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Ma oramai la geniale opera del Goethe aveva aperte le vie alla lirica nuova della natura; per una delle quali fece lungo e glorioso cammino la scuola dei Laghisti inglesi, dal Wordsworth allo Shelley. Alla lirica inglese della natura che Walt Witmann, il grande poeta del paesaggio americano, chiama la lirica dei giardini e dei rosignoli, l'intonazione è data dalla qualità idillica del paesaggio inglese, ben lontana dai grandi contrasti degli spettacoli continentali. Onde mentre forse nessun altro popolo ebbe quanto l'inglese il fine senso delle delicate bellezze naturali, così anche il senso poetico della natura fiorisce nella letteratura inglese ben prima dell'Ossian e del Tomson, della Signora del Lago del Walter Scott, del Milton e della scuola dei Laghisti. Ma solo veramente in quest'ultima quel grande entusiasmo cosmico, quel nature worship che dal Goethe deriva, mirabilmente si contempera col sentimento intimo e riflesso che non tanto mira ad esprimere gli aspetti e le forme esterne delle cose, quanto ad interpretare nel visibile l'invisibile e a renderne l'intima musicalità. Questa tendenza è come il fondo comune di questo gruppo di poeti; sia che le cose parlino per essi alle passioni umane, quasi ammonimento al viver nostro, sia che appaiano come simbolo d'un potere assoluto e divino. Due forme e due stati questi di un unico svolgimento; come apparisce nella Tintern Abbey del Wordsworth, ove il poeta ci delinea questo svolgersi del senso poetico della natura nell' anima sua, dall'impetuoso fremito giovanile, quando,

Nature then

To me was all in all,

Vedi O. DOLCH, The Love of Nature in the early english

Poetry, Dresden (Programm), 1882.

all'ammirazione severa e al senso religioso delle cose che in esse indovina, dovunque, la presenza dello spirito avvivatore

A motion, and a spirit, that impels

All thinking things, all objects of all thought

And runs trough all things.

Preparato da quel sentimento biblico della creazione dominante nel poema del Milton, onde il mondo sensibile è come una figurazione simbolica del sovrasensibile,' il Wordsworth si eleva generalmente ad un simbolismo cristiano, ad una specie di teologia della natura, alla quale chiede continui insegnamenti per la vita. Mirabile docu mento di codesto lavorio riflessivo della sua mente sulle impressioni della natura e sulla visione immediata delle cose, è il canto intitolato Influence of natural objects' Le moralità del deismo inglese del secolo XVIII hanno dovunque lasciata una traccia visibile nella sua opera di poeta.

Libero da ogni influsso perturbatore dell'arte e della sua liberta è invece lo Shelley, questo singing god dell' Inghilterra moderna, il più squisito forse dei moderni lirici della natura. Anima delicatamenle sensitiva, le cui fibre tremano come le foglie della mimosa pudica ed esalano in essenze sottili le impressioni esterne come un fiore fa dei succhi vitali che attinge dalla terra, nessuno al pari di lui visse e mori nella natura. Il Tamigi, i laghi svizzeri, i mari d'Italia furono la sua culla di poeta e la sua tomba. Ma da questa sua esperienza continua e quasi con

1 Cfr. sul Milton A. SCHLESINGER, Der Natursinn bei I. Milton, Diss, Leipzig, 1892, e sul sentimento della natura nel Wordsworth, cfr. specialmente il libro dello SHAIRP, The poetic interpretation of Nature, Edinburg, 1877, e l'articolo dell' AUSTIN nella Contemporary Review di quell'anno, pag. 961-80.

2 Poems of Wordsworth edited by Matthew Arnold, London, 1896.

suetudine colla vita delle cose, egli pure si innalza alle altezze d'un sentimento largamente comprensivo. Vi è in tutta la sua grande poesia della natura come diffuso un alito di mistica idealità, che ora si eleva alle cime eccelse. di un platonismo lirico come nell' Inno alla bellezza intellettuale e nell' Epipsychidion, e si traduce nella visione di quell'ideale fascinatore che Alastor persegue invano nel mondo; ora invece dà al poeta la coscienza e il sentimento profondo e confidente di una grande anima diffusa nell'universo, echeggiante nel fragore del tuono come nel vivace canto degli uccelli, di quell'anima che dà il ritmo alla danza corale dei pianeti, che germina nel lavorio minimo e silenzioso della linfa nell'erbe e nei fiori, ed esalta ed accende gli entusiasmi dell' anima umana.

