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discendenza di quel cortese signore, fatte di comune diritto, e segnate nel modo che si accenna nell' Indice Bibliografico summentovato. Nè a ciò solo si rimase la compiacenza di lui, poichè volle altresì farmi grazioso dono d'una Ballata tuttora inedita, nella quale a più contrassegni appare il genio, lo stile, il pensare di DANTE, e che come dettato veramente suo, anche per l' autorevole credere del celebre Vincenzio Borghini, riporto nell' Appendice sotto il N.° VII. Forse questo leggiadro componimento era destinato a far parte della V. N., siccome alcune altre delle poesie liriche, le quali l' Autore stesso dice in due o tre luoghi della medesima di aver espressamente composte, comunque poi non ve le abbia comprese.

Io nutro fiducia, che di tale presente saranno per avermene grado gli studiosi, i quali pur volentieri troveranno inserita nella stessa Appendice (N.° XX) una bella Lezione del ch. sig. Luigi Cibrario di Torino sopra il migliore forse dei Sonetti di DANTE - Tanto gentile e tanto onesta pare, che trassi da un libro venutomi di fresco alle mani, ove altri pregevoli scritti si contengono di quell' egregio Autore - 21), degnatosi di acconsentire ch' io ne facessi quest'uso.

E se a questi, non men dotti uomini che gentili, io debbo e rendo qui solenne azione di grazie pei compartitimi segnalati favori, uguale obbligo mi corre verso l'illustre sig. professore Melchiorre Missirini, per una nota piena d' erudizione che gli piacque concedermi (V. Appendice N.° IX.) a giustificazione di DANTE, per essersi da lui frammischiati nella Vita Nuova del pari che nel Convito i versi alle prose.

XIV. A questa Introduzione ho fatto seguire le Prefazioni dei precedenti editori con qualche mia annotazione, cominciando dal primo, il Sermartelli, fino al più recente, il Carrer; e ciò sull' esempio di quanto hanno lodevolmente usato nelle pregevoii loro edizioni degli antichi autori li celebri Volpi di Padova: esempio a torto

21) Milano, da Placido Maria Visai, 1835 in-12.°

trascurato generalmente; perocchè tali scritti, oltre al porgere, a così dire, la storia bibliografica dell'opera che si ristampa, danno anche lume sull' indole della stessa e sulle cure via via usate, onde ridurre a buona condizione il testo. E quantunque il Biscioni abbia nella sua Prefazione compreso anche ciò che parvegli opportuno di dire riguardo al Convito; tuttavia non era possibile lo staccarne la sola parte che concerne alla Vita Nuova, pel collegamento che hanno fra loro i suoi ragionamenti intorno a queste due opere; ritenendo egli, come si disse, essere affatto identico e allegorico nell' una e nell'altra il personaggio, che n'è il protagonista.

Credo poi che non sarà mal gradito l' Indice Bibliografico di tutte l'edizioni della V. N. finora eseguitesi, non che dei codici e d'altri scritti relativi; il quale accenna i segni d' abbreviatura, con cui sono contraddistinti nelle note a piè del testo o altrove li rispettivi editori od autori (pag. CI-IV). Questa Bibliografia chiude i Preliminari storico-critici al primo anello della presente collezione, quello con che DANTE aperse la sua luminosa letteraria carriera.

All'Appendice (pagg. 97 a 136) seguono alcune Tavole confacevoli all'uso del libro, comprese le due citate di sopra nei §§. XI e XII, le quali pei cultori della bellissima lingua nostra confido che dovranno riuscire non meno accette che utili si per sè stesse, e sì per le osservazioni che mano a mano le accompagnano. E profittevole altresì per l'intelligenza storica della Vita Nuova tornerà l'Indice delle materie in essa contenute (Tav. VII), il quale cogli Argomenti dei Paragrafi (Tav. I) che debbo alla cortesía amichevole del cavaliere De' Scolari, e colle annotazioni insieme congiunte dello Zotti alle Rime che ne fanno parte (V. pagg. 93 a 96), porge intera l'analisi di questa cara operetta.

