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Da lui ebbe Primo sigillo a sua religione.

Par. XI. 92.

Di seconda corona redimita Fu per Onorio... Par. xi. 97.

Aprirsi, sfasciarsi.

Il legno vinto in più parti si lassa,

E dentro l'inimica onda vi passa. Ariosto, XLI. 14; xxvI. 11.

Aquila.

In sogno mi parea veder sospesa Un'aquila nel ciel con penne d'oro, Con l'ale aperte, ed a calare intesa:...

Forse questa fede (piomba) Pur qui per uso,..

Poi mi parea che, più rotata un poco,

Terribil come folgor discendesse,

E me rapisse suso infino al foco.

Vidi rivolta, (Beatrice) e riguardar nel sole,

Aquila sì non gli s'affisse unquanco.

L'uccel di Giove.

Purg. IX. 19.

Par. 1. 47.

Purg. XXXII. 112.

(Per insegna de' Romani. V. Par. vi. 1. e seg. — L'uccel di Dio. Par. VI. 4- Il santo uccello. Par. xvII. 72; Fazio degli Uberti. — Il sacrosanto segno. Par. vi. 32 -Il segno del mondo e de' suoi duci. Par. xx. 8-Il segno Che fe i Romani al mondo reverendi. Par. xix. 101. )

E fui l'uccel che più per l'aere poggia.

Celer ministro del fulmineo strale.

Aquila grifagna.

L'augel che sopra gli altri regna.
Come levar suol col falcato artiglio
Talvolta la rapace aquila il pollo.
Come aquila suole

Tra gli altri augelli trapassar secura,
E sorvolando ir tanto appresso il sole,
Che nulla vista più la raffigura.

Petr. Canz. 1. 9.

Ariosto, vi. 18.

XIV. 1.

XXXVI. 98.

XXII. 89.

Tasso, xv. 14.

Arbitrio.

Nobile virtù.

Libero, dritto, sano è tuo arbitrio.
Lo tuo piacere omai prendi per duce.
E fallo fora non fare a suo senno.
Poi ch'io potei di me fare a mio senno.

Purg. xxvII. 73.

Purg. xxvII. 139.

Purg. xxvii. 131.
Purg. xxvII. 141.

Purg, XIX. 88,

Natura lascia

Poi fare a voi secondo che v'abbella.
Se così fosse, in voi fora distrutto
Libero arbitrio.

Arco.

Come balestro frange, quando scocca
Da troppa tesa la sua corda e l'arco,
E con men foga l'asta il segno tocca.
Corda non pinse mai da se saetta,
Che si corresse via per l'aere snella.

Par. xxvI. 131.

Purg. xvI. 70.

Purg. XXXI. 16.

E forse in tanto, in quanto un quadrel posa, E vola, e dalla noce si dischiava.

Inf. vIII. 13.

Par. 11. 23.

(Invertito l'ordine: Bello che cominci da posa; e poi vegga il volo e il liberarsi dell'arco. Tommaseo - Atto d' oltremirabile celerità: pare che il quadrello tutto ad un tempo e si posi, e abbia preso il volo, e siasi dischiavato dalla sua noce.)

E sì come saetta, che nel segno Percuote pria che sia la corda queta.

Forse in tre voli tanto spazio prese Disfrenata saetta.

Chiron prese uno strale, e con la cocca Fece la barba indietro alle mascelle.

Drizzò l'arco... a tal bersaglio.

Sì come cocca in suo segno diretta.
Ha... disteso l'arco (allentato).
Il calamo omicida.

Par. v. 9.

Purg. XXXII. 34.

Inf. xii. 77.

Par. XXVI. 24.

Par. vIII. 105.

Purg. xvi; Canz. v. 4.
Ariosto, XIX. 9.

Mette su l'arco un de' suoi strali acuti.
Se ben volasse più che stral da cocca.
Sibila il teso nervo, e fuori spinto
Vola il pennuto stral per l'aria, e stride;
Ed a percoter va dove...

Alle sonanti

Quadrella, ond'a lui intorno un nembo vola.

A costei la faretra e il grave incarco Delle acute quadrella al tergo pende. Ella già nelle mani ha preso l'arco,

E già lo stral v'ha su la corda, e il tende;

E desiosa di ferire, al varco

La bella arciera i suoi nemici attende.

XIX. 6.

XXIX. 64.

Tasso, vII. 102.

X. 3.

XI. 28

Curvò Clorinda sette volte, e sette
Rallentò l'arco, e n'avventò lo strale:
E quante in giù se ne volár saette,
Tante s'insanguinaro il ferro e l'ale...

All'incauto Ademar, ch'era da lunge...
La fatal canna arriva, e in fronte il punge.
Stende ei la destra al loco ove fu côlto,
Quando nova saetta ecco sorgiunge
Sovra la mano; e la configge al volto.
La man tre volte a saettar distese,
Tre volte essa inchinolla, e si ritenne.
Pur vinse alfin lo sdegno; e l'arco tese,
E fe volar del suo quadrel le penne.
Lo stral volò...

XI. 41.

XI. 44.

xx. 63.