Tale è il significato di quel mirabile canto che una voce aerea intuona nel Prometeo; tale il senso dei dolci versi che al poeta Keats fa pronunziare nell'Adonais; e sopratutto di quella che è fra le liriche di Shelley forse la più schietta espressione della poetica intimità colla natura, L'ode al vento dell'ovest; esempio mirabile di questo pulsare concorde dell'anima sua coll'anima delle cose, simile all'arpa eolia che dava suoni, tocca dai venti.

Make me thy lyre, even as the forest is
Wat if my leaves are falling like its own!
The tumult of thy mighty harmonies

Will take from both a deep, autumnal tone,
Sweet though in sadness. Be thou, spirit fierce,
My spirit! Be thou me, impetuous one!

Ma quale distanza fra l'anima dello Shelley e quella del Byron! Non mai forse due poeti connazionali ed amici, avvolti da un comune fato di dolore, furono così diversi l'uno dall'altro come l'anima contemplativa dello

Il poemetto Julian and Maddalo dello Shelley ne è un vivace documento.

Shelley dall'anima pugnace ed eroica di lord Byron, nella quale s'impersona l'indomita natura della sua stirpe. A lui non chiedete la serena visione del panteismo, dottrina d'anime rassegnate, non d'anime conquistatrici; religione di pensatori, non di eroi. L'immensa sinfonia delle cose non basta a coprire la sua voce, ove ardono la fiamma della passione umana e lo spirito della rivoluzione. E nondimeno pare che questa fiamma dell'anima sua si comunichi alle cose circostanti, e v'accenda impetuosa la vita. Vivere nella natura non è per lui vivere nella solitudine, come pel Rousseau, che, solo, sul lago di Ginevra, s'abbandona alla sua misantropia ossianica. Là sui ghiacciai della Jungfrau, Manfredo evoca una serie di esseri viventi e quasi complici dei sensi che turbinano nell'anima sua. Ed ecco come gli spiriti dell'aria e degli abissi gli parlano: «La terra, l'oceano, l'aria, la notte, le montagne, i venti, le stelle, aspettano i tuoi comandi, o figlio della polvere; ad un tuo cenno, tutti i geni saranno dinanzi a te. Che vuoi tu da noi, figlio degl' immortali? Parla...». E l'anima a lui fraterna del Child Harold erompe in questi consimili accenti: «Io non vivo in me, ma m'identifico in ciò che mi circonda... ecco ciò che m'assorbe, ecco la vita mia... Le montagne, e le onde, e il firmamento non fanno parte di me e dell'anima mia, come io di loro?... E non soffrirei io mille tormenti anzichè scambiare tali sensi colla dura e mondana indifferenza degli uomini, che tengono fermi gli occhi alla terra e temono la luce? ». '

Tale è l'accento di un'anima che, amareggiata dalla sconoscente durezza degli uomini, cerca, come il Rousseau, asilo e conforto nella natura sua madre amorosa. Ma

1 Child Harold, III, 13 e segg., e c. 22 e segg.

2 Child Harold, II, c. 37.

Dear Nature is the kindest mother still,
Though alway changing, in her aspect mild:
From her bare broom let me take my fill,

Her never wean'd, though not her favour'd child.

non indulge a placidi idilli nè va in traccia di tranquilli recessi; bensì ama la natura selvaggia, e prova le seduzioni delle sue ire. E nella comunione panteistica colla grande madre sente un' intima fratellanza cogli esseri tutti, di cui fa parte, o piuttosto li sente vivere tutti in se medesima; combinando così il panteismo col sentimento della libertà della natura e coll'individualismo romantico e misantropico, a cui l'arte dell' infelice poeta dà forse la più alta e piena espressione.

Ma il dolore che tormenta e rode il suo animo non gli dà pace, nè la natura vale a lenirlo. Che anzi talora i suoi spettacoli ridestano dolori in lui già sopiti3 e tutto gli dà immagine di dolore e di lacrime. Non le rovine di Roma soltanto, sì anche le più dolci visioni d'Italia, il lago di Nemi, la cascata delle Marmore, gli suggeriscono fantasie dolorose. In quei momenti ei prova l'acre voluttà del dolore, e quasi sente nascere l'istinto della distruzione, salutando il mare, l'eterno distruggitore delle memorie e degli uomini. Così dalla solenne e classica serenità del Goethe si passa all'impeto ardente di rivoluzione onde questo grande, reietto quasi dalla patria e peregrinante, sarà finalmente sospinto verso la morte gloriosa sui campi di Missolungi.

* **

Abbiamo così toccate a volo le alte cime di questa grande catena di poeti. Sono essi gli eroi, direbbe il Carlyle, della poesia moderna della natura, nei quali appari

Child Harold, c. 36.

Oh! she is fairest in her features wild.

And sought her more and more,

And loved her best in wrath.

2 Child Harold, III, c. 75.

3 Child Harold, IV, 23.

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