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poesía Italiana. Nel 1718 il Senato gli conferì la Cattedra di Filosofia, e fu il primo ad introdurre la spiegazione de' vortici di Des-Cartes, e quella de' colori, del moto, e della luce; ed alcuni anni dopo essendosi divulgata la fama del Newton, spiegò egli anche giusta il sistema di questo l'attrazione de' corpi celesti &c. Nel 1723 fu nominato Secretario di quell' Accademia, i di cui atti ne pubblicò in otto volumi, e nel 1766 ne fu creato Presidente. Era aggregato anche alle reali Accademie di Montpellier, di Londra, e di Berlino. Sorpreso da una forte infreddatura ne morì ai 25 Dicembre del 1777, essendo d'anni 85, 11 mesi, e giorni 19. Le opere che diede alla luce furono le seguenti.

Elogio del Signor Eustachio Manfredi.

Della forza de' corpi chechiamano viva; stampata in Bologna

l'anno 1752.

La Filosofia Morale secondo l'opinione de' Peripatetici ridotta in Compendio con un ragionamento sopra un libro di Morale del Signor di Maupertuis, in Venezia 1763.

Poesie Latine, e volgari.

Dell' arte Poetica Bologna 1768, &c. &c.

IL MARCHESE GIOVAN GIOSEFFO ORST.

Nacque in Bologna nel 1651. La morte gli rapi il padre nella sua puerizia, onde alla vigilanza della madre tutto si deve il merito della di lui educazione. Applicossi di buon ora allo studio della Filosofia, Leggi, e Matematica. Istituì in sua casa una privata Accademia, in cui si disputavano due volte la settimana questioni spettanti alla lingua Italiana, alla poetica, ed eloquenza. Nel 1686 intraprese il viaggio della Francia, dove fece conoscenza con insigni letterati. Ripatriatosi passò a Roma col Sereniss. Cardinal d'Este, dove

molto operò per la concordia della pendenza, che allora vertiva delle franchigie tra il Re di Francia ed Innocenzo XI. Nel 1664 il Cardinale di Este essendo divenuto Duca di Modena per la morte di Francesco suo nipote, lo chiamò presso di se, dove soggiornò per qualche tempo. Si restituì poscia alla sua patria, ove nel 1733 passando secondo il suo costume ad una villa poco lungi da Modena, quivi fu preso il 18 Settembre da un dolor colico, ed a 20 di esso mise fine di vivere di anni 82.

PAOLO ROLLI.

Nacque in Roma nell' anno 1687. Suo padre si chiamava Filippo di Borgogna in Francia: Ebbe per maestro il celebre Gian Vincenzo Gravina, questi l'introdusse a Monsignor Campini, ove erano soliti adunarsi tutti i letterati di quei tempi. Nell' Arcadia si segnalò moltissimo. Fu anche felice improvisatore. Fra quelli che conobbero il suo merito fu Mylord Steers Sembruck. Il Rolli accompagnollo nel suo ritorno in Londra, e dal medesimo fu introdotto alla Corte, e fu subito scelto maestro di lingua Toscana della famiglia Reale di Georgio II. di Hannover. Per questo assunto imparò la lingua Inglese, e compose un opera intitoluta La Manuduzione, e molti drammi pel Teatro dell' Opera. Ridusse alcuni metri a tanta perfezione, che tutti suoi proprj si possono dire. Negli endecasillabi si vede l'eleganza di Catullo, nelle Canzonette le Veneri di Anacreonte. L'elegie sono ripiene della delicatezza di Tibullo. Nell' Odi senza rima gareggiano la gravità delle sentenze, e la sublimità de' pensieri d'Orazio, e negli Epigrammi si ammira la mordacità ed acutezza di Marziale : Nè minore applauso riscossero le traduzioni in versi del Paradiso perduto di Milton, d'Anacreonte, della Buccolica di Virgilio, dell' Atalia, e dell' Ester di Racine.

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Fu membro dell' Accademia Reale di Londra, della Fulginea, della Fiorentina, degli Intronati di Siena e di Tortona.

Ma nel 1747 dopo aver dimorato in Londra trent'anni ritornò in Italia, e scelse la città di Todi per suo soggiorno. Negli ultimi undici quindici mesi, ch'ei visse, fu assalito da assai fiera malattia di testa che lo fece uscire fuori di senno, e fu costretto di giacere in letto sino a 20 di Marzo del 1765, giorno in cui finì di vivere.

CARLO INNOCENZIO FRUGONI.

