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L'AFFETTO TRALUCE NEL SEMBIANTE.
Ov'è l'ombra gentil del viso umano,
Ch'ora e riposo dava all'alma stanca,
E là 've i miei pensier scritti eran tutti?

Affetti diversi.

Non può più la vertù fragile e stanca

Tante varietati omai soffrire;

Son. 31. p. 2.

Che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'mbianca. S. 101.
E, com' Amor la 'nvita (l'anima),

Or ride or piagne or teme or s'assicura;
El volto che lei segue, ov'ella il mena,
Si turba e rasserena,

Ed in un esser picciol tempo dura.

Amor, pietà, sdegno, dolore ed ira,
Disio di morte e di vendetta insieme
Quell' infelice ed orbo padre aggira,
Che come il mar che turbi il vento freme.
Per vendicarsi va a Drusilla, e mira
Che di sua vita ha chluse l'ore estreme;

E come il punge e sferza l'odio ardente,

Canz. XIII. 1.

Cerca offendere il corpo che non sente. Ariosto, XXXVII. 77. Sommessi accenti e tacite parole, (Inf. IH. 25.)

Rotti singulti, e flebili sospiri

Della gente che in un s'allegra e duole,
Fan che per l'aria un. mormorio s'aggiri,
Qual nelle folte selve udir si suole,
S'avvien che tra le frondi il vento spiri,

O quale infra gli scogli, o presso ai lidi

Sibila il mar percosso in rauchi stridi.

Tasso, III. 6.

D'ira, di gelosia, d'invidia ardenti. v. 76. (Tr. Am. III. 105.)

Or che farà? dee su l'ignuda arena

Costei lasciar così tra viva e morta?

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Affrettare. Affrettarsi

V. Camminare in fretta.

Inf. iv. 146.

Perchè si mi caccia il lungo tema.

Spirto, in cui pianger matura

Quel, senza il quale a Dio tornar non puossi. Purg. xix. 91.

La tua stanza mio pianger disagia,

Col qual maturo ciò che tu dicesti.

Ben veggio, padre mio, sì come sprona

Lo tempo verso me.

Precipitò dunque gl'indugi.

Purg. XIX. 140.

Par. xvn. 106.

Affollarsi intorno ad alcuno.

Questa gente che preme a noi è molta.
Dintorno a lui parea calcato è pieno Di...
Con l'altro se ne va tutta la gente:
Qual va dinanzi, e qual diretro il prende,
E qual da lato gli si reca a mente.

Ei non s'arresta, e questo quello intende;
A cui porge la man, più non fa pressa;
E così dalla calca si difende.

Africa.

La terra, che perde ombra.

L'arene... del giel schife.

Calde arene. Id. 73. Rena d'Etiopia.

Tasso, vIII. 8.

Purg. v. 143.

Purg. x. 79.

Pury. VI. 4.

Purg. xxx. 89.

Purg. XXVI. 44.
Canz. XI. 2.

Terra d'Iarba. Purg. xxx1.72. La gente cirenea. Ar. xvi. 79.

Aggiungere.

Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa,
Si che se non s'appon di die in die.
Nè pon nè leva. (Non aggiugne nè toglie.)
Fu grave e mala aggiunta all'altro danno...

Agguato.

Per lui carpir, si fa la ragna.

Stava alla posta.

Inf. xx. 16. Par. XVI. 8. Par. xxx. 12. Ariosto, XI. 19.

Par. IX. 50.

Ariosto, vi. 114.

E dietro un canto postosi, di piatto - L'attende. Ix. 73.

Aiutare. — V. Guida.

Si l'agevolerò per la sua via.

Purg. IX. 57.

La bella Donna ch'al ciel t'avvalora.

Mercè di colei che...

Aiuto invocare.

Par. x. 93. Par. xv. 53.

Cagion mi sprona ch'io mercè ne chiami. Purg. XXIX. 39. Mercè grida la misera a gran voce.

Aiuto divino.

Non senza virtù che dal ciel vegna.

Ariosto, xxvI. 38.

Purg. ш. 96.

(0 divina virtù, se mi ti presti Tanto, che... Par. 1. 22.—O isplendor di Dio... Dammi virtù a... Par. xxx. 97. -Supplica a te per grazia di virtute Tanto che... Par. xxxIII. 25. )

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Batter... l'ali.

Con l'ali si plaude.

Con le penne sparte.

Con l'ali aperte e ferme.

Con l'ali aperte ed a calare intesa.
Vedi come l'ha dritte (l'ali) verso 'l
Trattando l'aere con l'eterne penne.