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Per l'arco superno.

(dove sale l'arco superiore.)

Già eravamo, alla seguente tomba
Montati, dello scoglio in quella parte,
Ch'appunto sovra mezzo'l fosso piomba.
Già eravam là 've lo stretto calle
Con l'argine secondo s'incrocicchia,
E fa di quello ad un'altr' arco spalle.
Fa di sè un mezzo arco di ponte.
L'arco suo più tosto piega.
Seguitavam la rota

Che fe l'orbita sua con minor arco.
Arco declivo. (il declinar dell'arco)

Arco baleno - V. Iride.

Ardire — Ardire per oltracotanza Perchè ardire e franchezza non hai?

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E tanto buono ardire al cor mi corse,

Ch'i' cominciai come persona franca.

I' prenderei baldanza

Inf. п. 131.

Di dir parole in quel punto sì nove. Petrarca, Canz. VIII. 6. Pur tanta baldanza al mio cor diedi.

Canz. III. 3. p. 4.

Pietro Aretino.

Ecco il flagello

De' principi, il divin Pietro Aretino.

Ariosto, XLVI. 14.

Argomento.

Color che ragionando andaro al fondo. Purg. XVIll. 67.

M armava io d'ogni ragione.

Con aperta ragione. (dimostrazione)

Aperte prove.

Par. XXIV. 49.

Inf. XI. 33. Par. XIII. 124.

Par. XXIV. 100.

La prova che il ver mi dischiude.

Inf. xxvII. 106.

Mi pinser gli argomenti gravi.

Tutti argomenti

Alla salute sua eran già corti. (insufficienti) Purg. xxx. 137.

Difettivi sillogismi.

Provando e riprovando (confutando).

I tuoi ragionamenti

Mi son sì certi, e prendon sì mia fede,

Che gli altri mi sarian carboni spenti.

(argomenti di nessun valore.)

E sillogismo, che la mi ha conchiusa
Acutamente sì, che in verso d'ella
Ogni dimostrazion mi pare ottusa.
(argomento non convincente.)

Par. xi. 2.

Par. III. 3.

Inf. xx. 100.

Par. XXIV. 94.

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Nel falso il creder tuo, se bene ascolti
L'argomentar ch'io gli farò avverso.

Par. II. 61.

Che cotesta cortese opinione
Ti fia chiavata in mezzo della testa

Con maggior chiovi che d'altrui sermone.

(con più certi argomenti.)

Ben conobbi il velen dell'argomento. (l'amaro dell' ilazione.)

Purg. vi. 136.

Purg. XXXI. 75.

(Sillogizzare, per argomentare. Par. xxiv. 77—Argomentare. Purg. vi. 129; Par. vi. 145; Par. xI. 138— Assottigliarsi, mostrarsi sottile nell'argomentare. Par. xxvII. 63-E chi ben qui con meco si assottiglia. Fazio degli Uberti. xvII.)

Ma perchè sappi che di te mi giova,

Un corollario voglio che t'ammanti.

Par. VIII. 137.

(voglio che l'intelletto tuo resti pienamente schiarito per quello che

ti aggiungerò.)

Argomento per soggetto – V. Tema,

Argonauti.

Que' gloriosi che passaro a Colco.

Aria insalubre - V. Aere.

Non molto ha corso, che trova una lama,

Par. II. 16.

Nella qual si distende e la 'mpaluda,

E suol di state talora esser grama.
Quando fu l'acr sì pien di malizia.
Aer maligno.

Il maestro...

Aristotile.

Vidi il Maestro di color che sanno,

Seder tra filosofica famiglia.

Tutti l'ammiran, tutti onor gli fanno.

Colui che mi dimostra il primo amore

Di tutte le sustanzie sempiterne.

Inf. xx. 79. Inf. xxix. 60. Inf. v. 86.

Par. VIII. 120.

Inf. IV. 131.

Par. XXVI. 38.

(Il nostro poeta avea in tanta ammirazione Aristotile che gli piacque celebrarlo, come il Filosofo. Conv. 1. 1 ; II, 1. 3. 5. 15. 16 ; ш. 1. 2. 4. 8. 9. 10. 11. 15; iv. 3. 6. 8. 10. 12. 15. 16. 17, 20. 22, 27. 32; De Mon. 1. 4.10; Ep. xi. 16. 18. 27. Filosofo sommo. Conv. 1.1; 1v. 6. Quello glorioso Filosofo, al quale la Natura più aperse li suoi segreti. Conv. III. 5. Il maestro. Conv. 1. 13. Il maestro della umana ragione. Conv, Iv. 2. Maestro, duca della ragione umana. Conv. iv. 6. Il precettore de' costumi. De Mon. 1. 1. Degnissimo di fede e d'obbedienza... e le sue parole... somma e altissima autoritade. Conv. iv. 6. Quegli în cui natura ingegno quasi divino... messo avea. Conv. IV. 6; chè dove aperse la bocca la divina sentenzia di lui, parevagli di lasciar ognialtra sentenzia; Conv.iv. 17; onde la sua gente (li VOL. I.

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