Nel primo centenario di Angelo Mai, memorie e documenti, 325. cilt

Ön Kapak

Kitabın içinden

Seçilmiş sayfalar

Sık kullanılan terimler ve kelime öbekleri

Popüler pasajlar

Sayfa 135 - O scopritor famoso, Segui; risveglia i morti, Poi che dormono i vivi; arma le spente Lingue de' prischi eroi; tanto che in fine Questo secol di fango o vita agogni E sorga ad atti illustri, o si vergogni.
Sayfa 129 - Fu gloria, e del ritorno Ai rischi. Ahi ahi, ma conosciuto il mondo Non cresce, anzi si scema, e assai più vasto L'etra sonante e l'alma terra e il mare Al fanciullin, che non al saggio, appare.
Sayfa 128 - L'italo canto. E pur men grava e morde II mal che n'addolora Del tedio che n'affoga. Oh te beato, A cui fu vita il pianto! A noi le fasce Cinse il fastidio; a noi presso la culla Immoto siede, e su la tomba, il nulla.
Sayfa 121 - O Torquato, o Torquato, a noi l'eccelsa Tua mente allora, il pianto A te, non altro, preparava il cielo. Oh misero Torquato! il dolce canto Non valse a consolarti oa sciorre il gelo Onde l'alma t'avean, ch'era sì calda, Cinta l'odio e l'immondo Livor privato e de
Sayfa 131 - Empier la vita di felici errori: Nova speme d'Italia. O torri, o celle, O donne, o cavalieri, O giardini, o palagi! a voi pensando, In mille vane amenità si perde La mente mia. Di vanità, di belle Fole e strani pensieri Si componea l'umana vita: in bando Li cacciammo: or che resta?
Sayfa 99 - De' nostri alti parenti, A te ne caglia, a te cui fato aspira Benigno sì che per tua man presenti Paion que' giorni allor che dalla dira Obblivione antica ergean la chioma, Con gli studi sepolti, I vetusti divini, a cui natura Parlò senza svelarsi, onde i riposi Magnanimi allegrar d'Atene e Roma.
Sayfa 130 - Nostri sogni leggiadri ove son giti , Dell'ignoto ricetto D'ignoti abitatori, o del diurno Degli astri albergo, e del rimoto letto Della giovane Aurora, e del notturno Occulto sonno del maggior pianeta? Ecco...
Sayfa 133 - Torna, torna fra noi, sorgi dal muto E sconsolato avello, Se d'angoscia sei vago, o miserando Esemplo di sciagura. Assai da quello Che ti parve sì mesto e sì nefando, È peggiorato il viver nostro.
Sayfa 110 - Volgiti agli avi tuoi, guasto legnaggio; Mira queste ruine E le carte e le tele ei marmi ei templi; Pensa qual terra premi; e se destarti Non può la luce di cotanti esempli, Che stai?
Sayfa 94 - Se in questo momento impazzissi, io credo che la mia pazzia sarebbe di seder sempre cogli occhi attoniti, colla bocca aperta, colle mani tra le ginocchia, senza né ridere né piangere, né muovermi altro che per forza dal luogo dove mi trovassi.

Kaynakça bilgileri