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pienza riformatrice, chi potrà maravigliare s'egli poeta dagli affetti profondi, dalla mente che scolpisce e colora; egli, che pure, adolescente, vide la sapienza apparirgli amorevole per le vie, venendogli incontro ad ogni pensiero; che pure uscì per lei dalla volgare schiera, diventasse amante della sua bellezza; andasse attorno cercandola; e poi venisse a tanto viaggio per ottenerla da Dio che solo può darla: onde, lei consigliera, addrizzare le vie di coloro che sono in terra, tutti sviati dietro al malo esemplo!

CAPITOLO DODICESIMO

Fra le interpretazioni allegoriche, che tanto i primi esegèti cristiani, quanto i dottori di misticismo ascetico e razionale vennero attribuendo a' libri sacri della Giudea, quelle furono più frequenti e pregiate che ne' diversi amori e nozze ivi descritti supponevano adombrati i rapporti dell'Anima colla Sapienza.

I patriarchi, le lor mogli, i figliuoli, le schiave, mentre da un lato si consideravano come anticipate figure tipiche di fatti o precetti evangelici, erano al tempo stesso interpretati come simboli di cose psicologiche e intellettive. Sotto questo riguardo la Giudea, per esempio, o la Terra promessa, rappresentava la vita contemplativa; l'Egitto le discipline filosofiche de' gentili. Abramo che uniscesi ad Agar, egizia e schiava, l'uomo che solo usa la filosofia. La unione di Abramo con Sara, padrona di Agar, la unione dell' uomo colla Sapienza, signora della filosofia. « Senonchè nota Clemente Alessandrino, da cui traggo queste citazioni come taluno, dilettandosi in musica, in geometria, in grammatica, in rettorica, si lascia invescare nell' amore di queste ancelle, e per esse disprezza la filosofia lor signora, così altri, adescato nell'amore della filosofia, ch'è disciplina di vita attiva, abbandona la Sapienza, ch'è la scienza delle cagioni d'ogni cosa umana e divina, e signora della filosofia. Però quando Sara è gelosa di Agar - così

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segue lo stesso Clemente

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Abramo le dice: Ecco, io do in tua mano la serva; fanne quello che vuoi; quasi volesse dire: Abbraccio la filosofia come più giovane, e serva; ma la Sapienza, come perfetta signora, venero e onoro. » 1

Una dubbia interpretazione data da Filone al secondo nome onde fu contraddistinto Giacobbe fu anch'essa il principio d'altre supposte allegorie psicologiche.

Narra la Genesi come, dopo aver passato il Giordano, Giacobbe lottò per una intera notte contro un ignoto. « Il quale dissegli: lasciami, poichè già spunta l'aurora. - «Non ti lascerò, rispose, se prima non mi avrai benedetto. >> E quegli a chiedere: « qual è il tuo nome ? »> « Giacobbe >> - «No, disse l'ignoto; non ti chiamerai Giacobbe, ma Israel; poichè se fosti forte inverso Dio, quanto più prevarrai contro gli uomini! « E lo benedisse. E Giacobbe chiamò quel luogo Fanuel, dicendo: « vidi Dio faccia a faccia. » E appena ebbe passato Fanuel si levò il sole, ed ei zoppicava da un piede. »>

2

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A questo soprannome, Israel, Filone assegnò per radicali raha-ed el; e però disse significare veggente Iddio. Da ciò le bizzarre interpetrazioni allegoriche sugli amori e le nozze di Giacobbe per le due figlie di Labano, Lia e Rachele, rappresentanti la vita attiva e la contemplativa. « Giacobbe così dice Eusebio portò doppio nome, Jacob ed Israel, per significare col primo, che vuol dire attivo, esercitantesi, la sua vita

1 Stromata lib. I.
2 Gen. cap. XXXII.

attiva; e col secondo, che vuol dire veggente Dio, la sua vita contemplativa, ch'è la somma beatitudine u

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Le nozze d'Isacco e Rebecca pur esse furono interpetrate pel connubio dell'anima colla Sapienza. 2

Ma il sacro Libro che sopra ogni altro divenne palestra, tanto sotto il riguardo religioso che filosofico, di psicologiche interpetrazioni fu il Cantico de' Cantici: e tali e tante son esse che apposite opere ne tesson la storia. 3

Nè veramente il misticismo, religioso o razionale che fosse, poteva trovar testo che meglio di quello rispondesse adeguato alle proprie tendenze.

Il misticismo, più che teorica, è una vaga aspirazione, una quasi ebbrezza intellettuale rifuggente a' rigorosi processi analitici della ragione. Ond'è che nessuna forma di espressione in ogni tempo meglio ad esso convenne che quella d'una esaltazione amorosa e spesso in termini tali da doverne arrossire qualsiasi orecchio men casto.

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Negli amori della Sulamite pel suo ben amato, tranne lo scambio delle persone, maschile e muliebre, tutto, nel modo d'intenderli de' mistici asceti, risponde al concetto psicologico e ideologico quale lo abbiam visto simboleggiato ne' precedenti esempi.

1 Praep. Ev. lib. 7, c. 3. Id. ib. lib. XI, c. 4. S. Agost. de Civ. Dei lib. XVII, c. 13.

2 S. Ambrogio de Isaac et Anima.

Cf.

3 Cunitz Hist. crit. de l'interpretation du Cantique des Cantiques.

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