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sonetto ha tre parti: nella prima comincio a dire a questa donna come lo mio desiderio si volge tutto verso lei; nella seconda dico come l'anima, cioè la ragione, dice al cuore, cioè all'appetito; nella terza dico come le risponde. La seconda comincia quivi: L'anima dice: la terza quivi: Ei le risponde.

Gentil pensiero, che parla di vui,
Sen vien a dimorar meco sovente,
E ragiona d'amor si dolcemente,
Che face consentir lo core in lui.

L'anima dice al cor: Chi è costui,
Che viene a consolar la nostra mente;
Ed è la sua virtù tanto possente,
Ch' altro pensier non lascia star con nui?
Ei le risponde: O anima pensosa,
Questi è uno spiritel nuovo d'amore,
Che reca innanzi a me li suoi desiri :

E la sua vita, e tutto il suo valore,
Mosse dagli occhi di quella pietosa,
Che si turbava de' nostri martiri.

§ XL. Contra questo avversario della ragione si levò un dì, quasi nell'ora 1 di nona, una forte immaginazione in me; che mi parea vedere questa gloriosa Beatrice con quelle vestimenta sanguigne, colle quali apparve prima agli occhi miei, e pareami giovane in simile etade a quella, in che prima la vidi. Allora incominciai a pen

1. Nell'ora di nona. Alla nona ora del giorno, cioè alle tre pomeridiane.

2. Vestimenta sanguigne, cioè di color sanguigno. Nel Paradiso terrestre poi la vedrà

Vestita di color di fiamma viva.

sare di lei; e secondo l'ordine del tempo passato, ricordandomene, lo mio cuore incominciò dolorosamente a pentirsi del desiderio, a cui così vilmente s'avea lasciato possedere alquanti dì contro alla costanza della ragione: e discacciato questo cotal malvagio desiderio, si rivolsero tutti i miei pensamenti alla loro gentilissima Beatrice. E dico che d'allora innanzi cominciai a pensare di lei sì con tutto il vergognoso1 cuore, che li sospiri manifestavano ciò molte volte; però che quasi tutti diceano nel loro uscire quello che nel cuore si ragionava, cioè lo nome di quella gentilissima, e come si partío da noi. E molte volte avvenía che tanto dolore avea in sè alcuno pensiero, che io dimenticava lui, e là dov'io era. Per questo raccendimento di sospiri si raccese lo sollevato lagrimare in guisa, che li miei occhi pareano due cose, che desiderassero pur di piangere: e spesso avvenía che, per lo lungo continuare del pianto, dintorno loro si facea un colore purpureo, quale apparir suole per alcuno martíre ch'altri riceva. Onde appare che della loro vanità furono degnamente guiderdonati, sì che da indi innanzi non poterono mirare persona, che li guardasse sì che loro potesse trarre a simile 3 intendimento. Onde io volendo che cotal desiderio malvagio e vana tentazione paressero distrutti si che alcuno dubbio non potessero inducere le rimate parole, ch'io avea dette dinnanzi, proposi di fare un so

1. Con tutto il vergognoso core. Col cuore tutto pieno di vergogna. 2. Vanità. È nel senso adoperato di sopra, vuoti di lagrime. 3. A simile intendimento. Ad invaghirsi un'altra volta.

netto, nel quale io comprendessi la sentenza di questa ragione. E dissi allora: Lasso! per forza, ecc.

Dissi lasso, in quanto mi vergognava di ciò che li miei occhi aveano così vaneggiato. Questo sonetto non divido, però che è assai manifesta la sua ragione.

Lasso! per forza de' molti sospiri,
Che nascon de' pensier che son nel core,
Gli occhi son vinti, e non hanno valore
Di riguardar persona che gli miri.

E fatti son, che paion due1 desiri
Di lagrimare e di mostrar dolore,
E spesse volte piangon sì, ch'Amore
Gli cerchia di corona 2 di martíri.

