: DICITO SI SILENTIUM ESSE VIDEBITUR. Nec suspicit nec circumspicit statim respondet, SILENTIUM ESSE VIDERI. Peritum autem necesse est eum qui silentium quid sit intelligat. Hic apud majores nostros, adhibebatur peritus ; nunc quilibet.-CICERO. PARTE PRIMA VOLUME SECONDO. NEL LA Sua lettera ad Arrigo VII, Dante ma- Come per la morte d'Arrigo VII, e le di sperate fortune de' ghibellini Dante intraprendesse l'opera del Convito quasi mezzo di riconciliazione co' Fiorentini; c che a questo tendeva la invocazione alla patria nel principio del libro ; --e vi tendeva anche il modo con che senza rinnegare, professa in essa opera le sue dottrine politiche; -e vi tendevano le censure a' dittatori mi htari delle città ghibelline, più che de' Pagina 5-S 8-11 14-14 14-47 17-20 demagoghi nelle città popolari, a' quali invece mostrasi più severo d'assai nel poema. Bonifacio VIII, odiato a morte da Dante, assolto nel Convito di una colpa per la quale viene accusato nella Commedia. Perchè Guido di Montefeltro sommo guerriero rendutosi frate, sia lodato a cielo nel Convito, e infamato nella commedia per colpa ignota a tutti gli storici; o come Dante sentisse degli istituti religiosi. Pagina 20-23 23-26 26-29 Se Dante calunniasse Guido Montefeltrano " o ne esagerasse la colpa ; e con quant' arte si studiasse di farla credere. 29-32 Dissimula nel Convito il suo abborrimento e Nel poema loda le razze di antico sangue, e Che mutate le condizioni d'Italia in favore de' ghibellini, Firenze propose il ritorno a 32-35 35-38 38-40 Dante, a patti indegni di lui, e li respinse, e attese più virilmente al poema. Illustrò nel Convito molte questioni quasi per preparazione scientifica alla Commedia ; anche il trattato intorno alla monarchia fondato su le dottrine di San Paolo, pare scritto quasi commento politico alle riforme del-` la Chiesa predicate nella Commedia ; ➖➖e il trattato intorno alla Volgare Eloquenza era preparazione letteraria al poema. Se neghi meritamente ogni preminenza al dialetto Fiorentino. Come Dante prevedesse a quanti errori i Fiorentini sarebbero indotti dalla vanità di far lingua Italiana del dialetto d'una sola città. Cagioni storiche delle condizioni della lingua in Italia a di nostri. Pagina 40-42 42-44 44-46 46-48 48-49 Ciò che Dante intendesse chiamando Cortigiana la lingua letteraria d'Italia ; e perchè a' tempi suoi la nominassero Siciliana. Quanto i testi del trattato su la Volgare Eloquenza, e del Convito, abbiano tuttavia bi. sogno di critiche emendazioni e come Dante complicava allegorie in guise inestricabili agli interpreti. 49-52 52-54 Poco uso che il Boccaccio e quanti poi gli 54-56 anche intorno a' versi ripetuti dal poeta in diversi componimenti-Caratteri della storia del Pelli e de' suoi pari-Danni alla critica dal parteggiare del Marchese Maffei intorno a questioni municipali per Dante-Illustrazioni nobili del Muratori allo scopo politico del poema; ma nulle nel resto-Stato della critica in Italia dopo la morte di Apostolo Zeno. Prima della fine del secolo XVIII, gli studi poetici intorno a Dante risorsero eccitati dall' esempio dell' Alfieri, e del Monti. Non così gli studi critici, che immiserirono più ch' altrove in Firenze. Illustrazioni teologiche alla Commedia nella splendida edizione recente de' Fiorentini, e dottrine Gesuitiche intorno alla lingua. Dal Convito escono prove del lungo domicilio Carattere di Guido Novello da Polenta, e per Pagina 56-60 60-61 61-64 64-66 66-69 69-71 quanti anni accogliesse Dante in Ravenna, secondo il Boccaccio. |