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fuor quello dell' addentare a diritto, ed a torto; non vi si vedrebbe quella signoria, e padronanza della persona, che favella sopra la materia sua, che la può domare, e impastare come vuole. Quante volte avrai tu udito quel modesto proemio del non voler favellare, accompagnato da una modesta verecondia, che tinge alla parlatrice il viso quasi fosse tratta a forza nel ragionamento, in cui entra; e con quante galanti espressioni non si rend'ella il suo uditore affezionato, ed attento? discende poscia a poco, a poco, quasi facendosi pregare, alla narrazione di qualche bel fatto, così fornito di costumi, e de'caratteri delle persone delle quali ragiona, che tu non puoi negare, che da tali caratteri e costumi non dovesse derivare di necessità il fatto, ch'ella ti narra. E se mai avessi bisogno di prove, non ha forse testimonii d'allegarti, o le manca fondo di trarne argomenti, anzi lacci, da' quali non potresti uscire? E il tutto veste con tanto calore, e dà tale anima a tutto, che non parla; ma dipinge. Sa quando è il tempo da ragionare più fredda, quando da riscaldarsi. Giunta a certi punti del suo ragionamento, quando le pare d'aver infiammati gli animi de' circostanti; esce in repentine esclamazioni; s' intenerisce, infuria. Diresti, ch'ella è divenuta uno specchio, che s'aggira intorno e ti presenta al vivo tutti i più intrinsechi pensieri di colui, o di colei, della quale ragiona

e se

e se mai le sembra, che l'uditore s'annoj qualche poco, ricorre all' urbanità. e alla sferza delle facezie, che non sono inutili, nè fuori del caso suo; ma si riversano sempre sulla persona, di cui favella.

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In fine chiude il suo ragionamento in un modo, che non si usa nell'eloquenza de'maschi, perchè avendo ella introdotto l'entusiasmo ne' circostanti, e tutti avendogli commossi, non è già ella sola, che faccia la perorazione; ma divenuta in sul finire quasi l'intuonatrice d'un coro, viene assecondata dalle voci di tutti gli uditori che ajutano il suo termine, tirati tutti dalla forza di lei nella stessa eloquenza. Non avrebb' ella potuto giammai seguire così bell'ordine, senza interruzione veruna, se non avesse fin da' suoi più teneri anni notato con diligenza i costumi altrui, riposti nella sua memoria più fatti e con essi formata la facilità del confrontare le cose passate con le presenti, conghietture intorno alle cose occulte, ed anche intorno alle avvenire. Quello ch' io dico dell' argomento del dir male d'altrui, sì l'affermo io di tutti gli altri adoperati dal gentilissimo sesso delle donne : e s'io avessi più lungo tempo, mi darebbe l'animo d'esaminargli a uno a uno e di mostrare che hanno apparecchiata già da lungo tempo prima la materia de' loro ragionamenti. Ma quello ch'io non fo per ora, sì lo possono fare molti più penetrativi ingegni

e far

del

del mio, e ricercare con la loro diligenza quello ch'io per ora non posso. Si potrebbe esaminare la loro eloquenza principalmente in materia d'amore, nella quale, con tutto che i maschi vadano a studiare le scienze, possono dire, ch' eglino hanno la lingua mozza, appetto di quelle; e ben se n'avveggono, quando sono confrontati a ragionare con esse. E se mai ci fossero alcuni pochi maschi superiori a loro in questo genere d'eloquenza, saranno di quelli, i quali non avranno fatto altro studio a' giorni loro, e avranno raccolta materia fin da' primi anni; non di quelli che tocchi all'improvviso dalla passione, si trovano impacciati a spiegare i loro sentimenti. La qual cosa tanto più fa prova a favore del mio presente argomento.

Chi volesse a passo a passo seguire con la mente il filo di così fatta ricerca, farebbe il più grato, e più piacevole studio, che fosse ancora stato fatto giammai. Imperciocchè egli potrebbe mettersi dinanzi agli occhi, per istudiarvi dentro due persone l'una, che avesse corteggiato le femmine fin da' primi anni dell'età sua, e l'altra, che per caso fosse stata presa al laccio di fresco, dopo d'essersi occupata per tutta la sua passata età in altre faccende. Io concedo ancora, che il grado della passione fosse maggiore in quest'ultima, che nella prima; e pure si sa che la passione è uno degli ordigni più atti a comunicare mobilità alla lingua. Che ne

avverrebbe perciò? Io son certo, che il primo già avvezzo per lungo tempo agli artifizii, alle quistioncelle, alle gelosie, al rappacificarsi, al quistionare di nuovo, sarà in mille doppii più eloquente di quest'ultimo, il quale per la novità della materia, sfogherà la sua passione in belle guardature, in passi più garbati che può, talora in ispremere qualche lagrima dagli occhi, e se vorrà parlare, gli mancheranno le parole, come colui, che non è stato alla scuola per tempo, e non avrà fatto incetta di materia sufficiente, e in guisa abbondante che gli somministri vocaboli da profferire..

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Io so bene, che alcuni immaginano fra sè, ch'io sia per addurre di ciò, qualche esempio; ma non occorre, ch' io lo adduca. Ognuno che vive al mondo, se ha occhi, avrà potuto conoscere, e vedere, che dico il vero, e forse potrà in sè medesimo comprendere, che non è menzogna quanto affermo; e vedrà quanta diversità passa fra l'uomo accostumato nelle cose, e un altro, a cui le riescono affatto nuove.

Frangas enim citius, quam corrigas, que in pravum induruerunt.

Quiat.

Quello, che ne' difetti è indurato, prima lo romperai, che tu lo possa correggere.

I。

non so veramente a qual modo noi siam fatti di dentro. A vedere; come è fabbricato il cuore, egli è molle; e se tu lo tocchi, senti un pezzo di carne che cede alle dita. Il cervello, com'è fatto ognuno lo sa; che se v' ha in noi cosa morbida, egli è quello. Con tutto ciò nell' uno e nell' altro nasce l'ostinazione, della quale non vi ha osso, nè acciajo più duro al mondo; e s'ella si potesse vedere, io credo, che il corpo suo sarebbe di porfido, o d' altra materia da non poterne levar via una scaglia nè con le martella, nè con gli scarpelli, nè con picconi, o con altro qual si voglia strumento più vigoroso, e di polso. Quando un uomo s'è ostinato a dire: La non ha ad essere altrimenti, io intendo, che la cosa vada così, o così; va, picchialo, spingilo, dàgli d'urto, tu cozzi con una torre, hai a fare con un greppo, e non ti riesce altro, se non che tu medesimo t'induri, e a poco a poco senza avvedertene, come chi è tocco dalla pestilenza, che dall'

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