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gnori di Santa Marta specificato: e così aspetteremo che la curiosa storia di D. Gaspare de Roux Monaco d'esso monastero, che diligentemente va investigando la successione di quegli Abbati ce ne chiarisca. L'altro fu Filippo du Terrail Delfinengo fratello del celebre Cavaliere Baiardo, morto Vescovo di Glandevez, dove fu, con la promozione di Giacomo du Terrail suo fratello, alla stessa cattedra la di lui perdita compensata.

Non hanno altro di notabile le cose ecclesiastiche di quest'anno, se non in Nizza la traslazione dell'ospedale de' poveri leprosi, sotto il titolo di S. Lazzaro, dal prato delle Oche vicino alla spiaggia del mare, dove le innondazioni da noi ricordate del fiume Paglione l'avevano danneggiato alcuni anni sono, ad un luogo situato sopra l'altra parte del fiume, dove si diceva à la Peira longa, venduto a tal effetto, dai nobili Francesco, Antonio, Onorato e Milano de' Brandi, essendo Consindaci della città Andrea Capello e Pietro Rossetto (1). Ed in Antibo la consecrazione della chiesa di S. Maria degli Angioli, di cui altrove notammo la fondazione de' frati dell'osservanza, fatta per Pietro Broneli Vescovo dell'ordine dei Minori (2).

Più copioso di novità fu l'anno 1533. Dopo il suo ritorno dall' Ungheria in Italia, avendo l'Imperatore determinato di ripassare in Ispagna, da Bologna venuto a Milano, aspettò ivi che Andrea Doria avesse

(1) Docum. auth.

(2) Gonzaga in Prov. S. Lud.

messo in pronto l'armata, che doveva ricondurlo a Barcellona (1): la quale allestita, discese a Genova, alloggiò nel palazzo del medesimo Doria, sinchè fosse venuta Beatrice Duchessa di Savoia sua cognata, la quale, desiderosa di andar a vedere in Ispagna l'Imperatrice sua sorella, vi doveva insieme condurre seco il suo figlio Lodovico Principe di Piemonte d'anni dieci, che l'Imperatore inclinava si allevasse nella sua corte in compagnia di Filippo Principe delle Spagne. Venuta dunque la Duchessa insieme col Duca suo marito e col figlio a Savona, l'Imperatore, alcune poche ore avanti la sua partenza, inviò a quella volta quattro galere per imbarcarla insieme col Principe, acciò passando S. Maestà fosse più spedita.

vona,

Partì dunque l'Imperatore dal porto di Genova, gli 8 di aprile, sopra un'armata di trentaquattro galere e tre brigantini guidata da Andrea Doria; e si diede così buon ordine, che nel passare avanti Sala Duchessa si congiunse con lui, ed il Duca Carlo ritornossene in Piemonte. Ma essendosi a poco a poco ingrossato il mare, nè potendo la Duchessa, ch'era molto avanzata nella gravidanza, sopportare il tormento dell' agitazione, dopo essersi più volte l'Imperatore personalmente portato nella di lei ga

(1) Memoires ms. du Presid. Lambert. Lud. Revelli in libro ms. Iov. 1. 31. Guicciard. 1. 20. Pingon. Aug. Taur. Campana vita di Filippo II. 1. 7. Guichenon Hist. de Sav. p. 635. 636. 658. Mart. Bellay. Nostradam. Ruffi. Guesnay. Bouche. Forcatul de Gall. Imp. 1. 4. p. 275. Spondan. n. 6. Maurocen. Hist. Ven. 1. 4. p. 155.

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lera per rincorarla, finalmente fu trovato bene, che ella discendesse in terra a Nizza, rimettendo tal viaggio ad un'altra volta. Avvicinossi dunque l'armata, la mattina del venerdì santo, circa l'aurora, alla spiaggia di Nizza, dove dopo che la Duchessa fu discesa, l'Imperatore senza frapporvi tempo continuò il suo viaggio, menando seco il Principe di Piemonte, e tirando a dirittura verso le isole di Marsiglia, nel qual luogo, giunto li 13 di detto mese, vi soggiornò parecchi giorni, sì perchè si volle celebrare le feste di Pasqua, come anche perchè il cattivo tempo s' interpose alla partenza. Nel qual tempo Claudio di Savoia Lascaris Conte di Tenda Senescallo di Provenza, accompagnato dai principali del paese, fu a visitarlo, e presentargli diverse sorta di carnagioni e rinfrescamenti.

