Sayfadaki görseller
PDF
ePub

Può darsi che, per la verga magica, altribuitagli, siasi pure veduto in Vergilio, o Virgilio, un altro Hermes o Mercurio, figlio di Giove e della ninfa Maya, la quale Virgilio stesso nomina nel primo dell'Eneide, che l'intelligenza del Mercurio alato, il quale va a sua posta dal cielo all' inferno, sia stata attribuita a Virgilio gran savio, e che, per tale indizio, siasi dato il nome di Mayâ anche alla madre di Virgilio, nella tradizione medievale; ma poi che nella leggenda de' sette savii occidentali, certamente di origine buddhica e seilanica, il posto del più gran savio Siddhapati viene preso dal sapientissimo Virgilio, poi che il Buddha Siddharta pone tutto il suo impegno nel risveglio della Buddhi o intelligenza, e nell'acquisto della vidya o scienza suprema; e Buddha Siddhârta, si dice nato da Mâyâ, è possibile che anche questa nozione, di un Virgilio leggendario, figlio di Mâyâ, sia d'origine indiana, più tosto che classica, e, meglio ancora che la tradizione della Mâyâ madre di un Mercurio onnisciente e di una Mâyâ madre del sapiente perfetto Buddha siansi confuse nella leggenda di Virgilio. Mâyâ in sanscrito, propriamente, è l' illusione, la magia; e Mâyâ, la madre di Buddha, cui la leggenda attribuisce, come a Virgilio Mago, poteri magici meravigliosi e visioni di sogni in altri mondi, dovea, naturalmente, fare del figlio un gran taumaturgo.

Già Adalberto Kuhn avvicinò il nome indiano di Sârameya (il Dio dei Sogni indiano), con l'Hermes (Hermeias) o Mercurio ellenico; al duale, i Sârameyau, sono i due rapidi cani messaggeri di Yama, il Dio dei morti, e guardiani delle sue vie. Il mito indiano di Sârameya non ha avuto un grande svolgimento nell'India sotto un tal nome; ma, poichè esso viene messo in relazione coi cani infernali, e divenne pure nell'India un Dio de' sogni, il quale accompagna le anime dei trapassati alla visione degli altri mondi, non si può disconoscere al Sarameya che conosce le vie, le

quali conducono alle due regioni di Yama, la paradisiaca e l'infernale, una strettissima parentela con l'Hermes e Mercurio, figlio di Mayâ, ellenico, che come Psychopompos e Psychagôgos, guida e spinge le anime.

Questi poi, sapientissimo, che tutto sa, tutto vede, tutto penetra con la forza sottile della sua intelligenza e del suo sapere, ha molte attinenze col sapientissimo Buddha e col sapientissimo Virgilio, figli al pari di lui di una Maia. A Roma poi la Dea Maia veniva identificata con la Magna Mater, con la Bona Dea, con l'Ops, con la Fauna e con la Dea del maggio, cioè del mese in cui la terra già fiorita incomincia a fruttificare, a far miracoli, rinnovando i suoi giardini incantati, i suoi portenti; ed anche questo rinnovarsi, in ogni primavera, nel mese di maggio, della terra, parve opera di grande magia.

All'autore, finalmente, delle Bucoliche e delle Georgiche, in fama di mago, si poteva poi, anche meglio, per tale ragione, dare come madre una Mayâ, la magia che rinverdiva e rendeva fruttifera la terra.

L'affinità tra Hermes e Mercurio figlio di Maia e Buddha fondatore dei Gimnosofisti, degli anacoreti sapienti dell' India, se bene ricordo, fu già avvertita. dallo stesso San Clemente Alessandrino.

Ora si può aggiungere al gran numero dei Buddha, oltre Giosafatte, di cui abbiamo già esaminata la leggenda, anche Virgilio, figlio di mago, il sapiente caducifero, figlio di Mayâ, che fa visitare ad Enea l'inferno, guidato da una veggente sibilla, e che accompagna egli stesso Dante nelle regioni infernali, ombra gentile che, nel giuoco delle ombre che ci presenta la Divina Commedia al modo con cui appare e scompare, ci rende immagine della leggerezza e spiritualità dell' Hermes Psychopompos.

Molti degli attributi proprii di Buddha, figlio di Maia, convengono pure all' Hermes ellenico ed al Virgilio della tradizione, figli entrambi di Maia. Hermes è il

Dio ingegnoso, per eccellenza, scopre i tesori nascosti, percorre tutte le vie, mostra tutti i sentieri, trova l'arte d'accendere il fuoco, come Prometeo; anzi è esso stesso un vero Prometeo, che prepara la luce e il fuoco dei sacrifici mattutini invocanti il ritorno del giorno luminoso; al sopraggiungere della notte, egli visita l'Inferno, e accompagna, al di là dell'Oceano, le anime al loro destino nel regno della morte, a traverso la regione dei sogni, ai prati d'asfodillo, nel paese delle ombre (Odissea, XXIV. 1-10). Nei misteri eleusini, si venerava. pure Hermes come l'amante di Ecate e di Persefone.