XV. Se la riunione di tanti ragguardevoli ornamenti contribuirà per avventura a mettere in maggior evidenza la povertà delle cose mie sparse per entro il volume; varrà tuttavolta, se male non mi lusingo, il merito di quelli ad ottenermi indulgenza dal pubblico, se non altro per l'opera laboriosa da me impiegata con intenso studio, nella

vista di render meno indegna del sommo Autore la pubblicazione di questa e delle altre sue Prose. Per esse io seguirò, come già annunziai, l'ordine cronologico nel quale furon composte, indicato non tanto dalla ragione, ma dalla necessità pur anco di ajutare la spiegazione di una colle dottrine dell' altra, pel vincolo strettissimo che hanno fra loro, comechè dettate co'medesimi sentimenti e principii, li quali veggonsi più ampiamente sviluppati e ridotti a perfelto sistema nella Divina Commedia, lumeggiandosi tutte scambievolmente - 22).

XVI. Quanto alle Poesie Liriche di DANTE, delle quali in addietro io non pensava di occuparmi, avvegnachè lavoro troppo scabroso per la dubbiezza che si solleva circa la legittimità d'una gran parte di quelle - 23); ho poi riflettuto che avendo già riprodotto il principale Poema dell' ALLIGHIERI unitamente all' Ottimo Comento dell'Anonimo suo contemporaneo - 24), era convenevole ch' io non tralasciassi anche questa parte non poco interessante degli scritti del mio Autore, dando così compiuta l'edizione delle sue Opere Minori.

Pisa, nell' Ottobre del 1843.

ALESSANDRO TORRI.

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nell'anno 1834. (V. Ragionamento filologico-critico ecc., di cui alla seguente nota 25). Cosi, col riprodurle, avrò saziata la più che ventenne sete di dare in luce colle mie cure tutte le opere di quel Grande, nello studio delle quali trovarono qualche conforto le incresciose vicende della mia vita ; avendomi egli insegnato ad esser tetragono ai colpi di sventura, ed a soffrire con dignitosa rassegnazione.

24) Pisa, per Niccolò Capurro, 1827-2829, vol. 3 in 8.° Se non paresse forse immodesto vanto il citare i nomi de' cospicui letterati che mi scrissero in modo lusinghevole oltre a quanto io sapessi aspettarmi, potrei con ambizione metterne in mostra una bella schiera, alcuni de'quali da me conosciuti soltanto di fama. Apprezzando essi umanamente il mio lavoro, vollero anche compartirmi degli elogi, i quali, trattane la parte che può avervi la cortesía d'animo di

chi li ha profferiti, mi rendon tuttavía certo, non esser quello affatto vuoto di merito. Non pubblicandosi qui per l'addotto motivo i loro nomi, abbian essi in questi pochi versi una solenne manifestazione dei grati sentimenti che serbo semprevivi nel cuore. E senza ricordare le onorevoli parole già fattene spontaneamente dai principali giornali letterarii d'Italia e in altre opere *), mi basterà riferir qui la lettera di soddisfazioue che si degnò dirigermi l'augusto Consesso, il quale presiede alla conservazione ed al lustro della nostra lingua :

« Firenze 24 Novembre 1829,

<< IL SEGRETARIO

« DELL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA «AL SIG. ALESSANDRO TORRI

« Ornatissimo Signore,

<< a Pisa.

« Nell'adunanza di questa mattina, prima « dopo le ferie autunnali, ho presentato al« l'Accademia l' esemplare dell'Ottimo Co« mento della Divina Commedia, ond'ella << ha voluto esserle cortese.

« Se colla pubblicazione di quest'opera, <<< utile tanto alla retta interpretazione della « Divina Commedia e alla lingua, ha Ella <<< meritato la riconoscenza di tutti i lette<< rati italiani, ha con più forte ragione di« ritto a quella dell' Accademia, la quale << ardentemente desidera (ei suoi vi danno << opera continua ), che dei testi già citati « in manoscritto il più che possasi venga a <<< stampa, riputando giusto e giovevole il « dar modo ad ognuno di riscontrare gli << esempii che allega il Vocabolario su gli « scrittori, cui essi appartengono.

