Stanford University Libraries Не VARIE LEZIONI 440 v. 4. Io tradir le tue glorie? ah dal mio seno L'auree quadrella: or pria che morte chiuda Mia Coscienza ignuda: Altr' io, che te non bramo, e tu mel credi Te sol bramai fin' ora e te sol bramo, Mute labbra eloquenti, amo, e ringrazio : Dunque se ne' miei versi ognor ti chiamo.: E alla dolce esca del tuo santo Nome Del Cielo, appunto come Chi va di notte a chi gli è detro sgombra Questa, nata, di pianto, a pianger nata , Ti porgo intanto e ti consacro in voto : Esser pur dee: d'ogni opra mia passata Da te sia questa: Ch pon indarno spesə V. 12. Venga meco a regnar chi, mentre visse, Canzone VII. Stanza I. verso z LAtteo fiume altissimo trabocca? v. 4. Ond'ei deriva; or qual mai sorte è tocca A questo Nil, che l'onda Anch' ei palesi, e la sua fonte asconda? Ov'empito d'ingegno oltre il traporta, Con feconde tempeste allaga Stanza IV. verso I Sentole dir, ch'io fei e bagna, D' Arco Turco spezzato Arco alla Cetra, v. 4 Sentole dir, ehe all' Idumea faretra Stanza VI. verso 2 Bella menzogna già, ch'i' non affisi Più di fama, che d'acque, i tuoi frementi v. 5. Di Gloria un più bel vello Stanza VIII. verso 1 Con guardo curioso Allor potrà sull' Eliconie cime Scoprir tuo fonte ascoso Il Testo del Sig. Muratori legge nel Nde lentando al giusto duolo il freno Tutta allor di se armata, e in se racchiusa Non t'è noto, ch'io vivo? e non t'è noto, V. 11. Scocca la Morte e scocca il Tempo a voto? Ma se pianger vuoi pur, col pianto aviva L'egro tuo spirto, che di spirto è voto, Che ben morto sei tu, quant' io son viva. Se Sonetto XXXIII. versor Spirito corse di conforto al core, Ma l'Alma ritenendo il primo errore Segue a nutrir le sue feconde pene. v. 6. Il ver nostro, e come passan lore E come tosto inaridisce, e muore Anzi suo tempo il fior di nostra spene ! v. 11. E questo in quel viveasi, e quello in questo, Sonette XXXIV, verso 12 Fammi, o morte, ragion, se giusta sei, O uccida il Tempo, pria che'l duol m'uccida 4 Sonetto XXXV. verso g L'amai qual Madre, e questo basso esiglio Mi fu solo per lei caro, e diletto. V. 13. Fur quell' esca leggiadra, a cui repente Sonetto XXXVI. verso 5 Prima, che nascess' io, nel Cielo ei nacque Ed ancor vive, nè giammai fia spento v. 10. A sua virtù virtute ivi s'aggiunge, v. 13. Cresce così, che con mirabil prova Sonetto XXXVIII. verso I Signor, fu mia ventura e tuo gran dono Canzone XVIII. Stanza I. verso 10 TRemami il cor nel seno In sì chiara, in si grande, e in sì suprema E qual nel grande universal naufragio Stanza II. verso 5 Quel Regio Sol, che 'l secol nostro indora, V. 8. Nave si trasse a riva. Dunqu' io gran Donna, di tua fama l'onde Rado, e fo come che da basso loco Ma Pampie sue profonde acque remots Pun Punto non vede, e sa ben, ch'ei non puote Impresa il vanto, e agli animati strali Cui le Grazie lattar , più ch'altra mai, v. 9. Miosse Arturo, e giurò che in mar tuffato Non avria il carro aurato Nè in van giurollo: indi fermossi, e tacque, S la tua Mente pargoletta i vanni Ond'è, che come avvien, qualor novella Chi accende i lampi, e chi dà voce ai tuoui, Mancano nel testo portato dal Sig. Muratori te Stanze undecima, e duodecima. Stanza XIII. verso 1 Ma poco è ciò. La Sapienza eterna T'alzaro allor le Muse archi, e trofei! v. 13. Che calca imperj, e regni e della Regia Stanza XV. verso 1 Chi è costei, che a se fa guerra, investe, v. 9. Faticosi sentieri? Stanga XVI. verso 6. Ch'io l'Arte incolpo, e gl'Intelletti scuso, v. 11. Manca lo spirto, e in guisa d'uom,che sogna, V. 11. Bramo aver voce, e più che mai dubbioso Stanza XVIII. verso a Veggia spenta la gloria, e che dipinto v. 6. Hoil crin d'allori, e tolto i nomi a Morte? Stanza XIX. verso I V. Scrivi, che poi per superar se stessa Scrivi, che sol per lei più illustri, e belli ? v. 7. E per lei gonfio, ebro v. 9. Scrivi, che se'l piè move, e'l guardo gira, Stanza XX. verso 1 Non vedi tu, com'ella i sacri allori Di sua man pianta, e alleva, e come dona v. 4. Voce, e spirto agl' ingegni ? odi la Fama, 6. Scrivi tu dunque, e svela. Can Canzone IV. Stanza III. veros 4 NE' ammiro in te quel,che in altrui s'ammira, Chi puote a suon di lira v. 8. Opre, ond' aure gloria il Mondo spira, Qual è sotto la luna, Qual è si alpestre, o sì deserta piaggia, Le addolorate Madri v. 5. L'ingiurioso dono i mesti Padri, Del regio acciaro al riverito lampo v. 9. Ecco atterri, e calpesti, Ecco spoglie, e bandiere a forza togli, Stanza XIII. verso 7 Mio Parnaso è 'l Calvario, e mio Permesso Mi Canzone VI. Stanza V. verso 8 MI diè piume a volar per quella guisa Anche nel Testo del Sig. Muratori manca la Stanza, che comincia. Dalle Pannonie ncvi acceso Zelo. Stanza IX. verso 6 L'Alma tra mille alti litigj involte. Nella Stanza rifiutata, che comincia: Te sol bramai sin' ora, e te sol bramo. verso 12. Stanza XIII. verso 2 Supplice, umil canzone Canzone XLVI. Stanza I verso 14 Vo' di tante tue spoglie almen quell' una Scoprir, che'l pregio in se dell' altre aduna Stan |