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medici; ma dei chimici eziandio. I quali nei luoghi di umide culture soprattutto rinvennero la così detta puterina, il gas azoto, il protossido d'azoto, il gas acido carbonico, l'acido solforoso, l'idrogeno impuro, e tante altre deleterie sostanze, che respirate ed assorbite alterano primamente l' innervazione e l'ematosi, onde ne provengono i gravi e svariati sopraccennati morbi.

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Laonde ripristinatosi il pontificio governo, si confermò il luttuoso apparato; e di quanto inol→ tre era stato ordinato per apporvi un qualche riparo sotto la straniera dominazione, nulla anzi il contrario, si era praticato. Quindi il delegato pontificio diffidò nel dì 16 settembre 1815 i possessori di risaie e di valle artificiali, e nel vegnente anno 1816 nominò una commissione apposita residente in Bologna, affine di dar lumi e di sorvegliare alla savia determinazione che prenderebbe il governo. Al qual' uopo nell'agosto di detto anno s'inviò da Roma colà una commissione di scienziati presieduta da un prelato (1). Non poche furono le contrade un tempo floride per la ricca e variata secca cultura trovate dalla commissione ridotte o arbitrariamente, o col pretesto di colmare, a risaie o valli artificiali funestissime alla pubblica incolumità. Che se in qualche località la fisica abitudine aveva diminuito l'azionc nociva delle

(1) I membri di essa erano mousig. Frosini chierico di camera, i professori Morichini e Oddi, e Scaccia ingegnere.

umide culture, più o meno gli abitanti di 64 parrocchie ne patirono, ma soprattutto risentirono tristissimi effetti gli abitanti di 48 parrocchie (1). La commissione dopo laboriose ed esatte indagini, e dopo le più mature considerazioni, formò un piano di regolamento il più comportevole. Con esso abolivansi i gravissimi danni cagionati da abbominevoli abbusi, ed accennavasi al favore di umida cultura. La quale doveva estendersi per quelle località soltanto di difficile scolo, e capaci non solo di potersi irrigare perennemente nell' estiva stagione, ma sottoposte ancora alle più salutevoli cautele relative a torre o diminuire il più possibilmente le infermità, e bonificare le insalubri terre. Ventisette sono gli articoli formulati dalla commissione in Bologna, conosciuti sotto il nome di notificazione Frosini, essendo da questo prelato sottoscritti (2). I medesimi furono sanzionati dal supremo governo, che ne ordinò e ne rinnovò più volte il geloso adempimento. Nei primi cinque articoli veggonsi soppresse talune culture umide immediatamente dopo il raccolto, altre entro tre anni, altre appena puossi conseguire la bonificazione; finalmente si sopprimono quelle risaie, che non possono ricevere una perenne irrigazione. Quelle inoltre, cui fu conceduta l'esistenza, dovevano sorvegliarsi dall' apposita autorità colla più scrupolosa dili

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genza. Perciò si fissarono le più opportune norme, inclusive le distanze per allontanare le nocevoli esalazioni in pro dei convicini abitanti. Che se per verità coteste distanze a rigor di termine, in specie pel soffiar dei venti, non possono cal colarsi sempre efficaci allo scopo prefissosi dalla commissione, tuttavia ne ridondava alcun van→ taggio per la incolumità pubblica. Nè la commissione aveva omesso, che qualora idrauliche variazioni fossero avvenute, si potesse domandare al governo l'esercizio dell'umida cultura, per altro da non concedersi mai senza le norme dalla legge stabilite.

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Dalle officiali relazioni risulta, che finchè le leggi nella notificazione Frosini› statuite furono gelosamente eseguite, non vi furono reclami di sorta; ma a misura che le medesime s'infransero, incessantemente si moltiplicarono i re→ clami. Alcuni legati emanarono diversi provve→ dimenti, taluni atti a richiamare in vigore la legge e rinvenuti positivamente giovevoli, tali altri per riparare a guasti accaduti per idraulici cambiamenti: taluno però del pari riputato utile allo scopo di bonificare e di migliorare la pubblica incolumità vedrassi non lievemente pernicioso alla medesima. Che se i reclami innanzi all' inviata commissione del 1815 non erano stati disgiunti da popolari concitazioni, queste si rinnovarono nel 1836 in S. Lorenzo in Prunaro; perlochè il supremo magistrato sanitario di Roma nominò, con sovrana sanzione nel dì 16 agosto di detto anno, una straordinaria commissione

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sanitaria-idraulica consultiva. E nel dì 15 del vegnente novembre le furono prescritte norme e date savie istruzioni, affinchè discorresse le terre delle pontificie legazioni, precipuamente di Bologna: e col più scrupoloso e diligente esame ascoltasse i respettivi reclami, ponderasse se questi derivassero da giuste ragioni, esaminasse ancora se in alcun luogo per la prepotenza dei proprietari o per la soggezione dei villici verso i medesimi si tacessero i mali risentiti dall'umida coltivazione, nè si omettesse ovunque di attendere di proposito ai voti dei medici ed ai rapporti dei parrochi; da ambi i quali si conoscesse la qualità e quantità dei morbi unitamente al comparativo confronto delle tabelle mortuarie (1). Dopo due anni di elaborate fatiche corrispondeva la commissione al geloso incarico. La congregazione sanitaria di Roma con sapientissimo divisamento ordinava, che del laborioso lavoro della commissione straordinaria si facessero tanti esemplari quanti bastassero per sottoporli alla più accurata disamina delle respettive congregazioni governative, delle commissioni provinciali sanitarie, e della istessa commissione apposita per le risaie residente in Bologna. Che ognuna di esse facesse ragionati rilievi prima di venirsi a decisive determinazioni: che riportati che fossero questi rilievi sotto l'occhio della commissione straordinaria, e da essa ven

(1) La commissione fu composta del professore Matteo Venturoli, dell' ingegnere Vecchi, e del professor Contri.

tilati, si desse termine al complessivo quadro generale dell' operazione da rinviarsi a Roma; ove dalla congregazione speciale di sanità sarebbonsi, dopo il più accurato studio, determinati gli opportuni regolamenti. Nel dì 23 febbraio 1839 si rimise a Roma per parte della commissione straordinaria il piano di rettifica coi singoli rilievi delle bolognesi corporazioni.

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Purtroppo si avverò, che in più luoghi e in diversi modi eransi arbitrariamente infrante le leggi in danno della pubblica salute nel territorio della legazione di Bologna! E malgrado delle discipline inculcate ai concessionari di umide culture, spesso non erano state da essi adempiute! La stessa cultura dei prati irrigatori si osservava talora delusa: perciò la commissione progettava il divieto di prato irrigatorio dove erano state umide culture, giacchè le terre finivano in nocevoli produzioni vallive. Altrettanto in vece di colmare e bonificare il terreno di frequente si osservava nelle stesse risaie; quando cioè non erano più suscettive di dare il cercale prodotto. Dal che manifestamente appare che non solo è lentissima la bonifinazione mercè della cultura del riso, ma eziandio diviene sovente nulla, siccome riferiva la commissione, e come si rileverà meglio in appresso. In alcuna contrada la commissione vide serbatoi e casse conservanti acque impure, e talora l'acqua di una risaia trasmettersi in altra risaia: onde per siffatti inconvenienti ridondava danno non lieve all' incolumità pubblica, e con manifesta infra

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