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m'avrebbe tolta questa fatica; non però distolto dalla opinione che la variante MOTO viene essa pure dalla penna di Dante.

CXC. Per ora stimo sia da anteporsi; e se fu severamente proscritta, la lezione espiò la reità degli interpreti suoi. Non erano forzati da essa, com' altri crede, "a cacciarsi in arzigogoli, per poterla spiegare (1); "— ma divagavano intorno a sposizioni scientifiche, senz' attendere ad osservare quale delle due varianti, uniformandosi alle opinioni filosofiche e religiose dell'autore, cospiri ad un tempo a dare immagini ed anima alla scienza. Innanzi tratto a chi vuol eleggere fra MONDO e MOTO, importerà d'avverare quanti e quali idee Dante assegnava all' una parola ed all' altra; e da quali di esse idee più naturalmente prorompano fantasmi poetici. Ben n' uscirebbero, come pur dianzi è accennato, dalla voce мONDO se non fosse che Dante per riverenza alla rivelazione del dogma eristiano chiamava di proposito Mondo il globo abitato dagli uomini. O ch'egli fosse in ciò mal guidato dalle traduzioni dal Greco, di

(1) LOMBARDI, Comm. a' vers. cit.

che si duole (1)—o che più veramente gli rincrescesse di contraddire a viso aperto "a quello glorioso filosofo al quale la natura più aperse i suoi secreti (2) "-certo è, che dissimula l'eternità della materia; e la limita alla dottrina dell'immobilità permanente della tersuo centro. "Perciocchè la ra stabile nel grande autorità sua (d' Aristotile) che riprovò per false le altre opinioni, provò questo MONDO cioè la TERRA, stare stabile e fissa in sempiterno e non si gira; ed essa col mare è centro del cielo (3)". All' Anonimo tuttavia non fuggì che in altre occasioni l'equivoco di Mondo e Terra avrebbe sentito di eresia: però nel principio del suo comento avvertiva- "L'autore dice questo poetando, e imitando l'opinione di coloro che vogliono che il mondo sia eterno si regga per costellazioni" (4). Pur è il sutterfugio a che ricorreva anche Pietro Alighieri. Come Dante esagerava la verità storica per impeto di passione, e però non si pensava di esagerare, così esprimeva con forme poetiche ogni ipotesi di

(1) Convito, pag. 135.

(2) Ivi, pag. 153.

(3) Ivi, pag. cit.

(4) Ediz. Fior. vol. IV. pag. 42.

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filosofia, purchè ei l'avesse per innegabile e coerente a' principj della sua religione; altrimenti non l' ammetteva. Fin anche l'antica mitologia, della quale a moltissimi pare ch'egli abbia fatto un uso bizzarro e profano, parevagli voce di provvidenza e di verità, e raccoglievala con religiosa coscienza fra gli elementi del suo poema; di che ho fatto cenno, e dirò altrove più di proposito (1). Adunque il sistema di Dante su la immobilità della Terra, riconciliato, com'è da esso, alla fede cristiana, vuol essere da noi conciliato al suo testo. E però la fuma di Virgilio dura, e durerà lungamente quanto il mondo—significato scopertovi dal Lombardi e da' suoidovrà di necessità uniformarsi a questa parafrasi: "La fama di Virgilio durerà quanto durerà il mondo, ossia la Terra; cioè, sino al giorno del giudizio finale "-senso schiettissimo. Se non che Dante cristiano, non vi pare filosofo nè poeta. La fama si rimane parola senza mente, nè immagini; e quindi la lezione MOTO sarà da preferirsi, con che il suo significato corrispondendo alle idee e allo stile di Dante, si accompagni alla filosofia,

(1) Vedi vol. I, sez. XLVIII. pag. 115.

alla religione, e al fantasma poetico della Fama.

pe non

CXCI. Forse che se le penne e le stamavessero anticamente temuto qualunque majuscola fra parola e parola, e tutti poscia avessero veduto Fama, non molti avrebbero sillogizzato se la personificazione s'accomodi grammaticalmente a' due segni relativi, e all' articolo-di cui la premessi a quel nome. Fors' anche avrebbero esposto così: Di cui la Fama dura a portare lodi nel mondo; e durerà a portarle lontana quanto può andare col suo moto.-Frattanto i difensori della lezione MOTO, avendo perduto d'occhio il fantasma poetico, s' industriarono di definire idee non definibili. Il Magalotti colse la palma allegando da' libri Aristotelici la sentenza-Tempus est numerus motus secundum prius et posterius; e interpreta: "Quanto il moto s'allontana dal tempo presente; cioè la fama di Virgilio durerà quanto il tempo(1)." E il Torelli v' aggiunge-" durerà quanto il moto lunga e perpetua (2)." Or a quanti

(1) Comento a' primi cinque canti, pag. 22—23.— Edit. Padovani, vol I, pag. 42.

(2) Ediz. Padoy. loc. cit.

chiedessero come il Tempo e quindi la celebrità di Virgilio saranno mai per durare col Moto? non sarebbe da rispondere, se non forse Come durerà il Moto, nè più nè meno-E il Moto quanto durerà egli ?—Quanto il Tempo, nè più, nè meno. Parimenti quanti oggi con parole credute più intelligibili espongono "durerà quanto il tempo di cui il moto è la misura" (1)—oppure-" il moto è misura del tempo, e di questo il luogo in cui si compie (2), e vi sentono filosofica sublimità di concetto (3), tutti temo, avviluppano il testo, e la loro mente, e l' altrui di fredde e densissime nuvole metafisiche. Non dirò io che le allusioni scientifiche scoperte da' commentatori siano da apporsi a vanissima erudizione; perchè anzi Dante n' abusa: ma spesso ove trovano sublimità filosofica, e niun carattere di poesia, le loro interpretazioni sono di poco dissimili dalle arguzie di Porfirio e di que' bastardi Platonici su l' Iliade. Dagli altri che intesero Mondo per Universo, uscì la parafrasi del Poggiali-" La fama di Virgilio durerà nel mondo quanto il moto de'

(1) Ediz. Fiorentina, vol. IV. (2) BIAGIOLI, Inf. II. 59-60.

pag. 44.

(3) SCOLARI, presso gli Edit. Pad. loc. cit.

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