agli

altri, ma solo di dire acconciamente ed ornatamente e come non si sarebbe saputo dire dal volgo, quelle stesse cose che erano conosciute e pensate comunemente dagli uomini del loro tempo, eziandio volgari. Però, non che bastino ai volgarizzamenti delle opere dei Classici antichi la fedeltà e la chiarezza, ma esse opere non si possono dire veramente volgarizzate se nella traslazione non si è posto arte e cura somma circa la eccellenza dello stile, e se questa non vi risplende in ogni lato. Ed essendo tra i moderni generalmente la sottile ed intima arte dello stile pochissimo nota, e la squisita cura di esso oltremodo rara, non è maraviglia che per lo più in tutte o in quasi tutte le lingue, i volgarizzamenti che si hanno o che si crede di avere dei libri classici antichi, sieno poco meno che intollerabili e impossibili a leggere interi.

I Francesi nella loro lingua presente, non avendo vera differenza di stili, e quell' uno che hanno, essendo di carattere diverso assai dagli stili antichi, non possono avere e non hanno veri volgarizzamenti di antichi libri classici: e volendone avere, converrebbe loro ricorrere a quel vecchio parlare francese, oggi dismesso e quasi morto, ma quanto a se bellissimo e potentissimo, come veramente veggiamo aver fatto poco addietro il Courier nel provarsi a ridurre in francese alcune parti di Erodoto. I Tedeschi hanno da poco addietro nella loro lingua (certo infinitamente varia, immensa, fecondissima, liberissima, onnipotente, come la greca) un buon numero di versioni di libri antichi che sono tenute dalla nazione in pregio grande, e che si dicono essere somigliantissime ai testi originali. Ma se elle abbiano quella eccellenza di stile che loro si richiederebbe, questo io non so. So bene che molte di esse rappresentano fedelissimamente l'ordine, il numero delle parole, l'andamento, il

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