« L'Accademia pertanto le rende grazie « di sì bel dono; ed io, cui si dà l'incarico « di far lei di ciò consapevole, sono lieto « di potermi insieme dichiarare con stima e « molto ossequio,

« Di lei, onorevolissimo Signore,
« Devot. Obbligatiss. Servidore
G. B. ZANNONI >>.

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Giornale Letterario di Pisa, Settembre e Ottobre, detto.. Poligrafo di Verona N.o 36, Giugno. 1833 N. 39, Settembre, detto Giornale Letterario di Pisa N. 102, P 223, Novembre e Dicembre. Numeri 103-104, Gennajo e Febbajo, Marzo e Aprile Balbo Cesare, Vita di DANTE, colle annotazioni di Emanuele Rocco, Napoli

Memorie della Vita e degli scritti di Giuseppe Montani. Capolago, pag. 199

1838

1839

1840

1843

25) Presso Allegrini e Mazzoni, in-12

Di questa molto giudiziosa operetta fu reso meritato elogio all' Autore con ragionata analisi nel Giornale Pisano de Letterati N. 84 (Novembre e Dicembre 1835), pag. 206. In essa è provato, che di 138 lirici componimenti che vanno col nome di DANTE, 60 per lo meno sonogli stati indebitamente attribuiti. - Il march. G. G. TRIVULZIO, di onorata memoria, aveva già intrapreso, in concorso col ch. sig. GIO. ANT. MAGGI, un consimile lavoro sopra le Rime dell' ALLIGHIERI ; ma per la morte del primo rimase interrotto e senza fine. Vedi pag. CXLVI-VII del citato Ragionamento ecc.

26) Vedi alla pag. XII la nota 11). Non sarà fuor di proposito, ch' io pubblichi in questo luogo una lettera dal FONTANA direttami pochi mesi prima di morire, nella quale scusandosi di non poter prestarsi alle mie preghiere, ranimentava ancora con rincrescimento le avverse circostanze che gli impedirono di attendere alla progettata edizione: e ciò fu forse grave danno; perocchè, oltre agli appunti lasciati da Monsign. DIONISI, egli era per sè ricco d'ogni maniera di sapere, e consumatissimo negli studii sopra DANTE, che solea spiegare con applauso dalla cattedra di Belle Lettere da lui coperta più anni nel cessato Collegio di S. Zeno in Monte. Colla memoria che qui consegno, intendo tributare un omaggio doveroso a quel mio degno maestro ed amico. Ecco la lettera : Carissimo Sig. Alessandro,

« E vero verissimo, ch'io promisi, perchè l'animo mio era al tutto disposto di secondare le onorate sue istanze. A questo fine aveva già raccolto più memorie, e ne ho già steso alcune in quel modo che all'opera si richiede. Ma più cose, e tutte più gravi, me ne fecero interrompere il lavoro, e la giunta per me anarissima si è, di trovarmi nella dura necessità di vivere in un luogo lontano da'miei libri, de' quali molti opportuni per l'argomento Dionisiano. Dormire in un luogo, praticare in un altro ; l'essere avvolto in inille brighe domestiche; sentirmi oppresso

D

ja conunue giornaliere cure letterarie, senza potermene sottrarre; il restarmi a letto sino kie ander mcirea della mattina, per le male potti ello passo insonni e dolorose; dalle gre tre della sera non aver più tempo per me, com ella ben sa : queste ed altre son tute cose, che più mi si acerebbero addosso dopo le mie promesse.

