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VARIE LEZIONI

440

v. 4. Io tradir le tue glorie? ah dal mio seno
v. 6 Sol per vibrar colpi di lode all' Etra
Tolsi a l'Ebrea Faretra

L'auree quadrella: or pria che morte chiuda
Quest'occhi miei, s'è tuo voler,ch'io canti,
Ecco al tuo piè davanti

Mia Coscienza ignuda:

Altr' io, che te non bramo, e tu mel credi
Che'l cuor negli occhi, e ne' sospir mi vedi
Stanza pur rifiutata.

Te sol bramai fin' ora e te sol bramo,
E te, che fai le mie

Mute labbra eloquenti, amo, e ringrazio :
Te, ehe sai tutte del ben får le vie,
Chi di laudar fia sazio ?

Dunque se ne' miei versi ognor ti chiamo.:
Forse (oh che spero!) all' amo

E alla dolce esca del tuo santo Nome
Prenderò, l'alme, e benchè cieco i'sia
Mostrerò lor la via

Del Cielo, appunto come

Chi va di notte a chi gli è detro sgombra
Col lume il bujo, ed ei cammina all'ombra.
Stanza XIII. verso 1

Questa, nata, di pianto, a pianger nata
Veritiera Canzone

,

Ti porgo intanto e ti consacro in voto :
Tu, Signor, la divulga, e fa ragione
Al tuo voler, che noto

Esser pur dee: d'ogni opra mia passata
Scordati, e sol mirata

Da te sia questa: Ch pon indarno spesə
Vigilie mie, se nel gran di tremendo
Queste rime leggendo,

V. 12. Venga meco a regnar chi, mentre visse,
Sol col mio sangue, e col suo pianto scrisse;

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Canzone VII. Stanza I. verso z

LAtteo fiume altissimo trabocca?

v. 4. Ond'ei deriva; or qual mai sorte è tocca A questo Nil, che l'onda

Anch' ei palesi, e la sua fonte asconda?
Stanza II. verso 4

Ov'empito d'ingegno oltre il traporta,
Che l' Aonia Campagna

Con feconde tempeste allaga

Stanza IV. verso I

Sentole dir, ch'io fei

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e bagna,

D' Arco Turco spezzato Arco alla Cetra, v. 4 Sentole dir, ehe all' Idumea faretra Stanza VI. verso 2

Bella menzogna già, ch'i' non affisi
Nel ver più acuto il guardo.
Stanza VII. verso 2

Più di fama, che d'acque, i tuoi frementi v. 5. Di Gloria un più bel vello

Stanza VIII. verso 1

Con guardo curioso

Allor potrà sull' Eliconie cime

Scoprir tuo fonte ascoso

Il Testo del Sig. Muratori legge nel
Sonetto XXVII. verso 12

Nde lentando al giusto duolo il freno
Forz'è ch'io pianga, e del mio Ben la vaga
Sonetto XXXIX. verso 9

Tutta allor di se armata, e in se racchiusa
Sonetto XXXI. verso 9

Non t'è noto, ch'io vivo? e non t'è noto, V. 11. Scocca la Morte e scocca il Tempo a voto? Ma se pianger vuoi pur, col pianto aviva L'egro tuo spirto, che di spirto è voto, Che ben morto sei tu, quant' io son viva.

Se

Sonetto XXXIII. versor

Spirito corse di conforto al core, Ma l'Alma ritenendo il primo errore Segue a nutrir le sue feconde pene. v. 6. Il ver nostro, e come passan lore E come tosto inaridisce, e muore Anzi suo tempo il fior di nostra spene ! v. 11. E questo in quel viveasi, e quello in questo, Sonette XXXIV, verso 12

Fammi, o morte, ragion, se giusta sei, O uccida il Tempo, pria che'l duol m'uccida 4 Sonetto XXXV. verso g

L'amai qual Madre, e questo basso esiglio Mi fu solo per lei caro, e diletto. V. 13. Fur quell' esca leggiadra, a cui repente Sonetto XXXVI. verso 5

Prima, che nascess' io, nel Cielo ei nacque Ed ancor vive, nè giammai fia spento v. 10. A sua virtù virtute ivi s'aggiunge, v. 13. Cresce così, che con mirabil prova Sonetto XXXVIII. verso I

Signor, fu mia ventura e tuo gran dono
L'amar Costei, che ad amar te mi trasse:
Costei, che in me la sua bontà ritrasse,

Canzone XVIII. Stanza I. verso 10

TRemami il cor nel seno

In sì chiara, in si grande, e in sì suprema
Stanza II. verso 4

E qual nel grande universal naufragio
Quando il Ciel d'ira, e di tempesta pregni
Tutto allagaro il secolo malvagio

Stanza II. verso 5

Quel Regio Sol, che 'l secol nostro indora, V. 8. Nave si trasse a riva.