Avvicinandosi poi il parto della Duchessa, andò il Duca a trovarla a Nizza, dove entrò la sera delli 5 di giugno in mercoledì; alli 25 del qual mese e non già del mese di maggio dell'anno antecedente, come dal Pingone e Paradino ha tolto il Guichenon, essa Duchessa partorì, nel palazzo episcopale detto la Sala verde, dov'era alloggiata, una figlia, a cui, in memoria dell' Imperatrice sua sorella, fece imporre il nome d'Isabella.

Oltre l'assistenza alla moglie, altri negozi di rilievo obbligarono il Duca a fermarsi per alcuni mesi a Nizza. Partito che fu di Bologna l'Imperatore, erasi, per opera dei Cardinali di Tournon e d'Aigremont francesi, intavolato al Pontefice un trattato, per

il quale dipartendosi egli dalla lega con detto Imperatore, gli era fatta sperare l'amicizia e parentela col Re di Francia, maritando Catterina figlia di Lorenzo De' Medici Duca d' Urbino suo nipote con Enrico Duca d'Orleans secondogenito del Re Francesco. A questo avidamente aspirando Clemente, fu per tal fine negoziato un abboccamento tra Sua Santità ed il Re, da farsi nella città di Nizza sotto il pretesto specioso di trattarvi la pace del Cristianesimo, e l'estinzione delle eresie, che dall'Allemagna cominciavano a penetrare nella Francia e nell' Inghilterra, ma come dai più avveduti fu creduto per venire a fine dei proprii interessi. Per disporre il Duca a consentire, che in detta città a se soggetta si facesse tale abboccamento, e si celebrassero le nozze solennemente, volle il Papa fargli credere, che lui ne avrebbe provato il principale frutto, e che per tal mezzo sarebbe riconciliato col Re di Francia, con il quale le cose manifestamente s' incamminavano a rottura, offerendosi di praticar esso medesimo, che voleva portarsi a Nizza in persona, tale riconciliazione.

Il nunzio, che fu il Vescovo di Faenza, per quest'effetto mandato al Duca, pregollo di voler far uscire dal castello di Nizza i suoi officiali e soldati, e rimetterlo a chi dal Papa vi sarebbe colle guardie necessarie inviato: che subito avvisata di tale rimessione, si sarebbe Sua Santità posta in istrada, ed il Re di Francia si sarebbe trovato a Villanova, od altro luogo vicino, per poter più comodamente par

lare insieme. Aggiungendo, che a tal abboccamento gli pareva potersi esso Duca trovare anche lui per propria utilità nel modo che si è detto al quale, finito il colloquio, sarebbe puntualmente il castello restituito.

Trovossi il Duca non poco perplesso per tale richiesta; perchè sebbene desiderava compiacere al Pontefice ed al Re, e trovarsi a Nizza con essi loro, considerando nulladimeno, che se una volta i Pontefici od i Francesi fossero stati padroni di quella piazza, sarebbe stata cosa difficile a snidarneli, per la speranza che avrebbero avuto di servirsene a' loro fini, non ostanti tutte le promesse del Papa; dall' altro canto recandosi a mente, che l'Imperatore, il quale sapeva di quanta importanza fosse detto castello, l'avrebbe avuto a male, ed avrebbe sospettato che ciò si fosse fatto a fine di nuocergli: per questo pregò detto nuncio a voler pazientare sinchè avesse inviato a Nizza, per sapere in che stato tal città si ritrovava. Del che essendosi quello contentato, mandò il Duca ad avvertire d'ogni cosa l'Imperatore, che ancora si ritrovava in Italia, per intendere i suoi avvisi e sentimenti: i quali furono, che il Duca farebbe bene a scusarsi il più onestamente che fosse possibile, rispondendo essere cosa troppo difficile ed ardua, e che più lungamente aveva bisogno d'essere consultata.

Tuttavolta avendo il Duca più d'una volta proposto il negozio in Consiglio, finalmente rispose al nunzio, che ringraziava il Papa, e si teneva felice

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