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di Teologia ». Poi: comprato dal Bargello nei 10 sett. 1721; con altri due manoscritti era dei Conti Bonomei. » Ha un'unica segnatura contemporanea di c. 168 comprese 3 bianche in fine, la quale comincia dopo l'indice susseguente a la porta. La scrittura è piccola e regolare con rubriche in rosso. La maggior parte del ms. è occupata dal compendio teologico e da rime sacre e morali. A c. 151 Amore fuggitivo, di Mosso, poeta greco tradotto in latino per messer Agnolo Poliziano e dal latino in lingua fiorentina per Girolamo Benivieni ». A c. 152: Proemio di Leonardo d'Arezzo ad una traduzione di Basilio di Coluccio Salutati ». Molte orazioni di Luca degli Albizzi, di Stefano Porcari, di Cicerone etc., sonetti delle virtù e canzoni del Petrarca. A c. 133 la canzone I. di Guido; a c. 134 attribuita a Guido la canzone « Virtù che 'l ciel mosti a si bel punto ».

Magliabechiano: VII, 1040 (1).

Magliabechiano: VII, 10, 1060 - Strozziano 63. Sfuggi anche questo ai precedenti editori (2). È di 27 fogli e sembra un avanzo di un codice più vasto. Dei primi del sec. XV; forse di mano di quel Jacopo di Michele Bartoli che segno il suo nome su l'alto del f. 15. Appartenne anche ad Antonio di Domenico d'Amorrato come appare scritto sul primo foglio. Di Guido Cavalcanti :

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(1) Casini «Giorn. Stor. III, 339; ne diede la tavola. Se ne servì il Ferrari. « Biblioteca di Lettura Popolare, vol. I. - Firenze 1882 pag. 67 e seg. ». B. Wiese: Giorn. Stor. II, 115 e seg.». Shickney, Romania VIII pag. 73 e seg. »

(2) Casini « Giorn. Stor, IV, 119 e seg. »

(3) Casini « op. cit. XIX - Giorn. stor. III, 161 e seg..» ne diede la tavola. Crede ne sia l'origine l'Ashb. 479; poi ammise invece si tratti del codice Pucciano come sua origine. (4) Casini: «Giorn. stor. III, 187» ne diede la tavola.

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RI

Rm

Pa

Riccardiano: 2735.

Riccardiano: 1142.

Riccardiano: 1093. Non noto a gli altri editori. Cartaceo del sec. XV di mm. 290 X 220, di carte 56. Ha in principio un indice di mano del Metus: è mutilo in fine e manca di una carta dopo la 15.a; corroso nel margine con danno del testo nelle prime 7 carte. Gli scritti sono tutti di seguito con iniziali di rubrica. Legato in pergamena. A c. I. trovasi adespota anepigrafa la I. canzone di Guido. Seguono canzoni di Dante, le allegorie su le Metamorfosi di Giovanni del Virgilio, epistole di Luigi Marsili, Morbosiano e Cola di Rienzi. Rime varie del Boccaccio, Ventura Monaci, Stoppa de' Bostichi, Giovanni di Lambertuccio Frescobaldi, Lapo Gianni, Bindo Bonichi, Dante e Forese Donati. Una epistola di Cicerone. Si unisce a Par. ed a Rƒ. il quale raccoglie insieme tutte le rime di Dante sparse in Rm e mette in fine la canzone dandole il nome di Guido.

Palatino: 204 (2) - È uguale ad Le.

Pb Palatino: 203.

Pe

-

Palatino: 180.

Pd Palatino: 202 - È una copia di Je,

Pe

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Palatino 418 (3)

Palatino: 183. - Cartaceo del sec. XIV ha per titolo < Petrarca: rime». S'apre con tre fogli bianchi e sull'ultimo è scritto: Poesie di diversi ». Porta traccia di tre numerature: un'antica disordinata, una più recente da 1 a 75 comprese tre carte bianche finali, una terza ancor più recente che comincia a c. 33 (qui sono tre fogli bianchi) fino a c. 72. È scritto in carattere grande chiaro rotondo con iniziali colorate e rubriche molto più recenti di carattere corsivo su i margini. Le iniziali colorate hanno fregi e figure anche a penna. Da c. 29 a c. 32 la scrittura si fa più piccola, ma è della stessa mano. La c. 45 è bianca e da c. 40 a questa la scrittura muta: mi sembra una mano diversa. La prima parte è occupata quasi interamente da rime di Dante, la seconda

(1) Casom « op. cit. Rome Bolognes, pag. XXVII Lo dice della fine del sec. XV. Per tutti questi coder necard ani si vegga la descrizione in: S. Morpurgo « I manoscritti riccardiani 7.

(2) Ved, Palermo: « I mss, pality I. 33 e seg. Gentle : I mss. palatini ». Questo codice apa tone al Foscamu e poi alla 5.0 steca in penale d. Venna: Bonde venne a Firenze mei 1500 per se vire a Dedrone delle opere del Magnico. (V2h. Opere &. Lorenzo il Magnitio Forense - Mol à 1825 vol. 1. pag. XXVI XXVIII.

cp Pavola in Caxx: « Le øig e do' 1244A Sub AZA ». Mie descritto dal Palermo: op. cit: pubblicato dal Cas», e Bartod in Propagnatove, vol XIV e seg.