Nacque in Genova l'anno 1692. All' età di 15 anni vesti l'abito chiericale ed entrò nella congregazione Somasca. Nel 1717 si portò in Roma per maestro di Rettorica nel Collegio Clementino, dove fu carissimo a Metastasio ed a Rolli. Nel 1720 essendo andato in Bologna strinse amicizia co' Fratelli Zanotti, col Ghedini, col Martelli e col Manfredi. Il Cardinal Bentivoglio amava molto il Frugoni; fu anche molto stimato da Antonio Farnese Principe di Parma; e dal Duca regnante Francesco fu fatto Storiografo di quella Corte. Nel 1731

a 20 Gennaio succeduta la morte del Duca Antonio il Frugoni ebbe l'incarico dell' Orazione funebre. Clemente XII. gli accordò la licenza di lasciar l'abito monacale; nel 1748 mercè la pace conchiusa in Acquisgrana i Ducati di Parma, Piacenza, e Guastalla essendo stati ceduti all' infante D. Filippo, il nostro Poeta fu molto onorato da questo Principe, in qual tempo il Frugoni quasi invaso da un Nume profetico presagì la nascita d'un real Primogenito, che venne alla luce il 20 Gennaio 1751, ed il Frugoni fu dichiarato institutore di belle lettere del nato Principe. Il Signor di Tillot Intendente delle fabbriche Reali in Parma gran Mecenate delle lettere, e delle arti lo prescielse a comporre i drammi del Teatro. Le celebri danze

d'Aci, e Galatea, de' Granatieri, de' Cinesi, e de' Savojardi procacciarono grand' onore al nostro Poeta. Sulla fine dell' anno 1757, aperta l'Accademia delle belle arti, il Frugoni ne ottenne la carica di segretario perpetuo. Sulla fine dell' anno 1768 si ammalò, e ne' 20 di Decembre dell' anno 1788 passò all' altra vita in età d' anni 66 un mese, e due giorni.

BENEDETTO MENZINI.

Nacque in Firenze nel 1646. Quantunque povero coltivò gli studi, le pubbliche scuole, e le letterarie adunanze alle quali intervenendo fece concepir di se stesso si liete speranze, che il Marchese Gianvincenzo Salviati sel prese amorevolmente in casa, e gli diè agio di coltivare i suoi talenti. Fu poi destinato in età ancor giovanile ad esser pubblico Professore d'eloquenza in Firenze e in Prato, e in più occasioni si fece conoscere quanto bene ei possedesse quell' arte, che agli altri insegnava. Bramò egli di esser promosso a qualche Cattedra nell' Università di Pisa; ma poichè vide, non ostante la protezione di molti personaggi, deluse le sue speranze, abbandonò la patria, e nel 1681 andossene a Roma, ove per opera del Cardinal Dęcio Azzolini la Reina di Svezia il prese al suo servigio, e lo ammise alla celebre sua Accademia. Allora il Menzini attese tranquillamente a' suoi studj, e furono questi gli anni, ne' quali scrisse la maggior parte delle sue Poesie. Ma non durò molto la sua fortuna, e morta nel 1689 quella gran Protrettrice de' dotti, il Menzini trovossi povero e disagiato. Paolo Falconieri, il Cardinal Corsini, e Monsignor Alessandro Falconieri furono i soli, da' quali ebbe il Menzini qualche soccorso, ed ei fu costretto per vivere a prestare il suo ingegno e le sue fatiche ad altri, componendo ciò, che gli veniva richiesto. Nel 1691 il Card. Ragotzchi Primate della Polonia invitollo ad andar seco in quel regno col carattere di

suo segretario; ma non avendo voluto lasciar l'Italia, trovò finalmente nel Card. Gianfrancesco Albani che fu poi Cle mente XI. un gran protettore, che gli ottenne dal Pontefice XII. un luogo tra suoi famigliari, e un Canonicato; e oltre ciò nel 1801 fu nominato Coadjutore nella Cattedra d'Eloquenza nella sapienza di Roma del Can. Brugueres; ma poco tempo il sostenne il Menzini, che a 7 di Settembre nel 1708 in età di 59 anni finì di vivere.

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PIETRO METASTASIO.

Nacque in Roma nel 1698. Felice Trapassi d'Assisi, e Francesca Galassi di Bologna furono i di lui genitori. Da' veloci progressi che fece Pietro negli studj, incominciò a far conoscere che destinato era a cose sublimi. Spiegò in lui un singolar trasporto alla poesia a segno, che prima ancora di aver compiuto il secondo lustro dell' età sua, cantava francamente all' improviso su qualunque soggetto che gli si presentasse. Il celebre Gravina famoso Giureconsulto in passando per la bottega del Trapassi udì il giovanetto, che con voce armonica e con una franchezza sorprendente, a giusti versi univa concetti, trattati con uno spirito superiore all' età: gli fece tale impressione che gli nacque la brama di formar un uomo utile a se stesso ed alla società; lo richiese al suo padre ed ei vi acconsenti. Il Gravina essendo molto attaccato al Greco idioma ed a' Poeti Greci volle, che Pietro Trapassi traesse da questo il cognome, e lo cambiò perciò in quello di Metastasio che in Greco significa metà dell' anima. Tentò quindi di formaré Pietro più Oratore che Poeta proponendosi di farne un valente Avvocato. Ma come opporsi alla natura che faceva agire quest' essere per lo scopo a cui lo aveva formato? Ometo, ed Ariosto tenevano nel cuor di Pietro a loro soggetti i codici,

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