almeno intendo questo, cioè 15) che tutto è il cotale pensare della mia donna, perchè io sento spesso il suo nome nel mio pensiero : nel fine di questa quinta parte dico Donne mie care -, a dare ad intendere che son donne quelle 16), a cui parlo. La seconda parte comincia: Intelligenza nova; la terza: Quand' egli è giunto; la quarta: Vedela tal; la quinta: So io che 'l parla. Potrebbesi più sottilmente ancora dividere, e più fare intendere; ma puossi passare con questa divisione 17), e però non mi trametto di più dividerlo. SONETTO XXIII. Oltre la spera 18) che più larga gira, Piangendo mette in lui, pur su lo tira. ge all'Empireo. PF 20) la, ove il desira S. con l'aver voluto 21) Intende il Poeta accennar Beatrice, che come disse altrove : Ita n'è in l'alto cielo ecc. PF. - Vedi Canz. IV, st. 2, v. 1, pag. 69. 22) El, elli, il sospiro. PF. - Il Cod. M. che parla, senza l'articolo pronome. §. XLIII. Finalmente è preso da una mirabile visione, e termina l'opera, protestando che deliberò di non dir più di BEATRICE, sino a che non gli venga fatto di poter dire di lei quello, che mai non è stato detto di alcuna. Appresso esso a questo Sonetto apparve a me una mirabile 1) visione, nella quale io vidi cose che 2) mi fecero proporre di non dir più di questa benedetta, infino a tanto che io 3) non potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, siccom' ella sa veracemente. Sicchè, se piacere sarà di Colui, a cui tutte le cose vivono 4), che la mia vita per alquanti anni 5) perseveri, io spero di dire di lei 6) quello che mai non fu detto d'alcuna. E poi piaccia a Colui, ch'è 7) Sire della cortesía 8), che 9) la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria della sua 10) Donna, cioè di quella benedetta Beatrice (XXIV), la quale gloriosamente mira nella faccia 11) di Colui, qui est per omnia saecula benedictus. LAUS DEO. 12). de essendo del nostro istituto l'occuparci di queste scrutinazioni; ci basterà d'averne fatto qui e colà alcun avvertimento ai lettori. Si disse già nella Prefazione e altrove, che secondo il precitato illustre scrittore a doppio significato mirerebbe il libro della Vita Nuova, altro letterale, ed altro allegorico nel senso del secreto linguaggio attribuito ai settarii Ghibellini: ma per quanto i pensamenti dell' Allighieri ci appajano tal fiata avvolti di qualche oscurità; pure attenderemo di vedere, che il nuovo simbolico edifizio abbia l'appoggio di solide fondamenta, come il riferito filologo assunse di dimostrare nei tre suoi Ragionamenti critici intitolati - La Beatrice di Dante -> dei FINE DELLA VITA NUOVA. NOTE AGGIUNTE Pag. 8 nota 5) Aggiungi L'edizione S. cita in postilla il verso del Petrarca : .81 27 Nota « Perchè al viso d' amor portava insegne ». E forse dopo EM. Nella divisione, che vien subito appresSo, il Biscioni legge dispone, contro al senso dell'Autore. * tore, dopo quasi un mezzo. Ciò che giustifica questa di nota 15) Aggiungi In Vocabolario a Lagrimare sost. si legge : « O occhi 82) Nota ANNOTAZIONI DI ROMUALDO ZOTTI AL LIBRO I. DELLE RIME DI DANTE, 511 Son. III. 19 Ball. III. 8 2 12 - 14 Composto dal Poeta dopo una visione ch' ebbe di Bea- Acciò mi dian risposta sulla visione d'Amore. Lamentazione del Poeta per la lontananza di Beatrice ploro, voce latina per piango. Questo Sonetto ed anche la seguente Ballata sono in occasione della morte d' una donna di gentile aspetto, e in guiderdone di ciò che alcuna fiata l'avea Dante veduta in compagnía di_Beatrice. Cioè oltre all' onore. Lezione conforme alla nostra. · Chiama la morte per certi suoi nomi proprii. Dice qui la ragione perchè la biasima. tortoso, voce antica, e vale ingiusto. per farne cruccioso ecc., per rendere adirati contro te quelli che si nutrono d'amore. Dovendo il Poeta partire dalla città, e perciò dilungarsi da B., gli dispiaceva l'andare, e narra un' apparizione d'Amore nel suo cammino. sgradia, dispiaceva. E porto il tuo cuore ad altra donna. Finge il Poeta, che incontratosi con Amore, gli abbia Veduta B. ad un convito di nozze, le significa la causa Espone in questo, che subito ch'ei vede B., gli vien tal desiderio di lei, che distrugge ogni altro pensiero; onde si scusa con lei di tal passione. 9 e segg. Peccato face, pecca colui che non ha pietà di lui, per la compassionevol vista che spiran gli occhi suoi desiderosi di morte: la qual pietà è distrutta dal gabbarsi, che B. fa di lui; il che induce gli altri a far lo stesso. Vedi la nostra nota 17) a pag. 30. ~7 |