INDICE. CANTI. Pag. 33 Sopra il monumento di Dante che si preparava in Firenze... 38 Ad Angelo Mai, quand' ebbe trovato i libri di Cicerone della Sopra un basso rilievo antico sepolcrale, dove una giovane morta è rappresentata in atto di partire, accommiatandosi dai suoi, 141 XXXI. Sopra il ritratto di una bella donna, scolpito nel monumento sepolcrale della medesima. XXXII. Palinodia al marchese Gino Capponi. suq. Mister fort. expeab hymn & outory of pass. & her musory, pow. oth, all in molder for mainly der, all aspects of depriv. disap. fail. I suprem disil suff, wie. 1. 33 & course ented & cluse, in L. ALL'ITALIA. anbrod pings weak. jose ang. cloven beauty asting. O patria mia, vedo le mura e gli archi Ma la gloria non vedo, Non vedo il lauro e il ferro ond' eran carchi I nostri padri antichi. Or fatta inerme, Nuda la fronte e nudo il petto mostri. Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio, Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, Tra le ginocchia, e piange. Piangi, chè ben hai donde, Italia mia, E nella fausta sorte e nella ria. Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che, rimembrando il tuo passato vanto, Chi ti tradì? qual arte o qual fatica O qual tanta possanza Valse a spogliarti il manto e l' auree bende? Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco? Nessun pugna per te? non ti difende Dammi, o ciel, che sia foco Agl' italici petti il sangue mio. Dove sono i tuoi figli? odo suon d'armi E di carri e di voci e di timballi: In estranie contrade Pugnano i tuoi figliuoli. Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi, Un fluttuar di fanti e di cavalli, E fumo e polve, e luccicar di spade Nè ti conforti? e i tremebondi lumi L'itala gioventude? O numi, o numi! Oh misero colui che in guerra è spento, Ma da nemici altrui Per altra gente, e non può dir morendo: La vita che mi desti ecco ti rendo. Per la patria correan le genti a squadre; Dove la Persia e il fato assai men forte Narrin siccome tutta quella sponda De' corpi ch'alla Grecia eran devoti. Serse per l' Ellesponto si fuggia, Guardando l'etra e la marina e il suolo. E di lacrime sparso ambe le guance, E il petto ansante, e vacillante il piede, Toglieasi in man la lira: Beatissimi voi, Ch'offriste il petto alle nemiche lance Qual tanto amor le giovanette menti, Come sì lieta, o figli, L'ora estrema vi parve, onde ridenti |