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a illustrare poeti; e conduceva sotto il nome di Giuseppe Comino la stamperia forse benemerita per l'edizioni più emendate in Italia. Ma benchè avesse gli occhi esercitatissimi a scorgere gli errori ne' torchj, e le dubbie lezioni ne' testi; ed applicasse inesorabilmente il ferro e il fuoco della chirurgia filologica agli scrittori latini, pur nondimeno non s'attentò di liberare la divina commedia d'un unico sbaglio che non fosse di stampatore

acquetandosi volentieri al purgatissimo giudizio dell' Accademia della Crusca, la quale nel fatto della Toscana favella come signora e maestra dee venerarsi (1)"-Tanto erano domati a ogni genere di servitù. Oggi le accuse sanno, parmi, di servitù che si vendica di tiranni scaduti e che erano inerti ed inetti; " e "che l' esemplare solamente dell' Aldo in buona coscienza seguirono con tutta pace, nè si curarono di scritti o di stampe, se non in quei pochi luoghi che furono da lor postillati" (2). Senz' altro, o questa è calunnia; o l'Accademia tutta intera lavorò

(1) Pref. alla Cominiana-1727.

(2) PARENTI, e si richiama al Dionisi in una nota, se pur non è giunta degli editori Padovani al luog. cit. dianzi, pag. 263. ·

un'impostura. Non fu sì devota all' Aldo che non ne rifiutasse da quattro in cinquecento lezioni (1). Ben era ed è ma e quale Accademia letteraria, grammaticale e insieme municipale, non è?-condannata per forza di istituto e di costume e di regole a smarrire ogni sentimento poetico, ed ogni critico discernimento. Pur allora vi compensò con industria, e coraggio più dell' usato; e come che non sapesse far capitale delle migliori varianti, le spigolò in più di novanta codici, e scemò fatica agli studi de' posteri. E se noi siamo fortunati-e più forse in queste minuzie che in altron' ha merito il Tempo, che guidò seco non tanto il vero, quanto l'opportunità d'indagarlo. Poco più che gli Accademici si fossero indugiati, sarebbero stati angariati da' discepoli di San Domenico a mutilare la commedia peggio del Decamerone (2).

CXCVIII. Per quanto i Papi continuassero a tollerare il libro che non si sentivano

(1) Sono da 465, se non le novero male, fra le parecchie trascurate ne' margini dallo stampatore Fiorentino, e riposte nella Cominiana.

(2) Disc. sul Testo del Decam. pag. XLI. seg. Ed. Pickering.

potenti a inibire (e benchè non ne patissero
ristampe in Roma, Pio IV, l'ebbe intitolato
al suo nome (1) ) il Santo Ufficio Spagnuolo,
fattosi potente in Italia, decretò “ Che da
TUTTE LE EDIZIONI con esposizioni e senza, si
abolissero tre lunghe allusioni (2)”—da che
i valentuomini non ne vedevano più che tan-
te. Indi l'Italia, per tutti que' cento e trent'
anni fra le edizioni della Crusca e del Volpi,
a pena udiva di Dante più in là del nome.
Nè la sua fama cominciò a rinnovarsi sul
principiare del secolo XVIII, se non per le
controversie clamorose incontrate spesso qui
addietro. Come che le si affaccendassero pres-
so che tutte intorno a puntigli di dialetti, an-
ticaglie di codici, e preminenze municipali,
e piuttosto per le pellegrinazioni dell'autore
che per la illustrazione dell' opera, parve a'
Gesuiti di non temporeggiare a occuparla, e
farsene critici ed espositori alla gioventù. La
dedicarono a Clemente XII; la censurarono ,
e la palliarono come se l'autore per ostentazione
di sapere peccasse balordamente di irreligione.

(1) Ediz. del Sansovino, 1564.

(2) "Index librorum expurgandorum Matritii, 1614, "
presso il Volpi e gli Edit. Padov. nella Serie delle
Edizioni; e qui vol. I, sez. XLVI. pag. 110. nota (1).

Il padre Venturi gli fa da maestro di teologia insieme e di poesia (1). Per palinodia della sua conversazione con gli Apostoli in Paradiso (2), furono celebrate certe rime spiritua li; alcune forse apposte a Dante fino da' primi editori per dura necessità, com'è quel CREDO in via di capitolo:

Io scrissi già d'amor più volte in rime
Quanto più seppi dolci belle e vaghe (3).

E vi fu aggiunto di nuovo conio un MAGNIFICAT, così rimato da esso-inoltre, i SALMI PENITENZIALI, non so di che tempo ; e la congettura ch' ei pentito de' suoi peccati si

(1)DANTE con una breve, e sufficiente dichiarazione del senso letterale, diversa in più luoghi da quella degli antichi commentatori. Dedicato alla Santità di N. S. Clemente XII, in Lucca per Sebastiano Domenico Cappuri, 1732. A spese della Società. " Volumi 3 in S.-Il commentatore fu poi conosciuto per il Padre Pompeo Venturi della Compagnia di Gesù che sola forse avrebbe potuto indurre un Papa ad accettare la dedica d' un lavoro d'autore anonimo.

(2) Vedi vol. I, sez. XLII—XLVI.

(3) Questo Credo, e i Sette Sacramenti, i Sette peccati mortali, i dieci Comandamenti, il Pater noster e l'Ave Maria, tutti in rime alla trista, furono attribuiti a Dante per la prima volta, a quanto io mi so nell' Edizione Nidobeatina, e poi trascurati.

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e la notizia

traducesse tutto il Salterio; "d'un codice prezioso col titolo: Qui comincia el trattato della Fede Cattolica composto dall'egregio e famosissimo Dottore Dante Alighieri, Poeta Fiorentino, secondo che detto Dante rispose a Messer l'Inquisitor di Firenze, di quello ch'esso credeva-e inoltre: Alcuni versi che fece Dante Alighieri quando gli venia apposto essere eretico e non credere in Dio (1). Parecchie di sì fatte eleganze edificanti, arricchite d'annotazioni "teologiche e grammaticali (2)" si lasciano ad ogni parola convincere d'origine incerta e tardissima sì facilmente, che i loro editorio che se le credessero genuine-o che s' argomentassero d'illudere tutta l'Italia, è da dire che fossero semplicissimi ad ogni modo. Finalmente la scuola gesuitica e gli eunuchi metastasiani e l' Arcadia parevano congiurati ad esporre Dante alla derisione del mondo (3).

(1) ZACCARIA, Storia Letteraria d'Ital. vol. VII. pag. 98.

(2) QUADRIO, Stor. della Poes. VII. pag. 120. Lamı— Catalogo de' MSS. Riccardiani, nelle mem. per la Vita di D. pag. 156. nota (1), e pag. 162. e nell'Ed. Zatta, vol. IV. parte II. 1760. e le annotazioni sono del Quadrio.

(3) BETTINELLI, Lettere di Virgilio agli Arcadi.

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