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E volte a me le Spalle
Si pose tosto in via :
Degli occhi io la seguía
Ch' iva di valle in valle,
E lei leggendo il calle
Premer con gran prestezza,
Nè sulla propria traccia,
Rivolger mai la faccia
Dissi: è la Giovinezza..

Dunque i bei dì, fuggiro?.

Io Primavera ovunque

Volgo le ciglia dunque,

Fuor, che in me stesso or miro?:
Ragion, con te m'adiro:
Quel Volator selvaggio

Canta, e non sente affanno,
Che tolto gli abbia un anno
Il ritornato Maggio.

Del tempo ancor non giunto,
Di quel per sempre scorso
Nè tema, nè rimorso
Lo tiranneggia punto.
D'amico, o di congiunto
Nell' imbianchito crine,.
Nel viso trasformato
Non legge il proprio fato,.
Non legge il proprio fine;

Ma tal meco rampogna
Usa un pensier: son questi
Gli affetti alti, ed onesti
A cui tuo spirto agogna?
Deh gli occhi util vergogna
Ti schiuda, e le Compague
Riguarda omai di quella
Bellissima donzella,

Ch'ora da te si piagne.

Una di queste getta.

Qua' e là gli sguardi ognora

Muta spesso dimora

Ed Incostanza é detta ;

Vedi quell' altra? In fretta

Tutto far suol, nè come
Sulla mal nota strada

Pianti il suo piè mai bada,
Ed Imprudenza ha nome,

Ah tolgano le stelle

Che partita la Diva,
Teco su questa riva
Rimangano le Ancelle.
Tutte l'età son belle;
E la Saggezza vera
Gode, benchè sul crine
Biancheggiano le brine
Gioconda Primavera.

IL MATRIMONIO ALLA MODA.

EPIGRAMMA DI ROLLI

Accordar non ci possiamo

Florimella allor, che t'amo
Quand'io fo con doni invito
Al tuo seno, e belle gote.
Tu mi chiedi per marito?
Parta prima della dote.

RITRATTO POETICO.

DEL BONDI.

Non pur Poeta, ma Pittor son io

E verseggiare, e colorir pretendo; A prova il vedrai tu se n' hai desío; Che il tuo ritratto a disegnare or prendo. Ecco la tela: col pennello mio

Misto color di gigli, e rose io stendo, Poi gli occhi pingo, in cui vivace brio Emulator del solar raggio accendo.. Vedi già pinto è il crin, pinta è la mano

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Quest' è il rosco tuo labbro, e quella`. Ah qual mai tento ardita impresa invano! Di man cade il pennel, manca il colore E a pingere un immagine sì bella Nè Poeta son io, nè şon Pittore.

L'ANTICAMERA D'AMORE.

DI DE ROSSI.

Udienza solenne

Amore un giorno tenne:
Il regolar l'ingresso
Fu al Capriccio commesso,
Che senza aver rispetti
A chi più merto avea
Gli amici prediletti
Al Nume introducea.
Entraro il Riso, e il Gioco

Ma si trattenner poco.
Con Amore assai più
Parlò la Gioventù.

Fu la Bellezza udita

Ma colle Grazie unita; Dopo la Gelosia, ascoltò la Follia E momenti non brevi Ad ambedue concesse, Perchè affari non lievi Suole affidare ad esse. Torbido in viso, e tetro Passò poi il Tradimento; Ma nel tornare indietro Parve lieto, e contento.

IL MATRIMONIO ALLA MODA.

EPIGRAMMA DI ROLLI

Accordar non ci possiamo

Florimella allor, che t'amo
Quand'io fo con doni invito
Al tuo seno, e belle gote.
Tu mi chiedi per marito?
Parta prima della dote.

Non

RITRATTO POETICO.

DEL BONDI.

pur Poeta, ma Pittor son io

E verseggiare, e colorir pretendo;

A

prova il vedrai tu se n' hai desío; Che il tuo ritratto a disegnare or prendo. Ecco la tela: col pennello mio

Misto color di gigli, e rose io stendo,
Poi gli occhi pingo, in cui vivace brio
Emulator del solar raggio accendo..
Vedi già pinto è il crin, pinta è la mano
Quest' è il roseo tuo labbro, e quella
Ah qual mai tento ardita impresa invano!

Di man cade il pennel, manca il colore
Ea pingere un immagine sì bella
Nè Poeta son io, nè şon Pittore.

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