Rappresentando il viaggio della Psiche, Hermes veniva figurato sopra i sepolcri. Egli guida Ercole quando discende all'inferno, e lo riconduce fuori; egli accompagna Persefone. fuori dell' inferno. Omero lo celebra, nella Iliade (XXIV, 343) come il Dio che affascina ed addormenta e come il Dio che risveglia con la sua verga magica. Il Buddha che s'addormenta e il Buddha che vigila meditando esprimono pure questo duplice atteggiamento che indica il momento del sonno vespertino e del risvegliarsi mattutino. Sotto un tale aspetto Buddha che sogna e Sarameya Dio dei sogni si con

vengono.

Come Buddha, Hermes si rende utile agli uomini e li benefica; Buddha raccomanda la liberalità, l'elemosina ed Hermes è un datore di beni. Hermes è pure un buon pastore; un Hermes di Tanagra viene rappresentato, come il Cristo simbolico dei cristiani, con un montone sulle spalle. Hermes, come il giovine Buddha, si rappresenta bellissimo, elegante, e dal volto pieno di dolcezza; e la sua parola piena di soavità induce la persuasione; egli è un buon parlatore onde il suo epiteto di hóps; anzi lo storico Cornuto, citato da Cicerone, lo identifica con lo stesso No, mandato in terra. dagli Dei. Platone avvicinava Hermes al Dio egiziano Thot; e i Neoplatonici insistettero su questa somiglianza

creando, per ciò, un nuovo Hermes Trismegistos o tre volte grandissimo.

Il caduceo di Hermes è un bastone, una verga magica, quella stessa che serve ai fachiri indiani per incantare i serpenti; perciò intorno a quella verga magica si vedevano avvolti due serpenti. Con la sua verga magica, Hermes vince i demonii e li rende impotenti, come affascinati dal potere magico del figlio di Maya. Quasi tutte le qualità attribuite ad Hermes possono convenire agli altri due leggendarii figli di Mayâ, Buddha e Virgilio; e poichè Virgilio, specialmente nell'Inferno del poema dantesco, ha una parte essenziale, poteva essere qui utile ed opportuno accennare le attinenze del Virgilio leggendario coi suoi prototipi, ellenico ed indiano, Hermes e Buddha. 1

1 Dopo questi nuovissimi riscontri, io spero che non rimarrà più alcun dubbio che il messo di Dio, come argomentava già Pietro di Dante sia, nel nono dell' Inferno, Mercurio, simile, del resto, al Mercurio di Stazio, che, con la verga, apriva la porta. Alcune leggende contenute nei Vangeli apocrifi fanno pure di Cristo un mago incantatore e domatore di mostri. Ma non è qui luogo di proseguire i molti riscontri che si potrebbero fare tra Cristo, Hermes e Buddha, ne' loro caratteri più fantastici, nelle loro apparizioni più sottili, ne' loro misteri più profondi che celano un solo grande secreto divino, del quale noi possiamo solo cogliere alcune ombre mobili e saltellanti.

[blocks in formation]

Oltre le già citate tradizioni occidentali che ci recano travestita, per il tramite della traduzione pehlvica e persiana (Sindibad Nameh) di un libro indiano più antico, una leggenda buddhica e particolarmente seilanica, ne esistono ancora, nella nostra letteratura medievale, parecchie altre, contenenti la visione d'un viaggio all'inferno e al paradiso che precedettero la Divina Commedia. Alcune di esse rimontano ancora ad una sorgente buddhica; e tutte mi paiono ben derivare dall'Oriente, ma passando per il tramite di leggende iraniche, bibliche e musulmane, furono molto alterate.

Molti ancora dei motivi contenuti in queste novelle, rimontano ad una più remota fonte indiana; ma, passando a traverso la Siria, la Palestina, l'Arabia, si trasformarono, notevolmente, con l'aiuto di nuovi elementi raccolti per via nella loro migrazione orale e scritta.

Popolarissime erano nel medio evo le visioni di San Patrizio, di San Brandano, di Tundalo, di Frate Al

1 Questa offre più d'un riscontro con la leggenda seilanese di Sangha Rakshita; san Brandano è guidato all'isola deliziana da un angelo, in una barca meravigliosa simile a quella guidata da un angelo che conduce le anime all'isola dantesca dove sorge il monte del Purgatorio.

Dispensa 75.

« ÖncekiDevam »