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Vicario episcopale, che di fresco era stato fatto Abbate di S. Ponzio, e con i Monaci del medesimo monastero, che, precedente l'approvazione pontificia, si cedesse al Vescovo, e Canonici la chiesa parrocchiale di S. Reparata, dipendente allora da S. Ponzio, ed in cambio ricevessero la chiesa similmente parrocchiale di S. Giacomo, al Capitolo allora appartenente. Di tale accordo si rogò li 29 di ottobre pubblico instromento, che indi a due anni fu confermato da Papa Clemente VII in Bologna.

Un altro aggiustamento si fece, li 3 aprile di quest'anno, tra il Duca, ed Agostino Grimaldo Vescovo di Grassa, e signor di Monaco (1). Avendo detto Vescovo comprato dal Duca il castello di S. Agnese (come non è molto accennai) luogo vicino, e comodo alla signoria di Monaco, per il prezzo di quattro mila scudi del sole, de' quali avea già pagato scudi tre mila e ducento, la vicaria del contado di Ventimiglia; ossia di Sospello pretese, non poter sussistere tal vendità in virtù de' suoi privilegii, che proibiscono qualsivoglia sorte d'infeudazione; e così avendo il paese reclamato, fugli dal Duca, che aveva fatta tal vendita, con patto del riscatto, offerta la somma di già sborsata. Allegando il Vescovo di avere preso tal denaro in Genova ad interesse del 20 per cento, di non esssere stato pacificamente messo in possesso di quel castello, il quale gli era convenuto prendere con mano armata,

(1) Arch. castri Taur.

Ꮴ .

tenervi guarnigione per dubbio che le terre vicine non si unissero per toglierlo a lui di fatto, ed essergli convenuto mandare per tal fatto più volte dal Duca, nelle quali cose diceva di aver speso più di 1525 scudi oltre la somma principale: finalmente per mezzo di Gio. Bartolommeo Richiero Dottore di leggi Nizzardo, Lettore ordinario nell'Università, e Senatore di Torino, restò accordato, che per soprapiù, che quel Vescovo potesse pretendere, il Duca gli rimetterebbe cento forzati de' condannati alla galera ne' suoi Stati per servirsene a remigare in due galere, che detto signor di Monaco già aveva, e due altre, che era per fabbricare a fine di mandarle contro de' Turchi, e corsari di Barbaria.

il

Circa la persona del Gio. Bartolommeo Richiero ora nominato, non voglio lasciar di dire siccome fu uomo ne' suoi tempi molto celebre per la scienza legale, e Consigliero del Duca Carlo, che avendolo utilmente impiegato in negozii ardui, ed in diverse ambascierie, massime in Africa presso l'Imperatore Carlo V nel 1535, ne fece stima particolare, ed oltre i suoi stipendi contenuti nel rotulo de' Lettori dello studio di Torino, gli assegnò una pensione di 200 fiorini sopra la gabella de' sali di Nizza (1). Fioriva anche allora in Nizza Lamberto Sforzioli, uno de' più dotti Leggisti del suo secolo.

Andò in questo stesso tempo in ambasciata per Cristo un zelante Religioso dell'Ordine de' Minori

(1) Monum. auth.

19 che, essendo pas

per nome Fra Marco da Nizza, che, sato all'Indie Occidentali, con un suo compagno nominato Frate Onorato, ed un certo Moro cristiano, detto Stefano Durante, dopo aver visitato la provincia del Perù con titolo di Commissaro Generale, fu mandato sotto l'indirizzo di don Antonio di Mendozza Vicerè del Messico, e della nuova Spagna a scoprire nuovi, e vastissimi paesi, ne' quali seminò con gran frutto delle anime l'Evangelio: e finalmente mori nella provincia del Messico, di cui era stato fatto Superiore, con concetto d'essere stato un buon servo di Dio, e di avere indefessamente nella vigna del Signore faticato, come consta dalle lettere di Francesco Vasquez Coronado Governatore della nuova Galizia, registrate da Gio. Battista Ramusio, che ha pubblicato anche una relazione scritta dallo stesso F. Marco de' suoi viaggi (1).

