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CAPO I.

La Chiesa di S. Francesco in Viterbo.

Quando cominciai a scrivere questo mio libro, sulle tombe dei Papi in Viterbo, era ben lungi dallo sperare che la Chiesa monumentale di S. Francesco quanto prima verrebbe riaperta al pubblico culto. Si deve alla premura che la soprintendenza dei monumenti sacri del Regno pose nella soluzione della ben nota vertenza, se quivi furono onorevolmente tumulate le ossa di Clemente IV. Due amplissimi Cardinali, gli eminen. tissimi Domenico Bartolini, Prefetto della S. C. dei Riti e Waldimiro Czachi ebbero gran parte nell' ottenere alla città di Viterbo la riapertura di questo storico tempio. I nostri attuali rappresentanti politici, onorevoli Domenico Avv. Zeppa, Comm. Avv. Pietro Venturi e D. Baldassarre principe Odescalchi, in special modo, coll'efficacia della loro influenza riuscirono allo intento che a gran parte la cittadinanza era a cuore, cioè il ritornare al culto divino, una almeno, delle tante Chiese le quali dal 1874, chiuse al pubblico, giacciono in miserando squallore. Qui va pure ricordato un egregio funzionario, il Sig. Cav. Buongiovannini, il quale tanto nobilmente, presso il ministero della pubblica istruzio. ne, nella qualifica di ispettore centrale, cura la conservazione dei monumenti sacri d'Italia. Ma della traslazione delle ceneri di Clemente IV in S. Francesco e di ciò che seguì nella città nostra, dopo il barbaro attentato contro quel grande Pontefice, in altro luogo di questo libro tratterò brevemente. Qui ricorderò sommariamente le vicende di questa chiesa monumentale, una delle più ampie e delle più insigni che vanti la città di Viterbo. La descrisse il P. M. Bonaventura Theuli nell' Apparato Minoritico della Provincia di Roma. lancioni 1648, a pag. 59.

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Velletri per Carlo Bi

Questa chiesa ed il convento occupano l'area di un antico castello, detto di S. Angelo, da una chiesa dedicata all' Arcangelo S. Michele, esistente ivi presso. La chiesa detta di S. Pietro della Rocca era nell' area dell' attuale casa Polidori, e nei sotterranei se ne vedono tuttora le vestigia. Pare, che questa chiesa di S. Angelo, in castello e l'altra ivi presso di S. Pietro della Rocca, così detta dal vicino Castello, fossero filiali della Collegiata di S. Angelo in Spata. Nell'istromento n.o 57 dell'Archivio di S. Angelo in Spata risulta che questa Chiesa di S. Angelo in Castello fu consecrata, da papa Alessandro III, l'anno MCLX, come si asserisce risultare pure da epigrafe marmorea finora ignorata. Molte memorie si hanno della Chiesa e del Castello di S. Angelo dai mss dell' Archivio di S. Angelo in Spata suddetto archivio del Convento di S. Francesco, parte perì in un incendio, nel secolo XVI, parte fu perduto nelle vicende del 1798, 1809 e 1873, parte infine fu riunita provvisoria nente ed in luogo distinto all' Archivio Comunale.

Qui ricorderò alcune memorie, tratte dall'Archivio di S. Angelo in Spata.

Nel riparto secolo XIII di detto Archivio, al N.o 1 vi erano copie di diversi istromenti di case e casalini, posti in contrada S. Pietro della Rocca ed alla lettera N vi è quanto segue: « Licenza data a Raniero ed a Borgondio figlio di Giovanni Serinpolta di seppellirlo rella chiesa di Castel S. Angelo come abitante presso S. Pietro della Rocca in detto luogo soggetto al Capitolo ed al Priore di S. Angelo. Anno MCCLXI, Pontificato di Alessandro IV ».

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Noto che le notizie che qui riporto, parte furono da me trascritte da alcune memorie del Dott. Paolo Orelli, da lui legate alla Nobile famiglia dei Conti Riccioli, ed a me pervenute per l'eredità della mia Ava paterna Contessa Anna e parte da alcuni manoscritti avuti in dono dall' egregio amico Avv. Francesco Tabarrini, Assessore Municipale, da lui ritrovate fra le carte antiche di sua famiglia, oltrechè da documenti esistenti nell' Archivio Comunale.

