Pur vivendo veniasi ove deposto Petr. Son. 49. p. 2. Allor raccolgo l'alma, e poi ch'i'aggio Di scovrirle il mio mal preso consiglio, Tanto le ho a dir che 'ncominciar non oso. Più volte già dal bel sembiante umano Ho preso ardir con le mie fide scorte D'assalir con parole oneste accorte La mia nemica, in atto umile e piano: Fanno poi gli occhi suoi mio pensier vano,... E veggi' or ben che caritate accesa Son. 117. Son. 118. Confine. Tiene il confine. Dalla sua sponda, ove confina il vano, Appiè dell'alta ripa, che pur sale, Misurrebbe in tre volte un corpo umano. Confine, star entro a' confini. Che dovria l'uom tener dentro a sua meta. Se ben s'accoppia Confrontare. Principio e fine con la mente fissa. Che mai non posa, se non si raffronta. Confusione. lo ch'avea d'error la testa cinta. E s'io divenni allora travagliato, La gente grossa il pensi... Era la mia virtù tanto confusa, Inf. xx. 124. Purg. x. 22. Purg. xiv. 144. Par. xix. 123. Inf. xxIII. 8. Purg. xvn.51. Petr. Tr. Mor. 11. 57. Inf. I. 31. Inf.xxxiv. 91. Confusione e paura insieme miste Si scoppia' io sott'esso grave carco Tal mi fec'io, non potendo parlare, Come a color, che troppo reverenti, Chè, come Sole il viso che più trema, Congiungersi. Ove le duo nature son consorti. Purg. XXXI. 7. Inf. xxx. 139. Purg. xxxII. 25. Par. xxx. 25. Inf. xii. 54. Congiunto, unito. Le cose di Dio, che di bontate Deon essere spose. Inf. xix. 3. Congratulazione. Tutti con lieta e con serena faccia Vengono a lui: chi gli tocca la mano, E chi lo bacia, e chi lo stringe e abbraccia. Sopra gli altri il signor di Montalbano D'accarezzarlo e fargli onor procaccia. Ariosto, XLIII. 199. Uno il saluta, un altro se gl'inchina, Altri la mano, altri gli bacia il piede: Conoscere, Aver conoscenza. La luce che m'era ancor nuova. Fecemi sembiante Che fosse ad altro volta. LXIV. 97. Par. IX. 22. Par. IX. 64. Par che del buon Gherardo nulla senta. Purg. xvi. 138. Sopravvien l'oste, e di colui l'informa... Consapevole. Donna del Ciel, di queste cose accorta. Facciovi accorti... Di vostra condizion fatene saggi. Ed or che pel gran mal che gli ne disse XXIX. 44. Ar. xvi. 116. XXVII. 86. Purg. ix. 88. Purg. Ix. 131. Chi lo sapea, di lei fu instrutto e saggio. Ariosto, xxi. 70. (Poni ben mente al... Par. 11. 124; Par. xxiv. 7. 14; Canz. XIV. Chiusa. È l'animadvertere dei latini: Nel Convito lo costruisce coll' Accusativo. Ponete mente almeno la mia bellezza. 11. 12. - E ser Monaldo da Soffeno: A chi'l pon mente rende claritate.) Guarda la mia virtù. Inf. 11. 11; Inf. v. 19; Purg. VI. 36; XXIV. 61; xxv. 77. Ficca dirietro agli occhi tuoi la mente, E fa di quegli specchio alla figura, Il nome del bel fior... tutto mi ristrinse Così la mente mia tutta sospesa Mirava fissa, immobile ed attenta, E sempre nel mirar faceasi accesa. Consiglio, Consigliere. Lo più che padre mio dicea. Par. xxi. 16. Par. XXII. 80. Par. XXXIII. 97. Purg. xxIII. 4. Quei, che m'era ad ogni uopo soccorso. Purg. xvm. 12. La scorta mia saputa e fida. Il mio consiglio saggio. Che suoli al mio dubbiare esser conforto. Ecco di qua, chi ne darà consiglio, Se tu da te medesmo aver nol puoi. Stretto a consiglio. Consiglio invan vi si balestra. lo cominciai, come colui che brama, Dubitando, consiglio da persona Che vede, e vuol dirittamente, ed ama. (accorta onesta ed amica) Là vel tacer mi fu avviso il peggio. (mi parve peggior consiglio) Consiglio frodolente. Purg. XVI. 8. Purg. xi. 75. Inf. iv. 18. Purg. 111. 62. Purg. xi. 103. Son. 6. (Ediz. Giul.) Par. xvII. 103. Inf. xxu. 107. Inf. xxvII. 116. Inf. xxvn. 138. I mai conforti. (Ar. xxx. 20) Inf.xxvII. 135; Par. xv1.141. Malvagi pungelli. Nè mai pietosa madre al caro figlio, Nè donna accesa al suo sposo diletto In dubbio stato sì fedel consiglio. Petrarca, Son. 17. p. 2. Consolarsi. Però d'ogni tristizia ti disgrava. Vedi oramai se tu mi puoi far lieto. Inf. xxx. 144. Purg. III. 142. Ivi s'acqueta l'alma sbigottita. Petrarca, Canz. XIII. 1. Rodermi così il core a scorza a scorza...? Canz. IX. 2. Guardate bene, s'io son consumato; Ch'ogni mio spirto comincia a fuggire. Son. 13. Ma questo foco m'have Già consumato sì l'ossa e la polpa, Che morte al petto m'ha posto la chiave. El mio sento mancare Si, ch'io son meno ognora ch'io non soglio. Canz. XIX. 5. Canz. xш. 1.` (d'ora in ora io mi vo consumando, e si mi cambio da quel di prima che oggimai non sono più riconoscibile) Picciol tempo omai Puote aver luogo quei, per che tu vai. Canz. 1. Chiusa. Ballata, 1. (Mentr' io pensava la mia frale vita, E vedea il suo durar com'è leggiero. Canz. IV. st. 3; e V. N. par. 23: Ritornai alla mia debiletta vita, e veggendo come leggiero era lo suo durare. - e par. 16: Cotal veduta disconfiggea la mia poca vita. e par. 4 Divenni in picciolo tempo poi di si frale e debole condizione, che a molti amici pesava della mia vista... Amore era quegli che così m'avea governato. Dicea d'Amore, perocchè io portava nel viso tante delle sue insegne, che questo non si potea ricoprire. E quando mi domandavano: Per cui t'ha così distrutto amore?... (Governare per distruggere V. Purg. xxш. 21. 35.)Vedi come cotale donna distrugge la persona di costui. V. N. par. 5. Guardate a la 'ngosciosa vita mia Che sospirando la distrugge Amore. I deboluzzi spiriti van via... Guido Cavalcanti. - Che la morte Mi stringe si, che la vita m' abbandona, E senti come 'l cor si sbatte forte Per quei che ciascun spirito ragiona: Tant'è distrutta già la mia persona, Ch'io non posso soffrire... Guido Cavalcanti. - Vedi che poca vila Rimasa è in me. Cino, LXXXII. - Quand' io penso a mia leggera vita. Cino, LXXXV.◄ Un picciol varco È lunge il fin della mia vita amara; ... Poco da viver più, credo, m'avanzi. Casa, Son. 4. Affligger chi per voi la vita piagne Che vien mancando e 'l fin ha da vicino. Id, Son, 3.) L'uom della villa. Contadino. Purg, IV. 21. (Ed il suo campicello è detto: Colà dove vendemmia ed ara. Inf. |