26 · L'AFFETTO TRALUCE NEL SEMBIANTE. Affetti diversi. Non può più la vertù fragile e stanca Tante varietati omai soffrire; Son. 31. p. 2. Che 'n un punto arde, agghiaccia, arrossa e 'mbianca. S. 101. Or ride or piagne or teme or s'assicura; Ed in un esser picciol tempo dura. Amor, pietà, sdegno, dolore ed ira, E come il punge e sferza l'odio ardente, Canz. XIII. 1. Cerca offendere il corpo che non sente. Ariosto, XXXVII. 77. Sommessi accenti e tacite parole, (Inf. IH. 25.) Rotti singulti, e flebili sospiri Della gente che in un s'allegra e duole, O quale infra gli scogli, o presso ai lidi Sibila il mar percosso in rauchi stridi. Tasso, III. 6. D'ira, di gelosia, d'invidia ardenti. v. 76. (Tr. Am. III. 105.) Or che farà? dee su l'ignuda arena Costei lasciar così tra viva e morta? Affrettare. Affrettarsi V. Camminare in fretta. Inf. iv. 146. Perchè si mi caccia il lungo tema. Spirto, in cui pianger matura Quel, senza il quale a Dio tornar non puossi. Purg. xix. 91. La tua stanza mio pianger disagia, Col qual maturo ciò che tu dicesti. Ben veggio, padre mio, sì come sprona Lo tempo verso me. Precipitò dunque gl'indugi. Purg. XIX. 140. Par. xvn. 106. Affollarsi intorno ad alcuno. Questa gente che preme a noi è molta. Ei non s'arresta, e questo quello intende; Africa. La terra, che perde ombra. L'arene... del giel schife. Calde arene. Id. 73. Rena d'Etiopia. Tasso, vIII. 8. Purg. v. 143. Purg. x. 79. Pury. VI. 4. Purg. xxx. 89. Purg. XXVI. 44. Terra d'Iarba. Purg. xxx1.72. La gente cirenea. Ar. xvi. 79. Aggiungere. Se l'ira sovra 'l mal voler s'aggueffa, Agguato. Per lui carpir, si fa la ragna. Stava alla posta. Inf. xx. 16. Par. XVI. 8. Par. xxx. 12. Ariosto, XI. 19. Par. IX. 50. Ariosto, vi. 114. E dietro un canto postosi, di piatto - L'attende. Ix. 73. Aiutare. — V. Guida. Si l'agevolerò per la sua via. Purg. IX. 57. La bella Donna ch'al ciel t'avvalora. Mercè di colei che... Aiuto invocare. Par. x. 93. Par. xv. 53. Cagion mi sprona ch'io mercè ne chiami. Purg. XXIX. 39. Mercè grida la misera a gran voce. Aiuto divino. Non senza virtù che dal ciel vegna. Ariosto, xxvI. 38. Purg. ш. 96. (0 divina virtù, se mi ti presti Tanto, che... Par. 1. 22.—O isplendor di Dio... Dammi virtù a... Par. xxx. 97. -Supplica a te per grazia di virtute Tanto che... Par. xxxIII. 25. ) Batter... l'ali. Con l'ali si plaude. Con le penne sparte. Con l'ali aperte e ferme. Con l'ali aperte ed a calare intesa. A quella foce ha egli or dritta l'ala. Sentendo fender l'aria alle verdi ali. Sotto ciascuna (faccia) uscivan duo grand'ali,......... Vele di mar non vidio mai cotali. Non avean penne, ma di vipistrello Era lor modo; e quelle svolazzava, Si che tre venti si movién da ello. Inf. XXXIV. 46. (Virgilio appone l'epiteto di ventosas alle ali per dimostrare la loro ampiezza. En. XII. 848.) Ventilonne... Purg. XIX. 49. — Ventarmi nel volto. Purg. XVII. 67. Ventilando il fianco. Par. xxxi. 18. Ali bianche vestì, c'han d'or le cime, Fende i venti e le nubi, e va sublime Parti del mondo il messaggier celeste: E si librò sull'adeguate penne. Alba-V. Aurora. Albero. Tasso, 1. 14. Travi vive. Purg. xxx. 85. — I suoi arbuscelli stan più vivi. Par. XII. 105. Nocchi, per alberi nocchiosi. Inf. XIII. Schietti arboscelli e 89.-Rami nodosi 'nvolti. Inf. xIII. 5. verdi frondi acerbe. Petrarca, Son. 111.-1 rami Fiorian d'un lauro giovinetto e schietto. Canz. I. 3. p. 2. - Tutta la frondosa ampia famiglia. Tasso, xvi. 16. Albero in primavera. Come piante novelle Rinnovellate di novella fronda. Come le nostre piante, quando casca Turgide fansi, e poi si rinnovella Purg. xxxm. 143. Che prima avea le ramora si sole. Purg. xxxII. 53. Variazion de' freschi mai (Varietà delle nuove piante). Purg. xxv. 36. L'onor delle lor chiome... Hanno rimesso. Ar. xxxvII. 40. Albero sempre verde. L'albero che vive della cima, E frutta sempre, e mai non perde foglia. Che notturno ariète non dispoglia. Par. xvi. 29. Par. xxvIII. 115. Foresta spessa e viva (sempre verde). Purg. xxviii. 2. Alcun (albero) che sua verdura serba. Dante, Canz. XI. 4. Albero d'autunno o d'inverno. Come d'autunno si levan le foglie L'una appresso dell'altra infin che 'l ramo Rende alla terra tutte le sue spoglie. Inf. I. 112. (L'idea del ramo, che restituisce alla terra il proprio vestimento ricevuto da essa, ti muove l'animo grandemente con risvegliarti quella eterna legge della natura, per cui torna periodicamente alla terra ciò che veniva da lei.) Pianta dispogliata Di fiori e d'altra fronda in ciascun ramo. Purg. xxx. 38. Passato hanno lor termine le frondi, Che trasse fuor la virtù d'Ariete Per adornare il mondo... Dante, Canz. XI. 4. (Perduto aveva ogni arbuscel la fronda. Sacchetti, xvI.- Che stagion non perde. Id.) S'innovò la pianta Che prima avea le ramora sì sole. Purg. XXXII. 59. A piè della vedova frasca (albero ignudo). Purg. xxxi. 50. Ch'io ho veduto tutto il yerno prima Il prun mostrarsi rigido e feroce, Poscia portar la rosa in su la cima. Par. XIII. 133. La vita in nna pianta mostrasi per le frondi. Nè si dimostra ma che per effetto, Come per verdi fronde in pianta vita. Albero alto e ombroso. La chioma sua, che tanto si dilata Più, quanto più è su, fora dagl' Indi Ne' boschi lor per altezza ammirata. Un'ombra smorta, Qual sotto foglie verdi e rami nigri I' fui radice della mala pianta, Purg. XVIII. 53. Purg. xxx. 40. Purg. xxx. 109. Purg. xxix. 5. Purg. xx. 43. |