Nell' Istromento N.° 70. Riparto secolo XIII dell' Archivio suddetto, vi era un istromento con il quale il priore Vigilante nel 1219, fa balivi del Castello di S. Angelo certi Ildebrandino ed Orazio.

Da ciò risulta che nei primordi del secolo XIII, oltre la chiesa anche il Castello di S. Angelo era retto dal Capitolo Collegiato di S. Angelo in Spata. Da altro istromento segnato N.o 91, Rip. Sec. XIII si ricorda una concordia di controversia del

clero di Viterbo, e si nota che il Capitolo di S. Angelo precede a tutte le collegiate. Anno MCCXXXVI.

Le questioni fra la chiesa di S. Francesco ed il Capitolo di S. Angelo sono riferite in altro istromento, n. 113, Rip. Sec. XIII. Ivi si notano le istanze fatte per la porzione funerale di un morto della parrocchia di S. Pietro del Castello, spettante al Capitolo di S. Angelo, contro li PP. di S. Francesco. Anno MCCXLVI.

Ivi al N. 154. Si nota una sentenza, data dagli arbitri, perchè il Capitolo di S. Angelo in Spata venda alcuni casalini posti in Castello di S. Angelo, alli PP. Minori, per servizio della loro casa, la quale si fabbricava in detto luogo, senza pregiudizio però del jus parrocchiale della Chiesa di S. Pietro. Anno MCCXXXVI. Ivi si nota pure il livello di un casalino, posto ne! Castel Sant'Angelo, per cui si riscotevano XVIII Denari sanesi annui e si riferisce che in detto istromento sono inserite le cautele che i livellarii debbano difendere le ragioni che ha la chiesa di sant'Angelo (in Spata) sopra detto Castello. Anno MCCXXXVI. n. 154.

Dopo la concessione della chiesa di S. Angelo in Castello ai Frati Minori nel 1237 (Doc. N. 1), il Capitolo di S. Angelo perdette oltre la chiesa anche il jus parrocchiale su quella. Infatti nello istromento, n.o 429. Reparto Secolo XIII, Anno MCCLVI, si nota che si fa obbligo a certo Raniero di far seppellire quelli i quali morivano nei casalini di Castel S. Angelo nella chiesa di S. Pietro della Rocca, spettante a S. Angelo (in Spata).

Continuarono lunghi anni le quistioni fra il capitolo di sant'Angelo in Spata ed i frati minori. Infatti da un mss segnato N.o 187. Rip. Sec. XII, risulta l'esame di più testimoni, dal quale apparisce che tutte le case esistenti in Castel S. Angelo, con la Chiesa di S. Pietro della Rocca spettavano alla chiesa di S. Angelo (in Spata), come di diretto dominio, anno MCCLXVII. La detta Chiesa di S. Pietro della Rocca si nota situata alle piaggie della piazza di S. Francesco in un istromento ricordato dall' Orelli, rogato da Giov. Batt. Benintendi Notaro, addi 21 Aprile MCCCCLXXXVI. La brevità che mi sono prefisso m' induce a non ricordare altre memorie, le quali mi fu dato raccogliere sopra la chiesa ed il Castello di S. Angelo. Ricorderò solamente alcune epigrafi da me fedelmente trascritte. Nell' illustrare le tombe dei papi in Viterbo mi proposi di riferire insieme le principali notizie delle chiese ove furono sepolti. Se alcunchè mi sfuggirà, nelle addizioni, che riporterò in fine, cercherò di supplire a tali involontarie omissioni.

Epigrafe fuori del Convento sulla via pubblica.

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Religione Animi· Magnitvdine · Singvlari Ivlivs Bvssivs Bvssiotti · Filivs

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Nella Cappella di S. Bernardino da Siena morea. (Lettere barbare)

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Bernardinvs. Tomasellvs

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Viterbien.

Vt A

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Franciscanis Coenobitis

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Singvlis Hebdomadis Peractis

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Sacra

Ornatvm
Rosinus

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Quotannis Persolvantvr

Ac Dotem Pvblicis

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Pennachivs Achiarius (?)

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Litteris Consignavit

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Salvtari Qvingentesimo Octvagesimo Octavo Supra Millesimum
Dvodecimo Kalendas Aprilis.

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