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sant' Anselmo d'Aosta per dare onore a que' tempi, e per porre in chiaro gl'innumerevoli beni, che alla mente dell'uomo sariano recati dal cristianesimo, come quella si fosse tolta alla servitù della invecchiata ignoranza. E a ciò mirava la Chiesa : quindi nel concilio tenuto in san Giovanni di Laterano nel 1078, fu decretato che in ogni diocesi fossero insegnate le arti che allora chiamavansi liberali, cioè la grammatica, la rettorica, la musica e la dialettica.

È noto, che all' appressarsi del secolo XI era invalsa ne' popoli la credenza, dovere il mondo nel caos antico precipitare quando fossero compiuti mille anni dalla incarnazione di Gesù Cristo. Quindi le genti stando trepide e spaventate, niuna cosa più avevano in cura, o in amore, siccome quelle che reputavano essere per loro vicino il fine, che a noi sembra così lontano. A Dio pertanto rivolte, aspettatrici tremanti della ira sua, non d'altro, che della eterna salute aveano pensiero, e liberalmente donavano ai monisteri e alle chiese i beni, i quali, secondo la loro credula estimazione, più non dovevano ai loro posteri appartenere. Onde l'universale sgomento in ozio pauroso sopì gl'ingegni, e in tutti mancarono le cagioni dell' operare.

Ma non fu appena passato il tempo, che alla mondiale ruina fatalmente parea fissato, si aprirono gli animi alla speranza, e con desiderio tanto più vivo econ amarono essi le cose di questa terra, quanto più grande era stato il loro timore di averle a perdere in uno instante. E perchè aveva Iddio stabilito, che desse l'Italia principio a secoli nuovi di sapienza e di gloria, mise egli nel cuore degl' Italiani gagliardissimo amore di libertà.

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Già fino dal pontificato di Gregorio II (cioè nell' anno 775) Roma ed altre città vicine si erano collegate fra loro, sottraendosi alla signoria dell'imperatore greco, Leone Isaurico, che sosteneva con l'armi l'eresia degli Iconoclasti; e sebbene non dessero allora forma repubblicana agli ordini loro, pure si ressero per alcun tempo popolarmente. Onde anche in questo l'Italia diede l'esempio alle altre nazioni, le quali quattrocento anni dopo di lei si ordinarono nella maniera de' municipii antichi, facendo a quella piccolissime variazioni.

Mentre gl' Italiani intendevano a conquistare la libertà, il grido di guerra che risuonava per tutta Europa, traeva l'occidente verso l'oriente. Imperocchè avendo Urbano II bandita la crociata per contenere la potenza dei Musulmani, tutta la cristianità alla voce sua si commosse; e non fu alcuno, che non volesse ai pericoli ed all' onore di quella impresa, santissima reputata, partecipare.

Qui non accade narrare i casi di quelle guerre, nè prendere in esame le leggi date ai Comuni; essendo questo sol di coloro, che della storia civile tolgono a scrivere. Faremo in vece alcune brevi considerazioni intorno agli effetti morali e intellettuali, venuti dal nuovo amore di libertà surto allora nel cuore degl' Italiani, e dal loro passaggio in Oriente, per conquistarvi la terra santa.

Per gli ordini feudali erano nell' Europa sciolti i legami, onde le parti diverse delle nazioni si stanno congiunte insieme. Non altro allora vedevi, che armati padroni, ed inermi servi. Ogni castello dominava il villaggio, o la città a lui soggetta, e mentre le rapine

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e le stragi per ogni luogo, secondo voleva la cupidità o l'ambizione, moltiplicavano, nei vassalli ogni spirito generoso veniva meno, perchè stando in altrui balìa, nè delle cose loro, nè della vita potendosi assicurare, non avevano sprone alle opere forti, nè agl' industriosi guadagni. Ma da un ordinamento così contrario alla esistenza concorde delle nazioni uscirono alcuni beni, piacendo alla Provvidenza, che in ogni tempo sian manifesti gli effetti di sua bontà. Taccio del coraggio rinvigorito in coloro, che dovevano continuamente stare sull' armi per difendere se stessi e le loro terre: nè qui discorro del modo con cui quelle piccole congreghe d'uomini armati potevano facilmente recarsi dove il loro paese era minacciato di forestiera invasione, siccome più volte si vide accadere in Francia, la quale, per la debolezza della potenza monarchica, dai Saracini di Spagna sarebbe stata occupata, se non erano i suoi baroni. Ma non posso rimanermi dal ricordare, che al tempo stesso, in cui gli abitanti di una contrada medesima erano fra loro tanto divisi da non avere quasi niuna cosa in comune, l'ordinamento della famiglia dentro alle rocche dei feudali signori mutava d' indole e di principii, e la dignità delle donne assai vi cresceva. Sicchè essendo quelle più rispettate, che già non furono in altri tempi, e pigliando per esse l'amore novella forma, la fierezza degli uomini a poco a poco si mitigava, i modi si facevano meno selvaggi, e un non so che di tenero e di gentile ammolliva i petti indurati dall' odio e dalla superbia.