A quella foce ha egli or dritta l'ala.
Tendea su l'una e l'altra ala.
Chinava in giuso l'ala.

Sentendo fender l'aria alle verdi ali.
È stato assai sull' ali.

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Sotto ciascuna (faccia) uscivan duo grand'ali,.........

Vele di mar non vidio mai cotali.

Non avean penne, ma di vipistrello

Era lor modo; e quelle svolazzava,

Si che tre venti si movién da ello.

Inf. XXXIV. 46.

(Virgilio appone l'epiteto di ventosas alle ali per dimostrare la loro ampiezza. En. XII. 848.)

Ventilonne... Purg. XIX. 49. — Ventarmi nel volto. Purg. XVII. 67. Ventilando il fianco. Par. xxxi. 18.

Ali bianche vestì, c'han d'or le cime,
Infaticabilmente agili e preste:

Fende i venti e le nubi, e va sublime
Sovra la terra e sovra il mar con queste.
Così vestito, indirizzossi all'ime

Parti del mondo il messaggier celeste:
Pria sul Libano monte ei si ritenne,"

E si librò sull'adeguate penne.

Alba-V. Aurora.

Albero.

Tasso, 1. 14.

Travi vive. Purg. xxx. 85. — I suoi arbuscelli stan più vivi. Par. XII. 105. Nocchi, per alberi nocchiosi. Inf. XIII. Schietti arboscelli e

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89.-Rami nodosi 'nvolti. Inf. xIII. 5.

verdi frondi acerbe. Petrarca, Son. 111.-1 rami Fiorian d'un lauro giovinetto e schietto. Canz. I. 3. p. 2. - Tutta la frondosa ampia famiglia. Tasso, xvi. 16.

Albero in primavera.

Come piante novelle

Rinnovellate di novella fronda.

Come le nostre piante, quando casca
Giù la gran luce mischiata con quella
Che raggia dietro alla celeste lasca.

Turgide fansi, e poi si rinnovella
Di suo color ciascuna, pria che 'l Sole
Giunga li suoi corsier sott'altra stella;
Men che di rose, e più che di viole,
Color aprendo, s'innovò la pianta,

Purg. xxxm. 143.

Che prima avea le ramora si sole.

Purg. xxxII. 53.

Variazion de' freschi mai (Varietà delle nuove piante).

Purg. xxv. 36.

L'onor delle lor chiome... Hanno rimesso. Ar. xxxvII. 40.

Albero sempre verde.

L'albero che vive della cima,

E frutta sempre, e mai non perde foglia.
Germoglia In questa primavera sempiterna,

Che notturno ariète non dispoglia.

Par. xvi. 29.

Par. xxvIII. 115.

Foresta spessa e viva (sempre verde). Purg. xxviii. 2. Alcun (albero) che sua verdura serba. Dante, Canz. XI. 4. Albero d'autunno o d'inverno.

Come d'autunno si levan le foglie L'una appresso dell'altra infin che 'l ramo Rende alla terra tutte le sue spoglie.

Inf. I. 112.

(L'idea del ramo, che restituisce alla terra il proprio vestimento ricevuto da essa, ti muove l'animo grandemente con risvegliarti quella eterna legge della natura, per cui torna periodicamente alla terra ciò che veniva da lei.)

Pianta dispogliata

Di fiori e d'altra fronda in ciascun ramo. Purg. xxx. 38. Passato hanno lor termine le frondi,

Che trasse fuor la virtù d'Ariete

Per adornare il mondo...

Dante, Canz. XI. 4.

(Perduto aveva ogni arbuscel la fronda. Sacchetti, xvI.- Che stagion non perde. Id.)

S'innovò la pianta

Che prima avea le ramora sì sole.

Purg. XXXII. 59.

A piè della vedova frasca (albero ignudo). Purg. xxxi. 50. Ch'io ho veduto tutto il yerno prima

Il prun mostrarsi rigido e feroce,

Poscia portar la rosa in su la cima.

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Par. XIII. 133.

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La vita in nna pianta mostrasi per le frondi.

Nè si dimostra ma che per effetto, Come per verdi fronde in pianta vita.

Albero alto e ombroso.

La chioma sua, che tanto si dilata Più, quanto più è su, fora dagl' Indi Ne' boschi lor per altezza ammirata.

Un'ombra smorta,

Qual sotto foglie verdi e rami nigri
Sovra suoi freddi rivi l'Alpe porta.
'Selvatich'ombre.

I' fui radice della mala pianta,
Che la terra cristian a tutta aduggia.

Purg. XVIII. 53.

Purg. xxx. 40.

Purg. xxx. 109.

Purg. xxix. 5.

Purg. xx. 43.

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