Pg

Ph

La Lb

da rime del Petrarca, adespote in origine, ma date dal postillatore più
recente. Fra queste ultime a c. 36b trovasi il sonetto < Morte gentil
rimedio de cattivi >> con la rubrica recente È di Guido Cavalcanti ».
Palatino: 288. - Cartaceo del sec. XVI. È composto di fogli riuniti
in una copertina: una numeratura moderna di f. 30. Su la copertina porta
queste indicazioni: « E. B. 5.1.25. Poesie varie del Cod. CCLXXXVIII
illustrato dal Palermo » Qui una nota del prof. Gentile che il ms. appar-
teneva al Varchi (Vedi per il resto: Gentile op. cit.). A c. 16 si dà a
Guido il sonetto: Per gli occhi fere uno spirto sottile ».
Palatino: 359. Cartaceo del sec. XV, mm. 290X219. Legato in
tavola con chiusure di cuoio e ferro: ha una porta in pergamena. Di
carte 128: antica numeratura fino a c. 113. Le carte seguenti, eccet-
tuata la 114a che ha quattro sole linee scritte, sono bianche. È a due
colonne, salvo sei pagine in due diverse parti alla fine del codice, con
titoli di rubrica. Le iniziali hanno piccoli segni rossi. Nella guardia mem-
branacea una mano del sec. XV scriveva una nota poi raschiata: si legge
ancora Questo libro è di Lorenzo (Moregli?) chiamato un zibaldone
perchè tratta di più cose diferenziate. » Comincia con le epistole di Ovidio
rubricate in rosso con rubriche dilucidatorie. Una antica segnatura, ma
più tarda al codice è scomparsa in parte nello smarginamento. Una mano
moderna numerò le 128 carte, Fra c. 107b e c. 108 si trova « Giovanni
Chavalchanti - I vidi gli occhi dove amor si mise - ».

Questi tre ultimi codici non furono esaminati da gli altri editori.
Laurenziano 34 pl. 41 (1).

Laurenziano: 20 pl. 41 È uguale ad Ma.

Le Laurenziano: pl. 90 inf. 37 (2).

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(1) Di questi codici e specie per Le si ha notizia in: Bandini Catalogus codicum mmss bibl. mediceae laurentianae » Florentiae 1778 t. V, pag. 435 e seg. Per Lc vedi anche: Casini, op. cit. pag. XXVI.

(2) Questi tre manoscritti contengono tutti circa le stesse rime e si uniscono a Ma, Pa, Cap ̧a Ca. Sono uguali in numero a Ca. Ma non è che una copia di Lỗ, di cui ha invertito l'ordine, omettendo li spiegazione della I. canzone di Jacopo Mini. Pa è uguale al Lɩ meno una ballata ed un son tto; el è più tardo. Le è uguale nell'ordine delle rime e nel numero a Ca meno le corrispondenze di Lapo degli Uberti, Nucci Senese, Gianni Alfani, Cino da Pistoia ed il sonetto a Guittone. La è uguale ad Le nell'ordine, ma manca di due sonetti e di due ballate: ha in più la corrispondenza di Nuccio Senese. La è uguale quasi sempre ad Lb; ma per avere i due sonetti si un.se ad Le: mantiene lo stesso ordine înterno nei gruppi, ma inverte l'ordine esterno mettendo prima i sonetti, poi le baliate, poi le canzoni. Relativamente a (a quindi La ne mantiene l'ordine, ma manca pure dei due sonetti e delle due ballate. Cap.a ha l'ordine di La ed il contenuto di Lb. Hanno una relazione nell'ordine delle ballate con il Libro Reale, di cui ci diede la tavola il Colocci.

PREFAZIONE

Nell'intraprendere quest'opera di revisione delle rime di Guido Cavalcanti, io ebbi dinanzi, unico scopo, quello di tentar di completare l'opera già a buon porto condotta da gli studi dell'Arnone, dell' Ercole e del Salvadori. Pur mossi il passo fin dalle origini, ricercando e consultando tutti i codici che rime di Guido contenessero, e facendone un nuovo esame e traendone ancor di nuovo lo spoglio delle varianti interamente. Non fu diffidenza dell'altrui lavoro che mi trasse a far questo, ma piuttosto un bisogno tutto mio di sicurezza definitiva, onde non si potessero poi accusare a l'opera mia colpe di errori copiati e riconfermati, quali io potrei accusare a gli editori precedenti. Esposta più largamente la prima parte della discussione critica, ho stimato soverchio ed inopportuno continuare uno sviluppo così esteso per tutto il lavoro, pensando che quella prima parte potera bastare come saggio e come garanzia del metodo seguito nella ricostruzione di tutte le rime. Non lasciai parte a la ricostruzione congetturale se non nel trattare il testo della canzone filosofica su la natura d'amore, perchè,

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