L'anno 1532 s'aspettavano gran progressi dalle armate marittime de' Cristiani contro Solimano signor de' Turchi, che per terra aveva assalita l'Austria, e l'Ungheria (2). Per divertire le loro forze in Grecia, dovendosi mettere in mare un'armata numerosissima di galere, dalli Veneziani da una parte, e dall'altra dal Papa, Imperatore, e Cavalieri di Malta sotto la condotta di Andrea Doria: mentre questi a Genova allestiva le sue galere, si facevano dal Vicerè di Sicilia le necessarie provvisioni per venire a fine

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(1) Ramus. Relat. t. 3. Brit. Seraph. Pron. S. Th. monum. p. 327. Chiesa de' scrittori Nizzardi.

(2) Iov. 1. 31. Sigon. de gest. Andr. Dor. 1. 2. c. 10. Spond. n. 5.

dell'impresa con onore de' Cristiani. E perchè insieme col Doria dovevano andare a quella volta molti Nizzardi soliti a navigare con esso lui, con lettera scritta da S. Pier d'Arena a Nizza, il primo di luglio, Gaspare Cays fa sapere a Giorgio de Stratta suo cognato, siccome il Capitano Erasmo Galleano era andato con la galera detta la Marchesa a Napoli, ed in Sicilia a provvedere le cose necessarie per l'armata sopra di cui anch'esso doveva andare (1) Sebbene quest'impresa per colpa de' Veneziani, che non s'unirono a tempo con i legni de' collegati non ebbe tutto l'effetto desiderato e vi morirono in vari rincontri con i Turchi molti de' nostri; tra i quali Fra Pietro Galleano des Essars Cavaliere di Malta Provenzale originario di Nizza, ucciso in una mischia nell'assedio di Corone nella Morea.

Mentre questi si portavano alle guerre straniere, fu di mestieri, che il Duca di Savoia opportunamente rimediasse ad una guerra civile, che se in tempo non vi avesse usato il rigore della giustizia, sarebbe stata per perdere la sua città del Mondovì, dove risuscitate le inveterate fazioni dei Guelfi, e Ghibellini, s'accesero talmente gli animi alle scambievoli ostilità, che fu di mestieri procedere all'estremo supplicio contro molti della parte Ghibellina, principalmente contro Tommaso Bruno loro capo, accusati d'aver conspirato insieme per cacciar via

(1) Arch. DD. de Cays. Goussancourt Martirol. des Cheval. de S. Jean de Jer.

dalla città i Guelfi, far prigione il Governatore dar il fuoco alle case de' loro nemici, e macchinato anche di distrarre la città dall'obbedienza del Duca di Savoia per darla in mano a Federico Gonzaga Duca di Mantova, e pretendente al Marchesato di Monferrato (1).

Due Prelati considerabili passarono in quest'anno all'altro mondo, Agostino Grimaldo Vescovo di Grassa, ed Abbate di S. Onorato, che s'asserisce anche essere stato Arcivescovo d'Arborea in Sardegna, sebbene in niuna vecchia scrittura lo vedo onorato di simil titolo, fuorchè nelle patenti di Carlo V Imperatore registrate da monsieur Bouche, date li 29 aprile in Ratisbona, per le quali confermò ad Onorato Grimaldo signor di Monaco di quello nipote per via di fratello, quanto col zio aveva in diverse occasioni accordato, da che lasciato il Re di Francia s'era posto sotto la sua protezione. Questo Vescovo fu uomo di grandi affari, ed unì nella sua persona la potestà ecclesiastica, e laicale, avendo, dopo la morte di Luciano suo fratello, sempre voluto portare il titolo di Signor di Monaco: ma si crede essere morto anch'esso come i fratelli, suoi di morte violenta acceleratagli col veleno (2). Ebbe per successore nel vescovato di Grassa Renato du Bellay Senatore di Parigi. Chi gli succedesse nell'abbazia Lerinese non viene da Vincenzo Barralis, nè dalli si

(1) Arch. castri Taur.

(2) Baral. Chron. Lerin. Carol. de Ven. in Arb. Grim. San-Marth. in Episc. Gratien. Bouche par. 2. p. 562.

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