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patrimonio della Chiesa, il conflitto fra i due poteri è inevitabile: l'accordo, l'armonia non può dipendere dalla volontà degli uomini: basati i rapporti fra i due poteri sopra un assurdo sistema, gli effetti altri essere non possono che quelli naturalmente derivanti da opposti elementi, che di necessità debbono tenerli in continua e penosa lotta.

<< La storia stessa è piena di conflitti fra le due autorità e di esempi di agitazioni nella cristiana famiglia ogniqualvolta i Romani Pontefici vennero anche momentaneamente sottoposti all'autorità di estraneo potere. La ragione n'è ben chiara. Diviso il mondo in un numero ben considerevole di Stati, gli uni indipendenti dagli altri, gli uni forti e potenti, gli altri piccoli e deboli, la pace e la tranquillità nelle coscienze dei fedeli non poté altrimenti esistere che in ragione della loro sicurezza e convinzione dell'alta imparzialità del Padre comune dei fedeli e dell' indipendenza de' suoi atti. Ora, come potrebbe

concordia ex hominum voluntate nequit pendere: relationibus binas inter potestates in absurdo systemate constitutis, effectus alii esse non possunt, quam qui ex oppositis elementis suapte natura promanant, quae quidem elementa assiduam ac peracerbam inter easdem potestates contentionem necessario debent fovere.

Ipsa quoque historia binas inter auctoritates conflictibus ac perturbationum in christiana familia exemplis redundat, quoties Romani Pontifices extraneae potestatis auctoritati vel momento temporis subiecti sunt. Clare autem huiusce rei emicat ratio. Terrarum orbe in ingentem ditionum numerum diviso, quarum quidem aliae aliis minime obnoxiae, aliae maximae ac potentes, aliae vero pusillae ac debiles, pax ac tranquillitas in fidelium conscientiis haud aliter potuit radices agere, quam quod probe scirent ac certi essent, communem fidelium Patrem a studio partium alienum omnino animum gerere, eiusque actus nullius prorsus esse arbitrio mancipatos. Iam vero, ecqua id hodie

oggi ciò essere, se l'azione del Romano Pontefice è continuamente esposta all'agitazione dei partiti, all'arbitrio dei governanti, al pericolo di vedere ad ogni passo turbato il suo riposo, la tranquillità stessa dei suoi consiglieri e ministri?

<< Anche la libertà delle sacre Congregazioni, cui incombe di risolvere questioni e di rispodere a tutte le consultazioni dell'orbe cattolico, importa troppo alla sicurezza della Chiesa ed ai legittimi imperiosi bisogni di tutte le nazioni cristiane. Importa infatti, che niuno mai sulla terra possa sospettare della libertà ed indipendenza delle decisioni e dei decreti emanati dal Padre comune dei fedeli. Importa che niuno sia turbato dal timore di estranee pressioni nelle risoluzioni pontificie. Importa che il Papa, le Congregazioni, lo stesso Conclave, non solo sieno di fatto liberi, ma che siffatta libertà apparisca evidente e manifesta, e che a questo riguardo non sorga ne un dubbio, nè un sospetto. Ora la libertà religiosa dei cat

ratione posset obtineri, quandoquidem Romani Pontificis actus obnoxii perpetuo sunt factionum agitationi, gubernantium arbitrio, periculo ubique conspiciendi quietem suam, ac ipsam consiliariorum ministrorumque suorum tranquillitatem perturbatam?

Sacrarum quoque Congregationum libertas, quarum est quaestiones dirimere cunctisque catholici orbis postulationibus respondere, interest maximi tum Ecclesiae securitati, tum legitimis christianarum omnium nationum gravissimis necessitatibus. Et sane interest, ut nemo umquam in suspicionem adducatur de omnimoda decisionum ac decretorum a communi fidelium Patre editorum libertate. Interest, ut extranearum in pontificiis resolutionibus coactionum formidine nemo perturbetur. Interest, ut. Pontifex, Congregationes atque ipsum Conclave, non reapse modo libera sint, verum ut libertas haec evidens quoque ac manifesta appareat, utque de hoc neque dubium suboriatur neque suspicio. Age vero: quum religiosa catholicorum libertas libertatem Pontificis tamquam indeclinabilem conditionem subaudiat, hinc sequi

tolici avendo per condizione indeclinabile la libertà del Papa, ne segue che se il Papa, giudice supremo ed organo vivo della fede e della legge dei cattolici, non è libero, essi non potranno giammai rassicurarsi sulla libertà ed indipendenza dei suoi atti. Di qua le dubbiezze e le ansietà dei fedeli; di qua le perturbazioni religiose degli Stati; di qua quelle dimostrazioni cattoliche, simbolo dell' interna inquietezza dello spirito, che crebbero ognora più dall'epoca dello spoglio violento dell'ultimo resto dei pontificî dominî, e che non avranno fine se non quando il Capo della cattolicità rientri in possesso della sua piena e reale indipendenza.

