GIUDIZIO DEGLI ANTICHI POETI SOPRA LA MODERNA CENSURA DI DANTE ATTRIBUITA INGIUSTAMENTE A VIRGILIO. Tomo VI. Vien dietro a me, e lascia dir le genti: L'EDITORE A CHI LEGGE. La Difesa di Dante è senza dubbio una dell'opere più belle, che fornite ci abbia il nostro Gozzi; e noi sappiamo fattasene rarissima l'edizione uni che, ca, eseguita dai torchi di Antonio Zatta, col corredo di molti rami di bizzarra invenzione, ella per alcuni si conosceva soltanto di nome. Noi di buon grado ne affrettiamo la riproduzione, tenendo indietro alcun altro lavoro Gozziano, cui era nostra mente di dar luogo in questo sesto volume. Come la fu dal suo Autore unita al Saggio di Critica del Pope, reso da esso volgare, non ci facciamo lecito di disgiungerla, avendo massimamente l'una cosa relazione coll' altra. Ci parve bensì opportuno di porvi innanzi gli argomenti in terze rime al Poema dell'Alighieri, o Commedia che dir si voglia, i quali sono pure fattura del Co: Gozzi, di quel divino Poeta studiosissimo. Con ciò crediamo recare piacere ad un tempo e vantaggio agli amatori di sì profonda, e soda poesia, quali si scoraggiano bene spesso dall' andar oltre colla lettura, per non veder di botto tutto il filo che la gran tela compone. Da tal soccorso verrà agevolata la via allo scoprimento delle bellezze, che per entro in buon dato vi sono, e che non si manifestano così a tutta prima, qual altri si avvisa. Dalle Lettere scritte sotto il nome di Virgilio e pubblicate venzett'anni fa da un nobilissimo e preclaro ingegno, che all'Italia nostra fa onore, riconosce l' origine la detta Difesa. Mal comportando il Gozzi di scorgere col Petrarca e co'migliori cinquecen |