Questi pensieri, e li sospir ch'io gitto,
Diventano nel cor sì angosciosi,
Ch'Amor vi tramortisce, sì glien duole;
Perocch' egli hanno in sè li 3 dolorosi
Quel dolce nome di madonna scritto,
E della morte sua molte parole.

§ XLI. Dopo questa tribolazione avvenne (in quel tempo che molta gente andava per vedere quella immagine benedetta, la quale Gesù Cristo lasciò a noi per esempio della sua bellissima figura, la quale vede la mia Donna gloriosa

1. Due desiri. Personifica il desiderio degli occhi.

2. Gli cerchia di corona di martiri. Di quel color purpureo, detto di sopra, cagionato dal molto piangere.

3. Li dolorosi, cioè i dolorosi sospiri portano scritto in sè il dolce nome di Madonna, cioè di Beatrice.

4. In quel tempo ecc. Circonl. per indicare la settimana santa. Quella Immagine ecc. La Veronica.

mente), che alquanti peregrini passavano per una via, la quale è quasi in mezzo della cittade, ove nacque, vivette e morío la gentilissima donna, e andavano, secondo che mi parve, molto pensosi. Ond'io pensando a loro, dissi fra me medesimo: Questi peregrini mi paiono di lontana parte, e non credo che anche udissero parlare di questa donna, e non ne sanno niente; anzi i loro pensieri sono d'altre cose che di questa qui; che forse pensano delli loro amici lontani, li quali noi non 1 conoscemo. Poi dicea fra me medesimo: Io so che se questi fossero di propinquo paese, in alcuna vista parrebbero turbati, passando per lo mezzo della dolorosa cittade. Poi dicea fra me stesso: S' io li potessi tenere 2 alquanto, io pur gli farei piangere anzi ch' egli uscissero di questa cittade, perocchè io direi parole, che farebbero piangere chiunque le udisse. Onde, passati costoro dalla mia 3 veduta, proposi di fare un sonetto, nel quale manifestassi ciò ch'io avea detto fra me medesimo: ed acciocchè più paresse pietoso, proposi di dire come se io avessi parlato loro; e dissi questo sonetto, lo quale comincia: Deh peregrini, ecc.

3

Dissi peregrini, secondo la larga significazione del vocabolo: chè peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo ed in uno stretto. In largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della patria sua; in modo stretto non s'intende peregrino, se non chi va verso la casa di santo

1. Conoscemo. V. ant. Conosciamo.

2. Se li potessi tenere: se potessi parlar con essi alquanto.

3. Passati dalla mia veduta. Essendo andati oltre tanto che i miei occhi più non li poteano vedere.

Jacopo, o riede: e però è da sapere, che in tre modi si chiamano propriamente le genti, che vanno al servigio dell'Altissimo. Chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno alla casa di Galizia, però che la sepoltura di santo Jacopo fu più lontana dalla sua patria, che d'alcuno altro Apostolo; chiamansi romei in quanto vanno a Roma, là ove questi ch'io chiamo peregrini andavano. Questo sonetto non si divide, però ch'assai il manifesta la sua ragione. Deh peregrini, che pensosi andate Forse di cosa che non v'è presente, Venite voi di sì lontana gente,

Come alla vista voi ne dimostrate?

Chè non piangete, quando voi passate
Per lo suo mezzo la città dolente,
Come quelle persone, che 1 neente
Par che intendesser la sua gravitate.

2

Se voi restate per volere udire, Certo lo core ne' sospir mi dice, Che lagrimando n'uscirete 3 pui,

Ella ha perduto la sua Beatrice; E le parole, ch'uom di lei può dire, Hanno virtù di far piangere altrui.

§ XLII. Poi mandaro due donne gentili a me, pregandomi che mandassi loro di queste mie parole rimate; ond' io, pensando loro nobiltà, proposi di mandar loro e di fare una cosa1 nuova,

1. Neente. V. ant. Niente.

2. La sua gravitate. La gravità della perdita che la città ha fatto perdendo Beatrice.

3. Pui. V. ant. poi, che avrete udita la cagione della sua tristezza. 4. Una cosa nuova, cioè un altro componimento, che è il sonetto

che segue.

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