Chi troverà, dicean, la Donna forte E di Vergine Terra il Germe augusto ?* E le bell' acque, che tranquille, e pure Sovra 'l Vello scendean soavemente. Ad irrigar tutte l' Età. future ?> Nascesti, alta Donzella ,e immantinente: Ne' tuoi begli occhi, dell' eterno Sole: Si riacceser le faville spente.. Quei, che vuol quanto può, può quanto vuole Mirò se stesso con amor più intenso Nel formar tue bellezze al Mondo sole, E al vago spirto di sua luce accenso Diè quel velo leggiadro, in cui trasparve Sua bontà, suo valor, suo zelo immenso. Tosto che in Terra il divin Volto apparve, Disparver l'ombre, e si feo lume al vero Nascoso pria sotto confuse larve, E' profondo ineffabile. Mistero 23 Sulla tua fronte a chiare note: scritto,Die di pace, e d'amor pegno sincero Or chi sarà, che pel sentier più dritto Scorgami a dir dell' Opra alta, e gentile Di cui fu seme il primo uman delitto? Tu, se'l priego d'un cor supplice: umile. Vergin, ti muove, tu la stanca Cetra Reggi, e tu infiamma l'agghiacciato stile.. Chc mai non sorse a viaggiar sull' Etra Furor più sacro, nè più santo strale: Usci mai da poetica faretra.. Era omai giunto il termine fatale, Ed avea l'ira in carità cangiata Delle cose l'Artefice immortale Quando in Terra a portar l'alta ambasciata Soese un Messaggio, dal cui volto uscio Tutto il seren della Magion beata. Un nuovo Cielo, in rimirar MARIA, Gli s'aperse d'intorno, e sì gli piacque,, Ch'esser forse pensò, dov' ei fu pria... Po Poscia, o Vergine, disse, a cui non nacque Ostro accrescendo all'ostro lor nativo; E fian sempre i tuoi fior vergini, e casti; Anzi il tuo sempre inviolato, e intatto Sempre, e mai sempre inviolabil Chiostro Via più puro sarà, fecondo fatto. Odi d'alta virtù mirabil Mostro ! Aura divina, onnipotente, eterna, Non mai descritta da mortale inchiostro, Aura dolce, che'l Ciel muove, e governa, Sol delle caste orecchie tue pel varco Strada farassi alla magion più interna ; E di sacro vigor tumido, e carco Crescerà 'l ventre. Incognite quadrella Già Iddio t'avventa; ed il mio labbro è l'arco. Spirto d'invitta Fede, a tal favella, Pien di un'alta umiltate al sen ti corse, E poi dicesti: eeco di Dio l'ancella. Ambo le labbra per dolor si morse Il Re dell'Omdra, e non più stette il Mondo, Come fu già, di sua salute in forse. Ed ecco (oh quai portenti!) entro 'l fecondo Tuo sen l'incomprensibile celarsi, E'l gran sostegno tuo farsi a te pondo, Le antiche Carte, e dell'Inferno a scorno; E pianger di dolcezza Uomini, e sassi D' infante Dio tra rozzi panni avvolto Nette, che d' ogni giorno assai più splende: e vano Tocchi Angelico Plettro in maggior tuono, E due Nature in un Soggetto accorde. Che a se mi chiama un lamentevol suono D' urla, e di pianti, e di materne strida Senza trovar pietà, non che perdono. Ecco dell' empio Re l' ira omicida : Ecco piange Betlemme: ecco si lagna Che 'l ferro i figli; e'l duol le Madri uccida, Eceo che in mezzo d' infedel Campagna Offre scampo, e riparo al gran periglio Quella Terra, che il Nil feconda E già in un dolce riposato ęsiglio Povera vita, ma tranquilla meni Col vecchio Sposo e col tuo piccol Figlio, Ma l'aere sacro de' be' rai sereni e bagna. Qual nube adombra d'improvviso affanno, Se Se'l tuo Figlio smarristi, è brieve il danno 11 Ciel ti serba, e più che mai veloce Qual Tortorella, che con passo incerto Il dolce amato Nome in van chiamando. Ma poichè il terzo di tolse alla Tomba Ogni suo dritto, e in pioggia poi di foco Scese a te l'alta, ed immortal Colomba; Vera Martir d'amore a poco a poco All' Alma di se Donna il volo apristi: Ch' arder da lungi a chi ben' ama è poco. Pianti sereni, e sospir lieti, e tristi, E dolci amare dilettose pene, Ed affetti di gioja, e di duol misti: E carità fervente oltre nostr' uso, Ma Ma già la nave tua correndo a riva A more Amor sottentrerà in mia vece; Era già 'I tempo, che divampa, e bolle Luce a te venne, non so quale, o quanta; Ch'io non ho sguardo, che tant' alto poggi E quanto più bevea l'Anima santa Del caro lume, più spedita, e lieve Trasparia per lo vel, che l'Alme ammanta. Candida falda di non tocca neve Era il volto, e i begli occhi, avrem pùr pace, Esente affatto dal comun Décreto: Morte fer bella, e'l Ciel più bello, e lieto.. Vedova sconsolata in neri panni Piangea la Terra, ed i Celesti Amori Sull'ale intanto de' beati Cori Correa giù per quell' aere luminoso. D Che |