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« Ciò posto, non è facile il persuadersi come possa ancora seriamente parlarsi di conciliazione fra il Pontificato ed il governo usurpatore. E qual conciliazione infatti potrebbe aver luogo nell'attuale condizione di cose? Non si tratta d'una semplice quistione insorta, o nell'ordine politico, o nel religioso, che ammetta termini abili per una conveniente tran

tur, numquam fore, ut, si Pontifex, supremus iudex ac vivum fidei legumque catholicorum organum, liber non est, possint ipsi certi esse de illius actuum libertate ac independentia. Hinc fidelium animorum fluctuationes et anxietates; hinc religiosae regnorum perturbationes; hinc catholicae illae significationes, internae spiritus sollicitudinis symbolum, quae a violenta reliquae Pontificiae ditionis expoliatione magis magisque in dies excreverunt, quaeque numquam deficient, nisi quum catholicae familiae Caput in absolutae veraeque independentiae possessionem restituatur.

Hoc posito, haud ita facile existimari potest, qua tandem ratione serio homines adhuc loqui queant de conciliatione Pontificatum inter ac rapax Gubernium. Ecquaenam sane conciliatio in praesenti rerum conditione locum habere posset? Nequaquam de simplici agitur quaestione sive in politico, sive in religioso ordine oborta, quae idoneos pro congrua dispositione terminos admittat. Agitur e contra de conditione Romano Pontifici per

sazione. Si tratta invece di una situazione creata violentemente al Romano Pontefice e che distrugge quasi per intiero quella libertà ed indipendenza, che gli è indispensabile pel governo della Chiesa. Il prestarsi pertanto ad una conciliazione di tal fatta equivarrebbe per parte del Romano Pontefice a che non solo rinunziasse a tutti i diritti della Santa Sede trasmessigli in deposito da' suoi augusti Predecessori, ma che si rassegnasse, per un atto di sua volontà, ad incontrare frequentemente ostacoli nell'esercizio del supremo suo ministero; a lasciare inquiete ed agitate le coscienze de' fedeli; a chiudersi la via alla libera manifestazione della verità; in una parola, ad abbandonare spontaneamente al capriccio d'un governo quella sublime missione che il Pontificato Romano si ebbe direttamente da Dio con istretto dovere di tutelarne l'indipendenza da ogni umano potere.

<< No: Noi non possiamo piegarci agli assalti contro la Chiesa, all'usurpazione de' suoi diritti sacrosanti, all'indebita

vim creata, quae paene ex integro libertatem illam et independentiam evertit, quae pro Ecclesiae regimine necessario admodum requiritur. Quamobrem huiuscemodi conciliationi operam praestare, idem prorsus esset ex Romani Pontificis parte, ac non modo omnibus Sanctae Sedis iuribus ab augustis Praedecessoribus fidei eius commissis nuntium remittere, verum etiam ex propriae voluntatis actu aequo animo ferre, ut in supremi ministerii exercitio impedimenta nanciscatur; ut inquietas atque exagitatas fidelium conscientias relinquat; ut liberae veritatis declarationi viam sibi ipse praecludat; uno verbo, ut gubernii libidin sponte committat sublime illud mandatum, quod directe a Deo Romanus Pontificatus accepit severa devinctus obligatione illius ab humana quacumque potestate independentiam sartam tectam tuendi.

Minime sane: Nos acquiescere nequaquam possumus aggressionibus adversus Ecclesiam, sacrorum eius iurium spoliationi,

Acta, tom. VII, fasc. LXXIII.

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intromissione del potere civile negli affari religiosi. Fermi ed imperturbabili nel difendere con onore e con tutti i mezzi che ancora restano in Nostro potere, gli interessi del gregge alle Nostre cure affidato, Noi siamo pronti ad incontrare maggiori sacrifici ed a versare anche, ove occorra, tutto il Nostro sangue, anziché venir meno ad alcuno dei doveri impostici dal Nostro supremo Apostolato. Che più? Con l'aiuto del Signore Noi non mancheremo mai di dare l'esempio di forza e di coraggio ai Pastori della Chiesa ed agli altri sacri ministri, che nell'avversità dei tempi sostengono tante lotte per la causa di Dio, pel bene delle anime, per la difesa del sacro deposito della fede, per la incolumità degli eterni principî di moralità e di giustizia.

<< Che le diremo poi, Signor Cardinale, di quelle pretese guarentigie, che il governo usurpatore fece mostra di voler dare al Capo della Chiesa, con manifesto intendimento d'illu

indebitae civilis potestatis in religiosas res immixtioni. Fortes et inconcussi in concrediti curae Nostrae gregis negotiis honorabiliter cunctisque mediis, quae in manu Nostra adhuc supersunt, tuendis, parati sumus maiora quoque supplicia tolerare, atque adeo ipsum, si opus sit, sanguinem profundere, potiusquam alicui ex officiis a supremo Nostro Apostolatu Nobis impositis deesse. Quid plura? Numquam, Deo opitulante, cessabimus fortitudinis virtutisque exemplum praebere Ecclesiae Pastoribus ceterisque sacris ministris, qui luctuosissimis hisce temporibus tot pro Dei causa, pro bono animarum, pro sacri fidei depositi defensione, pro aeternorum honestatis iustitiaeque principiorum incolumitate proelia proeliantur.

Quid porro, Dilecte Fili noster, de simulatis illis cautionibus dicemus, quas rapax Gubernium ostentavit velle se Ecclesiae Capiti largiri, ea mente, ut imprudentium simplicitati fucum faceret, utque politicis illis factionibus, quibus Romani Pontificis libertas curae certe non est, telum suppeditaret? Qua

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