Dunqu' io gran Donna, di tua fama l'onde
Presso l'amiche sponde

Rado, e fo come che da basso loco
Il mar discopre un poco,

Ma Pampie sue profonde acque remots

Pun

Punto non vede, e sa ben, ch'ei non puote
Stanza V. versa 13

Impresa il vanto, e agli animati strali
Stanza VI. verso s

Cui le Grazie lattar , più ch'altra mai, v. 9. Miosse Arturo, e giurò che in mar tuffato Non avria il carro aurato

Nè in van giurollo: indi fermossi, e tacque,
Stanza VII. verso 5

S la tua Mente pargoletta i vanni
Stanza VIII. verso 1

Ond'è, che come avvien, qualor novella
Stanza IX. verso LI.

Chi accende i lampi, e chi dà voce ai tuoui, Mancano nel testo portato dal Sig. Muratori te Stanze undecima, e duodecima. Stanza XIII. verso 1

Ma poco è ciò. La Sapienza eterna
A te i più chiusi suoi tesori aperse,
Stanza XIV. verso 11

T'alzaro allor le Muse archi, e trofei! v. 13. Che calca imperj, e regni e della Regia Stanza XV. verso 1

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Chi è costei, che a se fa guerra, investe, v. 9. Faticosi sentieri?

Stanga XVI. verso 6.

Ch'io l'Arte incolpo, e gl'Intelletti scuso, v. 11. Manca lo spirto, e in guisa d'uom,che sogna, V. 11. Bramo aver voce, e più che mai dubbioso Stanza XVIII. verso a

Veggia spenta la gloria, e che dipinto v. 6. Hoil crin d'allori, e tolto i nomi a Morte? Stanza XIX. verso I

V.

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Scrivi, che poi per superar se stessa

Scrivi, che sol per lei più illustri, e belli ? v. 7. E per lei gonfio, ebro

v. 9. Scrivi, che se'l piè move, e'l guardo gira, Stanza XX. verso 1

Non vedi tu, com'ella i sacri allori

Di sua man pianta, e alleva, e come dona v. 4. Voce, e spirto agl' ingegni ? odi la Fama, 6. Scrivi tu dunque, e svela.

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Can

Canzone IV. Stanza III. veros 4

NE' ammiro in te quel,che in altrui s'ammira,

Chi puote a suon di lira

v. 8. Opre, ond' aure gloria il Mondo spira, Qual è sotto la luna,

Qual è si alpestre, o sì deserta piaggia,
Stanza VI. verso 3

Le addolorate Madri

v. 5. L'ingiurioso dono i mesti Padri,
v. 7. Dell' infelice patria arsa e distrutta
Stanza VII. verso a

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Del regio acciaro al riverito lampo v. 9. Ecco atterri, e calpesti,

Ecco spoglie, e bandiere a forza togli,
E il forte assedio sciogli ?

Stanza XIII. verso 7

Mio Parnaso è 'l Calvario, e mio Permesso
L'onda, cui bevve il gran Poeta Ebreo

Mi

Canzone VI. Stanza V. verso 8

MI diè piume a volar per quella guisa

Anche nel Testo del Sig. Muratori manca la Stanza, che comincia. Dalle Pannonie ncvi acceso Zelo.

Stanza IX. verso 6

L'Alma tra mille alti litigj involte. Nella Stanza rifiutata, che comincia: Te sol bramai sin' ora, e te sol bramo. verso 12. Stanza XIII. verso 2

Supplice, umil canzone

Canzone XLVI. Stanza I verso 14

Vo' di tante tue spoglie almen quell' una

Scoprir, che'l pregio in se dell' altre aduna

Stan

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