Ma Dio aveva segnato un termine fisso alla durata degli ordini feudali: ond' essi con diverse vicende, cad

dero in tutta Europa, affinchè cominciasse il tempo, dove della libertà popolare, dove delle monarchie unite e forti. L'Italia non potè, o non seppe ordinarsi in regno, ma spinta dall'odio della tirannide si resse a comune, forse per le memorie rimaste in essa de' municipii romani, e forse ancora, perchè essendo stata occupata da popoli vari di lingua, di origine, di costumi, le mancava quel senso interno, che fa di gente diffusa sopra uno spazio larghissimo di terreno come una sola famiglia. Oltre a ciò è da notare, che le nazioni state involte nella barbarie non giungono a formare un sol corpo, se innanzi non furono in molti membri divise, seguendo in questo la via che l'intelletto suole tenere, il quale per mezzo della analisi, cioè della contemplazione delle idee individue, giugne alla sintesi, da cui risulta la scienza, come dal congiungimento de' membri, di che ho toccato, nasce l'unità dei popoli, e la stabilità de' reami.

Nè avvenne mai, che una nazione per volontà, e per opera di un sol uomo, comecchè ei fosse savio quanto potente, da barbara divenisse civile: del che la storia di Carlo Magno e di Pietro il Grande ci è testimonio. Un popolo non diventa civile se non per virtù sua pro pria, cioè quando per cagioni liberamente operanti nei più il vivere si conforma alle leggi della morale, e il senso sottostà alla ragione, e sorge in tutti desiderio di onore. Or chi non vede, questi affetti e questi pensieri nascere e propagarsi più facilmente tra genti ristrette in brevi confini, che non tra popoli dimoranti in ampio paese, privi di un centro da cui su tutti si sparga una luce eguale, e che a tutti sia caro in ugual

maniera? Piccola fu l'ateniese repubblica, ma da lei ebbe specialmente decoro la civiltà della Grecia: Roma decadde dalla pristina sua grandezza quando il nome di cittadino romano fu quasi a tutti i popoli vinti partecipato. Nè mi si opponga l'esempio d'Inghilterra, di Germania, di Francia, in cui la civiltà non riceve diminuzione, nè impedimento dalla vastità de' paesi formanti un solo reame. Perchè dopo la invenzione della stampa le condizioni del mondo sono mutate; e il pensiero da un luogo all' altro, e da uno ad un altro tempo si propaga con rapidità al tutto ignota, così agli antichi siccome alle genti del medio evo.

L'instituzione de' Comuni giovò dunque mirabilmente alla civiltà nostra e finchè gli ordini di quelli non furono guasti dalla tirannide, o dalle sette, l'Italia ampliò, se non di dominio, certo di ricchezza, e di gloria. Onde nobilissimi monumenti allora vi furono edificati all' onore di Dio, o alla pubblica utilità; allora lo studio delle leggi fu coltivato per difendere i nazionali diritti contro l'ambizione imperiale: allora vennero poste norme ai costumi, non potendo le città viver libere senza virtù: nè questa mai separandosi dalla modestia, dalla semplicità, dalla temperanza. Le guerre poi combattute dagli Italiani per la libertà loro non furono senza utile effetto su i loro ingegni. Perchè lo zelo della giustizia mettendo ad essi le armi in mano accadde in Italia quello che in ogni luogo, ed in ogni popolo sempre avviene, cioè che i nobili affetti a nobili e a forti pensieri siano alimento. Però la lega di Pontida, le guerre tra i Lombardi ed il Barbarossa, facevano a chi era savio augurare che l'Italia avrebbe avuto tra breve ar

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