Le so però ben ane, che l'umpiesa voleva io proseguire da per me, che quasi tutta la mia gioventù passai negó ulhoni letterarii di Monsignore, e Che Lassustetti qual che si fosse dell' opera ma, principalmente nei due volumi della prpurazione storico-critica all'edizione di ince le opere di DANTE: alla qual'edizione 19 ca si to deputato dalla munificenza di due upinami Cardinali, e di alcuni letterati che

Me scrisssero a nome di que' Mecenati, conservandone io ancora le lettere. E questo avica fatto, se la liberalità degli eredi me we avesse agevolato il lavoro. Difficoltà sopia dibicoltà, a ragione di spese, ne diffenono d'oggi in domani, e l'opera al tutto

xxoutò, col vivissimo desiderio di chi mi uitcise, di sola Roma, cento associati. La docina, la critica, gli studii, le vedute, il

odo di pensare potei ben io conoscere del Pixiv, vissuto quella prima età con lui, e ne avrei sposto il manco male che per me si fosse potuto ; ma se al buon volere natura e forza

upposero sin' ora pervicacemente, non fu volpa mia il mancare pur anche al desiderio

No si leggiera è la cosa, qual'è propicata, secondo che pare a me. Ella gradisca qucate mie ragioni, com'io ringrazio lei della iducia cho aveva in me riposta, sicuro che uon pure iscuserà la mancanza mia, ma compugerà ben anco la mia durissima avverkra, che m' impedisce di tanto le più onoLate opere, a cui avrei potuto accudire. E gudicandomele pieno di gratitudine e di dovere, mi dico di cuore

se Bal luogo, donde scrivo, 14 Maggio 1833, Affezionatiss. Amico vero

SANTI FONTANA >>.

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nivami allora consigliato dal desiderio di propagare la lettura di quelle Prose, che a me parvero sempre eletta cosa si per la proprietà del linguaggio, come per una rara evidenza e semplicità di locazioni e di costrutti, e per queste qualità degne d'esser anteposte a quelle di molti altri autori dello stesso secolo, di cui viene continuamente dai maestri raccomandato lo studio a' giovani cultori del puro italico idioma. Oltredichè nelle Prose di DANTE molta dottrina ed utili ammaestramenti si contengono, onde con sobrietà ed efficacia di parole questo divino ingegno, secondo il costume suo, ogni maniera di concetti insegna colorare. Io dissi, che il solo desiderio di addomesticare i giovani studiosi colla lettura delle Prose di DANTE m'avea messo nell'animo d'imprenderne la ristampa, la quale necessarissima a farsi mi pareva, e perchè pochissime ne sono l'edizioni, e perchè, tranne le citate ormai divenute assai rare, niuna ve n'ha di buone. Ora però a quel desiderio un altro stimolo mi si aggiunge, ed è la detta Opera del prelodato cav. MONTI, già in parte uscita in luce col preliminare Trattato del conte PERTICARI intorno gli Scrittori del Trecento, in cui viene spesso allegata l'autorità del grande ALLIGHIERI, e si citano spesso le parole della Volgare Eloquenza; nel quale Trattato cose notabilissime e da pochi avvertite fin qui si dicono intorno alla lingua italiana. A me pare adunque, che l'uscir in luce queste Prose ad un tempo e l'Opera di quell'egregio letterato, debba essere con aggradimento de'moltissimi, che avidamente si sono posti a leggere quest' ultima; essendo costume il gradire d'aver sott'occhio gli autori citati nelle opere che si leggono con diletto, e di cui si estima l'importanza dalla massima utilità che se ne trae. E di massima utilità, senza fallo, è per riuscire questo nuovo lavoro del MONTI alle lettere italiane; ond'è per sorgere a lui un monumento novello di gloria che dirà a'posteri, come in questa età si è finalmente stabilita sopra basi certe ed inconcusse la ragione della nazionale favella. Nè meno parmi che debba trovar gražia questa mia edizione appresso quello, a cui deve l'Italia di aver ristaurato e coll' esempio maravigliosamente promosso a'tempi nostri lo studio di DANTE per lungo tempo vergognosamente dimenticato, e con questo studio il gusto della pensante, sugosa ed alta poesía richiamato, fugando le baje canore; poichè quind' innanzi dovrassi a lui pure ascrivere, se alla debita luce vengon oggi ricondotte con esatta cura anche le altre Opete pregevolissime del Padre della italiana poesía >>.(A. T.)

Verona, 1818.

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