Il fiore della poesia italiana: del secolo XVIII, preceduto da alcune notizie istoriche de poeti, che lo compongono, 1. ciltPresso l'autore, 1802 |
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... viso ; E col pudore ingenuo Spunta su ' labbri un riso . Ve ' come par che a muoversi A riguardar pietose , Due nere luci esprimano Le più leggiadre cose : Ve ' quella man , che stringere In Ciel vorrían gli Dei , Che sul model di ...
... viso ; E col pudore ingenuo Spunta su ' labbri un riso . Ve ' come par che a muoversi A riguardar pietose , Due nere luci esprimano Le più leggiadre cose : Ve ' quella man , che stringere In Ciel vorrían gli Dei , Che sul model di ...
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... viso ; E col pudore ingenuo Spunta su ' labbri un riso . Ve ' come par che a muoversi A riguardar pietose , Due nere luci esprimano Le più leggiadre cose : Ve ' quella man , che stringere In Ciel vorrían gli Dei , Che sul model di ...
... viso ; E col pudore ingenuo Spunta su ' labbri un riso . Ve ' come par che a muoversi A riguardar pietose , Due nere luci esprimano Le più leggiadre cose : Ve ' quella man , che stringere In Ciel vorrían gli Dei , Che sul model di ...
Sayfa 18
... viso ; Entro il loquace umor d'un ruscelletto Odo la voce sua di Paradiso . E che mi piaccia per se stesso io credo Il solitario mio verde soggiorno Folle ! e sovente a dirlo in versi riedo ; E non m'avveggio , che sì bello , e adorno ...
... viso ; Entro il loquace umor d'un ruscelletto Odo la voce sua di Paradiso . E che mi piaccia per se stesso io credo Il solitario mio verde soggiorno Folle ! e sovente a dirlo in versi riedo ; E non m'avveggio , che sì bello , e adorno ...
Sayfa 28
... viso Gli sguardi , ed il sorriso Da Lusinga diretti Pegni non fur d'affetti . O bellissima Nice Nell ' aurea età felice Reso m'avrían beato Il tuo riso , e i tuoi sguardi ; Ma nacqui troppo tardi , L'impero è già cangiato Le tue labbra ...
... viso Gli sguardi , ed il sorriso Da Lusinga diretti Pegni non fur d'affetti . O bellissima Nice Nell ' aurea età felice Reso m'avrían beato Il tuo riso , e i tuoi sguardi ; Ma nacqui troppo tardi , L'impero è già cangiato Le tue labbra ...
Sayfa 31
... viso Come se letto intero Avesse il mio pensiero Colei vestì d'un riso ; Poi guardandomi fiso ' Fece volar tal suono : Non dubbitar ; più mai Tu non mi rivedrai La Giovinezza io sono . E volte a me le Spalle Si pose tosto in 31.
... viso Come se letto intero Avesse il mio pensiero Colei vestì d'un riso ; Poi guardandomi fiso ' Fece volar tal suono : Non dubbitar ; più mai Tu non mi rivedrai La Giovinezza io sono . E volte a me le Spalle Si pose tosto in 31.
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ABATE MONTI ACCADEMIA DELLA CRUSCA adorno affanni alfin allor amabile amanti Amor Anacreonte ardore aureo avea bella beltà BENEDETTO MENZINI BERTOLA biondo brama Caldi amanti cangiato canto capanna cara cetra Ciel ciglio cinabro Cintia Clori colla COLPANI Corilo crin d'Amore d'ogni danza desío diletto dolce duol Ecco EPIGRAMMA DI PANANTI età eterno Eurilla EUSTACHIO MANFREDI Federica il Grande felice fida figlio Fille Fillide fior foco fresca Frugoni fugge gentil GIORGI BERTOLA giorno Giove gran Greco guancia guardo Idaspe Imene intorno invano l'alma labbro leggiadra lieta lumi madre Mammola MEDESIMO Mira morte Nacque Nice Ninetta Ninfa Nume occhi ognor onore opra Pastor petto piacer pianto piè Poesia Poeta Pudor pupille quì ROLLI RONCALLI rose scherzi sembiante seno soavi sospiri Stiaccia strale studj suol Tirsi Università di Pisa vago veggo vezzosa vide vizj volto Zefiro
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Sayfa 8 - Italia, Italia, o tu cui feo la sorte Dono infelice di bellezza, ond' hai Funesta dote d'infiniti guai Che in fronte scritti per gran doglia porte; Deh fossi tu men bella, o almen più forte, Onde assai più ti paventasse, o assai T'amasse men chi del tuo bello ai rai Par che si strugga, e pur ti sfida a morte!
Sayfa 82 - O sotto un faggio Io ti ritrovi, Al caldo raggio Di bianco ciel, Mentre il pensoso Occhio non movi Dal frettoloso Noto ruscel ; O che ti piaccia Di dolce luna L'argentea faccia Amoreggiar ; Quando nel petto La notte bruna Stilla il diletto Del meditar : Non rimarrai, No, tutta sola ; Me ti vedrai Sempre vicin. Oh come è bello Quel di viola Tuo manto, e quello Sparso tuo crin ! Più dell' attorta Chioma e del manto, Che roseo porta La dea d...
Sayfa 109 - Un sospir dell' idol mio, Che mi dice: 'Tornerà.' Ah ! ch'è il suon del rio che frange Tra quei sassi il fresco umor, E non mormora, ma piange Per pietà del mio dolor. Ma se torna, vano e tardo II ritorno, oh dei ! sarà; Chè pietoso il dolce sguardo Sul mio cener piangerà.
Sayfa 85 - Le torbide pupille intorno mosse, piene di meraviglia e di spavento, e palpitando addimandò chi fosse lui, che pendeva insanguinato e spento. Come lo seppe, alla rugosa fronte, al crin canuto, ed alle guance smorte, colla pentita man fé
Sayfa 117 - A Bacco, all'Amicizia sacro i venturi giorni. Cadano i mirti; e s'orni d'ellera il misto crin. Che fai su questa cetera, corda che amor sonasti? Male al tenor contrasti del novo mio piacer. Or di cantar dilettami tra' miei giocondi amici, auguri a lor felici versando dal bicchier.
Sayfa 81 - Melanconia, Ninfa gentile, La vita mia Consegno a te. I tuoi piaceri Chi tiene a vile, Ai piacer veri Nato non è. O...
Sayfa 9 - Né te vedrei, del non tuo ferro cinta, Pugnar col braccio di straniere genti , Per servir sempre o vincitrice o vinta.
Sayfa 9 - I bei lumi aprire al giorno, E cercar lo sposo intorno, Di trovarlo incerta ancor; E poi schiudere il sorriso E le molli parolette Fra le grazie ingenue e schiette De la brama e del pudor.
Sayfa 117 - Se già di mirti teneri Colsi mia parte in Gnido, Lasciamo che a quel lido Vada con altri Amor. Volgan le spalle candide, Volgano a me le Belle : Ogni piacer con elle Non se ne parte alfin. A Bacco, ali' Amicizia Sacro i venturi giorni.
Sayfa 134 - Gentile, morbida, leggiadra mano, cui fer le proprie mani d'Amore, più dell'avorio candida e tersa, sparsa di varie pozzette molli, le cui flessibili, lunghette dita dolce assottigliano in unghie vaghe, arcate, lucide, rubicondette; distesa appressati al palpitante cor mio che cenere farsi già sento: potrà resistere del caro sguardo allora ai fervidi raggi, onde fiamme soavi scendono, ma troppo ardenti.